(di
Piero Montanari)
Quando si dice che la
realtà supera la fantasia. Un luogo comune trito e ritrito che si
tira fuori dal cassetto per commentare dei fatti che generalmente
accadono solo nei film, dove, quasi sempre, i “buoni” vincono e i
“cattivi” o muoiono, o marciscono in galera a vita. Torni a casa
dal cinema o ti alzi dal divano della tv, vai a letto e vedi il
telegiornale prima di addormentarti.
Oggi la fantasia degli
autori e soggettisti di storie cinematografiche deve galoppare
velocemente se vuole attrarre spettatori, perché ci si deve
confrontare con una realtà difficile da superare. Nei nostri anni
digitali si è parlato di realtà virtuale, dove entravi con un casco
elettronico in un mondo costruito al computer, nel quale interagivi
con personaggi di fantasia. Poi si è parlato di realtà aumentata,
dove attraverso occhiali, o proiezioni sul parabrezza della tua
auto, o addirittura tramite lenti a contatto, osservi ciò che ti
circonda, “aumentato” da dati che si immaginano utili alla tua
vita quotidiana.
A questo punto possiamo
parlare tranquillamente di una nuova realtà, la “realtà
superata”, e una nuova era di comunicazione si prospetta davanti ai
nostri occhi. Ma ritorniamo al momento di quando, tornati a casa dal
cinema o sollevati dal divano della tv, ci infiliamo nel letto e
diamo un ultimo sguardo alle notizie prima di addormentarci.
Ecco
che ci appare il giornalista Daniele Piervincenzi, inviato del
programma di Rai Due “Nemo – nessuno escluso” che pone delle
domande a un signore di etnia sinti, Roberto Spada, fratello di un
boss, di Ostia, Carmine Spada, condannato a dieci anni per
estorsione con l'aggravante del metodo mafioso. Il giornalista gli
domanda semplicemente perché si fosse fatto fotografare con un
esponente di Casapound, Luca Marsella, leader di una delle liste del
X Municipio di Ostia. Per tutta risposta Spada gli dà una violenta
testata sul naso, rompendoglielo, e poi insegue il malcapitato
operatore Edoardo Anselmi, picchiandolo ripetutamente con uno di
quei bastoni di gomma dura in dotazione ai fascisti d'azione.
Ed
eccoci alla “realtà superata”. Sto guardando il Tg o il trailer
di una delle puntate della terza serie di Suburra? O di Gomorra? Non
lo so, non lo capisco, sono confuso. Mentre il sangue scende
copiosamente dal naso fratturato del povero giornalista, mi si
chiudono gli occhi e, mentre cerco il telecomando per spegnere il
televisore, penso che forse l'autore di questo film ha esagerato con
le scene di violenza.