(di
Piero Montanari)
Qualche
anno fa raccontammo proprio su queste pagine l'arrivo della prima
puntata del Grande Fratello e ci esponemmo dicendo che questa
trasmissione avrebbe cambiato la televisione e che l'avrebbe
accompagnata verso una deriva i cui effetti sarebbero stati, a dir
poco, devastanti. Senza essere cattivi profeti, ma neanche Cassandre
improvvisate, gli effetti poi si sono visti e come.
Pixel,
ergo sum, cosa non si fa per esserci e per apparire, si diceva,
mentre la televisione mutava in un mostro abnorme e informe, dalle
fattezze di pupazzi rossi che vanno in giro ad occuparsi dei nostri
diritti di cittadini, presentatori che insultano pesantemente i
concorrenti, seppure in un fuori onda, ospiti urlanti di inutili
trasmissioni deliranti che si occupano dei fattacci altrui, che si
massacrano di improperi in un antistato mediatico fatto di politici
che fanno i comici e comici che fanno i politici; o gente comune che
assurge a “maitre à penser” solo per aver acquisito crediti di
visibilità mediatica.
Ricordiamo
lo straordinario
evento di grande televisione trash che Gaston Zama delle Iene ci
propose qualche settimana fa, quando riprese il disinibito Vittorio
Sgarbi nel giorno dei suoi 65 anni mentre, seduto sul cesso,
espletava le sue funzioni corporali, il tutto condito da suoni ed
effetti naturali, in un momento imperdibile di narcisismo estremo nel
quale Sgarbi finalmente poteva replicare se stesso nelle modalità a
lui congeniali.
Non
lamentiamoci se i ragazzi non guardano più la tv, forti ormai di
un'infinita offerta di immagini fatte col telefonino, postate sui
social e poi condivise. Nascono così dal nulla nuovi personaggi
massmediatici, sconosciuti fin al momento prima di postare sul web:
una pernacchia, una flatulenza, un rutto, una canzone stonata, una
baggianata detta in italiano stentato, quando non cose peggiori che
neanche oso raccontare.
Se la
televisione – quella che dovrebbe essere buona, pedagogica,
informativa, critica e democratica - intende continuare ad inseguire
per gli ascolti quella oscena, brutta, sporca e cattiva che ci viene
troppo spesso ammannita, non facciamo fatica a decretarne la morte
cerebrale in poco tempo. Converrà, quindi, staccare le macchine che
la tengono in vita inutilmente se il registro non cambia. Ma su
questa cosa sono molto dubbioso.
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