L'AUTORE

lunedì 31 ottobre 2011

i vaffanculo di Iacchetti


 

di Piero Montanari
 
Questa mattina il comico Iacchetti Enzo, in forza a Canale 5 nella conduzione del Tg satirico "Striscia la notizia" condivisa con Greggio Ezio, si è svegliato con una fortissima incazzatura - probabilmente di natura senile - a giudicare dalle parole e parolacce che ci ammannisce nel suo video postato su Fb e stracliccato nella Rete. 
T-shirt bianca, occhialini da intellettuale di sinistra anni'80, scapigliatura evidente, aria da vendicatore delle genti, cisposità agli occhi, deiezioni mattutine - suppongo - ancora da effettuare, stomaco vuoto e brontolante (se fate attenzione si sente nell'audio, scherzo), ha iniziato a mandare "a fanculo" prima Brunetta, per l'assunzione alla Camera dei deputati di altri 33 impiegati, che si uniscono ai già 4.600 dipendenti (la Camera, in una nota, smentisce).
Poi attacca La Russa, ministro della difesa, per l'acquisto di 19 Maserati blindate ad uso di generali e capoccioni del ministero (La Russa non smentisce.) e gli parte, all'insegna del ministro, un vaffanculo davvero di cuore. Poi aggiunge che, se continua così, "a fanculo" tra 15 mesi ci andiamo tutti, concludendo l'invettiva con la frase:" Bisogna cominciare ad incazzarsi".
Sono sincero, da Iachetti tutto questo ardore contro Berlusconi ed il suo governo non me lo sarei mai aspettato. Mi è sempre sembrato una persona - ed un comico - un tantino 'prono' e leggermente servile, con poca personalità e che, al massimo, legge su Striscia quello che scrivono sul 'gobbo' gli autori del programma.Non mi è mai stato particolarmente simpatico, forse si legge tra le righe, questo Forrest Gump "de noantri", e faccio fatica a capire il suo successo, sin da quando - una ventina di anni fa - lo ascoltavo cantare le sue canzoncine minime e declamare poesie un po' imbecilli al Costanzo show. 
Da oggi, dopo questo suo exploit sulla rete, vedo Enzo Iachetti con altri occhi. Pensate: sputa sul piatto dove mangia con un coraggio veramente leonino!
Qui le cose sono due: o stanno cadendo le mura di Gerico e tutti si danno alla fuga per non essere travolti ("Io berlusconiano? Mai stato!") oppure c'è un epidemia di tosse che colpisce soprattutto le pulci.


sabato 29 ottobre 2011

Diritti Siae ed Internet: pagare o condividere?



 (Pubblicato su www.globalist.it il 29/10/2011)



di Piero Montanari
La Siae, Società Italiana Autori Editori, ha oggi deciso, applicando una regola da sempre contenuta nella legge italiana e nei trattati internazionali, di far pagare diritti agli utilizzatori dei contenuti artistici nei trailer cinematografici, che da tempo inondano copiosamente il web. I siti che li trasmettono, quindi, dovranno sborsare alla Siae 1800 euro l'anno, per un massimo di 30 sequenze filmate in totale. La Siae, in seguito a ciò, ha chiesto ai siti interessati, davvero numerosi, di regolarizzare la loro posizione "Nell'interesse di tutta la filiera del Cinema nel rispetto dei diritti degli autori anche su Internet".


Cosa dire? La notizia, come è ovvio immaginare, non solo ha destato scalpore ma ha sconvolto i responsabili di questi siti, alcuni dei quali hanno minacciano e riempito di insulti quello della Siae, considerata da molti come un esattore iniquo ed esigente.
Ma ecco qui cosa dice la norma: "Qualunque utilizzazione di un'opera cinematografica o assimilata su rete telematica deve essere autorizzata dal titolare del diritto, che in genere è il produttore o chi ha acquisito da lui i diritti in base ad un contratto. (...) Oltre ad avere l'autorizzazione del produttore cinematografico o audiovisivo, l'utilizzatore deve anche corrispondere l'equo compenso a favore degli autori di opere cinematografiche ed assimilate (regista, soggettista e sceneggiatore), da negoziare con la SIAE (artt. 46bis e 18bis della L.d.A. n. 633/1941 e successive modificazioni)"


E' tanto o è poco? E' giusto? Non sono e non voglio essere un difensore della Siae, con la quale ho spesso avuto problemi serissimi, ma esiste un pensiero diffuso (e sbagliato) che questa Società sia un mostro mangiatore di soldi altrui a favore degli autori sotto la sua tutela, e che gli autori stessi - categoria della quale faccio parte da più di quarant'anni - siano dei "ricchi" privilegiati nullafacenti percettori di soldi.
La storia poi che la Rete debba essere considerata luogo franco, per un diffuso concetto di anarchia in qualche modo consolidato, e che nulla sia dovuto agli autori dagli "scaricatori" di musica e di cinema, è una leggenda che non deve assolutamente essere più raccontata. Forse sto per dire per qualcuno qualcosa di impopolare, ma la pirateria perpetrata all'opera dell'ingegno ha davvero superato livelli scandalosi. Si parla, nel mondo, di decine di miliardi di dollari evasi, dovuti e non pagati agli autori.


Come autore e compositore, vedo ogni giorno fare strame di musica - scritta da me o da colleghi - al grido di "Non si paga!", mentre ognuno di noi dovrebbe avere la coscienza di pensare che il diritto d'autore non è un balzello, ma un diritto che si deve a chi fa dell' opera dell'ingegno un lavoro vero e proprio.


Credo fermamente che il tasso di civiltà di un Paese si riconosca da tutta una serie di tutele. Una fondamentale è quella nei confronti della Cultura, che anima questo Paese e lo rappresenta.

domenica 23 ottobre 2011

La morte di Marco Simoncelli e il circo a due ruote




di Piero Montanari
(Pubblicato su www.globalist.it il 23/10/2011)


"Ma che casso fa 'sta patacca di moto? Non sento più il treno posteriore, mi sta facendo finire al centro della pista, la devo riprendere, siamo solo al secondo giro, se cado mi vengono addosso tutti. Vado giù a destra, la controbilancio...

E' facile immaginare questi come gli ultimi pensieri di di Sic 58, come chiamavano scherzosamente nel paddock Marco Simoncelli, giovane campione ventiquattrenne, al secondo giro del GP della Malaysia, circuito di Sepang. Gli ultimi pensieri mentre le moto di Colin Edward e Valentino Rossi gli passavano sul collo non più protetto dal casco in mille pezzi, e mettevano fine, ignari, alla sua breve esistenza. 
Marco Simoncelli è l'ennesima vittima sacrificata agli sport estremi, ai quali il motociclismo appartiene di diritto. Sono tutti giovanissimi i piloti delle due ruote perché, oltre la passione, hanno dentro l'incoscienza propria dei ragazzi. Coraggio e incoscienza, di buttarsi a capofitto con quelle bestie da centinaia di cavalli a velocità pazzesche sulle piste dei circuiti mondiali. Coraggio e incoscienza viene richiesto ai piloti, in cambio di fama e denaro, e il rischio della vita, che fa parte della tragica giostra. 
Si dice che oggi qualcosa si è fatto rispetto a tempi passati per la sicurezza: si "muore di meno" perché le tute riparano di più, i caschi avvolgono di più e le piste hanno le vie di fuga. Si muore di meno, dicono le statistiche, ma si muore ancora, e il collo è una delle parti che non puoi proteggere, non puoi imbracare perché si deve muovere, ed è stato proprio il collo il punto fatale per Marco. 
Sono consapevoli i ragazzi sulle moto (e sulle auto) che possa capitare loro un incidente, ma non pensano mai di certo alla morte, forti della grande pulsione della vita a questa età. Questa è la forza dell'incoscienza, che alimenta il coraggio, che alimenta i rischi, ed è proprio qui che la morte bastarda ti aspetta e ti tende il tranello. 
Oggi il "Circo" piange la fine di uno dei suoi numeri più promettenti, che non potrà più mandare in scena, Marco Simoncelli, Sic 58, che non e riuscito a domare la sua bestia.

sabato 22 ottobre 2011

Rock Progressive: il Festival a Roma

di Piero Montanari



Mi fa piacere dare conto che il 21 ed il 22 ottobre (quindi oggi finisce) si terrà la seconda edizione del Prog Exibition, festival di rock progressivo, con la D.A. di Franz Di Cioccio, batterista della gloriosa PFM.
Lo segnalo per due motivi: il primo perchè è un genere musicale nato nei '70 ed ancora amatissimo. Ne hanno fatto parte band italiane e mondiali che hanno "storicizzato" in qualche misura questa musica, ricca di suggestioni strumentali ed di un uso particolare della voce. Il secondo perchè molti miei amici e collaboratori suoneranno oggi ed hanno suonato anche ieri: I Goblin, con Agostino Marangolo col quale ho inciso moltissimi Lp, compreso questo di Jenny Sorrenti nel 1979 alla Rca, che segnò il suo esordio come cantautrice. La stessa Jenny Sorrenti (questa è la copertina del suo disco nel quale partecipai) canterà con suo fratello Alan nello storico gruppo dei Saint Just che ne segnò le origini.
 Ma ecco l'annuncio qui sotto

ROMA – Venerdì 21 e sabato 22 ottobre 2011 al Teatro Tendastrisce  si terrà la seconda edizione della Prog Exhibition con la direzione artistica di Franz Di Cioccio. Dopo il successo della prima edizione, il Festival della musica immaginifica si ripete con una ricca seconda edizione. Ancora una volta in Italia il rock progressivo trova terreno fertile dal vivo, anche grazie all’incontro tra le colonne degli anni ’70, le nuove leve e gli attesi special guest stranieri. Ricordiamo Mel Collins, fiatista dei King Crimson e session man tra i più prestigiosi al mondo e Martin Barre, chitarrista dei Jethro Tull dal 1969, fedele compagno del leader Ian Anderson. Finale eclatante con i New Goblin: la celebre formazione di Profondo rosso, amatissima in tutto il mondo e oggi guidata da Simonetti, Guarini e Morante, godrà del tocco inconfondibile dell’ex Genesis Steve Hackett, chitarrista tra i più famosi e influenti al mondo. www.progexhibition.it

sabato 15 ottobre 2011

Stultitiae Laus ovvero elogio della "cretineria" di Totti



di Piero Montanari 

Tutto avrei pensato di poter fare nella mia vita, meno che un giorno dover prendere le difese di Francesco Totti, che ieri è stato attaccato su queste pagine da un grande giornalista ed un grande amico, e nelle radio romane laziocentriche da vari commentatori che avrebbero fatto miglior cosa a gettare acqua sul fuoco, invece di alimentare la polemica. L'attacco - ennesimo da parte dei giornalisti di sponda avversa - prende spunto da una frase detta dal capitano giallorosso nei confronti del simbolo della Lazio, l'aquila Olympia, il bellissimo animale che ricorda l'antica arte nobile della falconeria. Mi spiace che Olympia sia stata minacciata di impallinamento da qualche coglione (senza colore sportivo, come solo i coglioni sanno essere) ma si sa che la madre di questi personaggi non usa contraccettivi, purtroppo. Tornando a Totti, sono certo che la sua affermazione non volesse offendere nessuno; ha detto semplicemente che l'aquila laziale avrebbe potuto farsi una passeggiata al mare insieme ai gabbiani: quale blasfemia avrà mai pronunciato? Poi, sollecitato da una domanda su chi per lui potesse essere l' "uomo derby", ha detto Reja perché, come ben si sa, ne ha persi quattro con la Roma (mi spiace per i laziali) ed è il vero portafortuna dei giallorossi. Quindi Totti, il cretino, ha fatto la battuta perfetta, con tempi teatrali perfetti, tanto da suscitare l'ilarità degli astanti, cosa che ha fatto indignare i nostri amici biancocelesti. "I giornalisti ridono alle battute di Totti, sono proni e leccaculo, prima lo sfottono e poi gli chiedono l'autografo", e questo Franco Melli a Radio Radio, e Governi sulle pagine di Globalist (che però plaudeva alla battuta su Reja). E poi la storia della lupa puttana mi sembra proprio una forzatura da tifoso un po' frustrato, altro che storia di lupanari e meretrici! Totti è un cretino? Potrebbe anche essere, dico io (e faccio fatica a crederlo), ma un cretino intelligentissimo, che sa come far incazzare i laziali, quindi, per i romanisti, tutt'altro. E' solo una questione di angolazioni e di punti di vista. Con il beneplacito di Erasmo da Rotterdam P.S.Oggi Reja, in conferenza stampa, ha sapientemente risposto a Totti dicendogli che "E' un grande - pausa - quando gioca". (Ergo: quando parla no). Molto più signorile Reja di tanti tifosi.

giovedì 13 ottobre 2011

Annoverato tra i "grandi" dello strumento...

Oggi, cercandomi nel web, ho trovato questa pagina di Amazon e ho visto il mio nome accanto a quello di Jaco Pastorius, il mio mitico amatissimo bassista, incontrato nel 1982 al Palasport di Roma al concerto dei Weather Report. E, in qualche modo quel giorno, facemmo conoscenza e parlammo a lungo di tante cose, nei corridoi del Palasport, in sala stampa e mangiando qualcosa insieme nei camerini.
Non nascondo di aver provato un orgoglio smisurato, anche perchè gli altri, compreso il mio caro collega Stefano Cerri, figlio di Franco, morto per un tumore a 50anni, non sono da meno.
C'è Marcus Miller, straordinario "slapper", bassista di un altro grande mito, Miles Davis, nel periodo elettrico.
Poi leggo Jack Bruce, straordinario progressive rocker nei trio dei Cream. Alphonso Johnson, il nero bravissimo dei primi Weather Report, che suonò anche in un bellissimo disco di Pino Daniele. John Patitucci, eccellente professionista, dotato di una tecnica spaventosa, come, per altro, Nathan East, che lo trovavi, session man, in tutti i dischi di "fusion" tra i '70 e i'90. Scott Lafaro e Dave Holland, due contrabbassisti jazz di fama mondiale, il primo dei quali considerato un pioniere delle quattro corde. Pino Presti (Prestipino), bassista che ha suonato davvero con tantissimi artisti italiani, in dischi e tour.
E poi viene menzionato il sottoscritto, proprio accanto ad uno dei suoi idoli, e non so chi mi ha fatto questo onore. Forse è casule, forse no.
Ma sentitamente lo ringrazio

mercoledì 12 ottobre 2011

Nell'Italia di Silvio il culo diventa un libro


(pubblicato su www.globalist.it il 12 ottobre 2011)

di Piero Montanari
Questa davvero ci mancava e ve la segnalo perché è piuttosto grossa: Raphael Mazzucco, mi dicono famosissimo fotografo canadese di moda, molto "cool", (sarà per questo che gli ha dato quel titolo) ha realizzato un libro fotografico in uscita a novembre, con un "soggetto" davvero particolare, e sarà forse proprio per questo argomento che il trailer del book fotografico già impazza sulla rete.
Il libro, manco a dirlo, si chiama "Culo", esattamente in lingua italiana, (di certo ha avuto una buona ragione per chiamarlo così, e forse non c'è da andarne fieri) e rappresenta l'esposizione in 248 pagine di culi, lati "B" o fondoschiene che dir si voglia, prestati da altrettante splendide modelle con posteriori da tramandare ai posteri.

Il trailer di questo libro è commentato musicalmente da due famosissimi artisti dell'area Rap - Dj: Pitbull e David Guetta, tanto per la cronaca.
Perché parlo di questa cosa? Ma perché fare un libro di foto sul culo, oltre a sembrarmi leggermente pornografico, rappresenta - senza falsi moralismi - il fondo del fondo (del fondoschiena) raschiato del barile di questo momento storico culturale (il prefisso 'cul', dato l'argomento, ritorna implacabile).

I culi, soprattutto quelli di famosissime modelle come Stacy Keibler che appare sulle foto nel suo massimo splendore posteriore, hanno la simpatia di tutti, diciamocelo francamente, anche degli intellettuali di sinistra, ammesso che la categoria sia ancora su piazza. Buona visione così, tanto per gradire.
E non faccio dietrologia. A posteriori.

lunedì 10 ottobre 2011

Lavitola, Lombroso e Darwin


 (Pubblicato su www.globalist.it 5 settembre 2011)


di Piero Montanari


Questa è storia per i posteri: Valter Lavitola è latitante all'estero (dice che sta trattando del pesce in Bulgaria, fantasia sublime) perché indagato di estorsione ai danni di Berlusconi, insieme a Tarantini e sua moglie Angela, detta Nicla, Delvenuto.
Col presidente del consiglio l'affarista campano aveva già avuto contatti quando nel 2004, in occasione delle elezioni europee, si candidò nelle liste di Forza Italia nella circoscrizione Sud, ottenendo molte preferenze, ma non sufficienti per sedersi a Strasburgo tra i rappresentanti in Europa del centrodestra italiano.

Ma al presidente del consiglio sembra che organizzò anche una festa in Brasile, in occasione di un viaggio che lo stesso fece in quel paese qualche tempo fa, e per l'occasione procurò probabilmente a Silvio quella brasiliana col culo altissimo che si vede su tutti i depliants di Rio (pare ce ne sia solo una ed è sempre lei).

Prima di ciò il carneade editore dell'Avanti, la gloriosa testata storica dei socialisti italiani (parlo di quelli veri, dai direttori: Bissolati, Bonomi, Nenni, Lombardi, Vecchietti, ai collaboratori Pertini, Labriola etc) era appunto un carneade, un emerito sconsciuto che si era "accattato" con altri faccendieri la gloriosa testata, modificandone un po' il lettering (lascia il punto escamativo finale ma non l'articolo davanti) e fa del giornale un foglio di spionaggio, vantando, il Valterino, coinvolgimenti con servizi segreti internazionali e simpatie per gli 007. Mamma mia!

Spesso si valutano le persone che ci stanno davanti anche per il loro aspetto fisico, il quale racconta molto della loro anima e della possibilità - o meno - di fidarci o di diventare amici. Per questo motivo vorrei soffermarmi sulla fisiognomica di Valterino Lavitola di Salerno, classe 1966, sposato con prole, anche se quello che dico potrebbe sembrare razzista ed infantile (e me ne dispiaccio un po', ma tant'è).

Avete visto le sue sopracciglia? Non promettono nulla di buono: sono unite, folte, inutili (non vive nella rain forrest amazzonica) come se un paio di milioni di anni di evoluzione dell'Homo Erectus non fossero passati sulla sua faccia. Materiale per Dawin e la sua ricerca dell'anello mancante nella catena evolutiva dell'Uomo.

Cesare Lombroso, il grande antropologo criminale lo avrebbe di sicuro fotografato e messo nel suo famoso libro di fisiognomica, bollandolo come "criminale per nascita". Personalmente con uno così non ci prendo neanche un caffè per sbaglio.

E invece Silvio Berlusconi, (presidente del consiglio dei ministri italiano, capito?) cosa fa? Lo candida nel suo partito, gli fa organizzare feste e festini, ci diventa, in qualche maniera, amico, si relaziona con lui e poi, attraverso quell'altro personaggino Gianpaolo 'te lo raccomando' Tarantini e sua moglie, si fa fottere 20mila euro al mese per un totale di 350mila (magna pars di questi soldi sono finiti nelle tasche di Lavitola) e la "promessa" di riceverene presto altri 500mila, a quale titolo non viene dato di sapere.

Questi soldi, si indaga ma è evidente, sono frutto di un ricatto ai danni di Berlusconi da parte del trio. Orribile il ricatto, ma se uno paga, vuol dire che ha, in qualche maniera, la coscienza disordinata, perché il trio-ricatto doveva sottacere su magheggi vari dei quali si sta facendo luce, mignotte comprese.

Brutta storia, davvero!

Gli 007 smascherati e un lavoro nuovo


 (Pubblicato su www.globalist.it il 2 settembre 2011)


di Piero Montanari
 
Antefatto: Come descritto nell'articolo apparso oggi su Globalist, il quale titola: "Le foto dei due 007 bruciati per colpa del governo" e che ha l'aria di essere, a tutti gli effetti, uno scoop giornalistico (va dato merito al nostro staff, please), due agenti segretissimi di scorta ad Abdel Saleem Jallud, ex numero due del regime libico e fatto fuggire a Roma con la complicità di Letta e del ministro Frattini, sono stati fotografati mentre accompagnavano il loro "protetto" da Lucia Annunziata (e non da Bruno Vespa, come descritto nell'articolo,  per dare una parvenza sinistrorza all'operazione-salvataggio).

Si sa, se tu fotografi e pubblichi le facce di due agenti "di copertura" adibiti alla protezione di personaggi a rischio, li "bruci" come si dice in gergo, e questi non possono più essere utilizzati all'uopo, a meno di non mettere in pericolo le loro vite, quelle delle loro famiglie e quella del loro assistito (della quale, in questo precipuo frangente, ci interessa cinicamente il giusto).

A questo punto, ai due malcapitati 007 non resta, visto che sono in Italia, paese delle grandi mutazioni, che contattare la Santanchè per farsi dare l'indirizzo del suo chirurgo plastico di fiducia. Così potranno cambiare faccia (Face off, ricordate il film?), farsi i labbroni come la Danielona, blefaroplastica d'ordinanza, nonchè rinoplastica ma anche, volendo, mastoplastica additiva e poi andare dal Berlusca nazionale, farsi dare il telefono di quello che gli ha fatto il trapianto di capelli e farsene fare uno ad hoc (uno dei due 007 è completamente calvo).

Già che ci sono, chiedere a Berlusconi l'indirizzo dell'altro chirurgo che gli ha inserito una fistola artero-venosa nel pene, per poi comandare "cum magna pompetta" l'erezione dello stesso e finalmente spassarsela un pò, con queste due belle nuove identità, nel nostro straordinario Paese, pieno di situazioni fantasiose e di belle donne compiacenti.

A proposito di belle donne, già che ci sono e vista la fine ingloriosa della prima, iniziare una nuova attività e mettere in piedi come Tarantini e Lavitola, un Import-Escort (si, avete letto bene, Import-Escort) per favorire del 'mignottage' fresco ai politici nostrani che lo gradiscono.
Altro che pesce dalla Bulgaria!

Vadano a casa loro e il giro della Padania!

Anche loro partecipano?












(Pubblicato su www.globalist.it il 9 settembre 2011)


di Piero Montanari
Ci voleva pure il Giro Ciclistico della Padania adesso, per passare un'altra mano di ridicolo alla povera e bistrattata Italia, da questo parterre di posticci, improvvisati politicanti dell'ultima sgrullata, i quali, non paghi di Miss Padania, Radio Padania, Telepadania, il giornale La Padania, in un delirio quotidiano di secessionismo e di insulti al popolo italiano, e poi di diti medi alzati, e di acque del Po nelle ampolle e di insulti al Risorgimento, ai morti ammazzati per l'Unità d'Italia, si inventano un improbabile Giro Ciclistico della Padania, per regalarci un altro assaggio di miseria umana, ulteriore manifestazione del piccolo pensiero leghista.

Il Giro della Padania, organizzato dalla Federazione Ciclistica Italiana e quindi non F.C.P. (Federazione Ciclistica Padana) e dal Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano, e quindi non dal C.O.N.P. (Comitato Olimpico Nazionale Padano) e dal sottosegretario leghista Michelino Davico, presidente della Monviso-Venezia, è partito martedì scorso non senza polemiche e, purtroppo - ma c'era da aspettarselo - tafferugli, schiaffi, spintoni e un poliziotto ferito, per altro, da un'auto dell'organizzazione.
Mentre i ciclisti, capitanati dalle star Ivan Basso e Sacha Modolo, chiedono il normale svolgimento della corsa e garanzie per la loro incolumità - giustamente aggiungo - Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista, e un gruppo di militanti blocca la seconda tappa con sit-in in mezzo alla strada. Siamo davvero alla tragedia comica.

E non potevamo farci mancare il 'fine pensiero' dell'ex campione del mondo di ciclismo, Francesco Moser, che ha inaugurato la manifestazione, e che in un'intervista dice: "Ma cosa vogliono questi 'comunisti' con tutte quelle bandiere rosse? Senza tutto questo casino nessuno si sarebbe accorto che c'era il giro della Padania". E aggiunge, in un moto d'orgoglio: "La Padania esiste, è inutile far finta di niente, quindi è giusto che la corsa si chiami così." E poi rincara la dose: "I comunisti organizzano da una vita corse ciclistiche come il Giro delle Regioni o il Gran premio della Liberazione e nessuno ha mai detto niente."

Penso in tutta franchezza che forse qualche testolina dovrebbe saltare, tra chi ha promosso il Giro della Padania e chi ne ha avallato il nome, se non altro per semplici motivi di ordine pubblico. E mi riferisco a Petrucci, Presidente del Coni e a Renato di Rocco, presidente della Federciclismo che non si sono resi conto di aver dato il placet ad una bieca operazione di regime.
E con le tappe non siamo ancora arrivati alle "terre rosse".

Silurata la Dandini: vediamo perchè

di Piero Montanari
(pubblicato su Globalist il 15 settembre) 
E' notizia di poco fa e vorremmo commentarla: il CdA della Rai ha bocciato anche "Parla con me", e la maggioranza vince per 5 a 4, non ostante il voto favorevole del suo presidente Paolo Garimberti. La storia si fa pesante, e continua inesorabile la diaspora di tutta la cosiddetta "gente di sinistra" della Rai. In tutta franchezza, non mi straccio le vesti per la Dandini, anche se il suo salotto rosso rimaneva uno dei pochi spazi di cultura, con ospiti illustri, e di satira antiregime.

Ad essere sinceri, pure a noi ci hanno levato di mezzo, che facevamo "Ritratti", un programma - secondo me che ci lavoravo - divulgativo e divertente, realizzato con il repertorio delle teche Rai, che costava poco e valeva di più, mi si perdoni la parzialità.
Francamente mi ripugna parlare di mal comune, oggi a me domani a te; diciamo piuttosto che sembra il colpo di coda della bestia ferita (o morente), un CdA Rai 'Berlusconi-oriented' che sembra non voglia mai discernere la politica dallo spettacolo (o dalla satira, che dir si voglia). Pare proprio che l'ossessione della politica per la televisione sia ancora molto forte, e dimostra più che mai la volontà di "asservire il servizio" pubblico ai voleri della maggioranza del governo italiano.

L'accordo con la Fandango e la Rai sembrava cosa fatta, con lo "sconto per comitive" del 6%, che mi sembra davvero poca cosa, per l'azienda che avrebbe voluto realizzare "Parla con me" al suo interno, dati i costi. Domanda: ma delle 13mila persone che lavorano in Rai non c'è nessuno in grado di mettere in piedi il programma?

Visti i fatti, tiriamo un sospiro di sollievo per la riconferma di "Ballarò", di Fazio (seppur senza Saviano) e per la sudata vittoria della Gabbanelli, che ha dovuto davvero soffrire per ritornare con il suo "Report".
E tutto questo accade in attesa della nomina del nuovo direttore di Rai Tre che ci auguriamo prossima e di qualità.

L'infelice vecchiaia di Anita e Sly

di Piero Montanari
Nel "Settimo sigillo" di Bergman il regista si scontra con la fede, ma soprattutto con l'ancestrale paura dell'Uomo nei confronti della Morte che, nella partita a scacchi del film, finisce per vincere inesorabilmente, come è purtroppo giusto che sia.

Cito il grande regista svedese perché ritengo che il pegno che si deve pagare alla morte è la vecchiaia che, per certi versi, può anche essere peggiore della morte stessa. James Dean e Marylyn Monroe questo scacco non l'hanno subito perchè, morendo giovani, hanno consacrato sé stessi al mito e all'immortalità, anche se pagato a duro prezzo.

Due notizie di questi giorni mi hanno colpito profondamente: gli 80 anni di Anita Ekberg, la meravigliosa attrice della felliniana "Dolce Vita", che pochi ricordano come 'persona' ma tutti come icona sensuale di quel prezioso film, soprattutto nella scena del bagno nella fontana di Trevi insieme a Mastroianni. Oggi Anitona (questo era il suo appellativo all'epoca) è una vecchia signora sola, costretta in carrozzella per la frattura insanabile del femore, in un ospedale per lungodegenti dei castelli romani, assistita da una suora, sua unica amica, che festeggerà con lei il 29 settembre il traguardo degli 80 anni.
La curiosità un po' morbosa mi ha spinto a cercare le foto della Ekberg di oggi, e mi è apparsa l'immagine di una persona irriconoscibile, ben lontana da quella che la mia fantasia si era portata dietro in tutti questi anni. Effetto doloroso e spiacevole.

Ed ecco la seconda notizia: vi ricordate Sly Stone, la grande star del R&B che con la sua Family segnò un'epoca negli anni '70? Un vero mito musicale che, con altri grandi interpreti, cambiò la storia della pop music di quel periodo.
Ebbene, oggi, non ancora settantenne, vive poverissimo in un camper, assistito da una coppia di pensionati che gli preparano da mangiare e gli permettono di lavarsi in casa loro.
Sly aveva una villa sontuosa a Beverly Hills, dove dava party con ospiti come Stevie Wonder, Miles Davis, Jimi Hendrix, guadagnava con la sua musica milioni di dollari e la bella favola sembrava non dovesse finire mai. Poi il declino, il pubblico che ti abbandona e ti dimentica, la tua musica che non va più, complice una vita dissoluta segnata dall'uso di stupefacenti, sperpero di denaro, e tutto è miseramente finito.

Ti ritrovi, come Sly e Anita, vecchio e solo, a ricordare una lontana, lontanissima dolce vita.

Steve Jobs: la fantascienza? Un gioco da ragazzi (in un garage)

L'annuncio della morte di Steve Jobs, l'eclettico fondatore della Apple, ha lasciato il mondo in costernazione, anche se la sua malattia - un tumore al pancreas del quale era affetto da alcuni anni - non gli dava nessuna speranza.
Steve viveva, proprio per questo, ogni giorno come fosse l'ultimo, ed era forse questa la sua straordinaria forza, la sua inestimabile capacità visionaria, che gli permetteva di immaginare "oggetti" che poi veramente realizzava e che poi si rivelavano capaci di cambiare il mondo e il rapporto tra gli uomini. Il suo lascito "spirituale" è talmente alto e straordinario che sarà difficile immaginare un altro come lui.

Breve memoria. La sua Apple - oggi la seconda azienda americana, e prima nel settore hi-tech, seguita da Google e Microsoft - il 24 gennaio del 1984 lanciò il Macintosh, un computer che si opponeva, grazie alla sua interfaccia grafica, ai potenti Pc che avevano già iniziato ad inondare il mondo. E già nascevano le tifoserie: gli adoratori del Mac - dei quali già facevo parte - e quelli del Pc. Ma musicisti come me e grafici, riuniti in una ideale setta mondiale, decretarono il successo della "mela morsicata" da subito, quasi fosse una nuova religione, ed il Macintosh divenne l'emblema di un'aristocrazia di utenti, pochi a quel tempo, ma buoni.

La storia di Jobs subisce uno stop quando, poco tempo dopo, viene cacciato letteralmente via dalla società che aveva fondato (strana cosa l'economia) e al suo posto va John Sculley, ex amministratore delegato della Pepsi Cola.
Ma Steve Jobs due anni dopo, fonda la Pixar (che poi venderà alla Disney) e inizia a lavorare su interfaccia grafici che cambieranno - anche lì da visionario qual'era - il modo di fare animazione digitale, regalandoci film straordinari come "Toy Story".

Nel 1998 viene richiamato dall'azienda di Cupertino perché in crisi profonda e di lì a pochi anni le sorti della Apple cambiano grazie all'invenzione dell'iPod, che ti permette - con iTunes - di scaricarti la musica legalmente e portartela dietro in un oggetto piccolissimo con due cuffiette. L'iPod diventa un simbolo di libertà e le vendite raggiungono livelli stratosferici: 10 milioni di pezzi e 200 milioni di canzoni scaricate. E poi fa seguito l'iPod Nano nel 2004, che ti fa anche vedere le clip. Fantascienza.

Ma è tre anni dopo, il 2007, che Jobs lancerà l'iPhone, un telefonino anch'esso rivoluzionario che, con il semplice tocco di un dito e quindi dotato di un'interfaccia utente strabiliante, ti permette di accedere a qualsiasi applicazione. Lo smartphone, e il telefono diventano "altra cosa" e il progetto viene inseguito da tutte le società di telefonia che cercano di svilupparlo a casa loro perche Jobs, ancora una volta, li aveva precededuti con il suo pensiero fantastico, diventato presto realtà.

Poi nel 2008 la scoperta della malattia a cui Steve si oppone con tutte le sue forze, da combattente qual'era. Fa in tempo in questi anni a tirare fuori dal cilindro un oggetto che sembra arrivare dal futuro: l'Pad, una tavoletta che è l'ultima generazione di computer, filosofia e grafica come l'iPhone - tocchi e accedi - che ti consente di navigare con estrema facilità, scrivere email in ogni luogo, vedere film ed essere in contatto con tutto il mondo.

Il 25 agosto di quest'anno Steve lascia la Apple e gli succede Tim Cook, che raccoglie una eredità davvero onerosa, ma con il 70% del mercato iPod e iPad in casa. Oggi l'annuncio della morte del genio di Cupertino fa sembrare difficile immaginare un altro come lui, che aveva fatto diventare la fantascienza un gioco da ragazzi in un garage.

lunedì 3 ottobre 2011

Cosa accade ai cantautori a 60 anni?





di Piero Montanari
Ivano Fossati è uno degli autori italiani di canzoni che preferisco. L'ho anche frequentato per aver suonato in un paio di occasioni con lui ai tempi de "La mia banda suona il rock", un album del 1979 che lo consacrò definitivamente al successo.
Ieri, 2 ottobre 2011, il 60enne artista genovese (nato nella città ligure il 21 settembre del 1951) ospite a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, ha annunciato che, col disco "Decadancing" (il titolo un presagio?) in uscita a giorni e l'imminente tour, abbandonerà la sua carriera discografica e, con tutta probabilità, anche quella in tour. Lo ha fatto purtroppo nel peggiore dei modi, cantando con una band di inutili esagitati dietro di lui e con un playback che, a dirla tutta, il bravo artista ci poteva risparmiare.
Sinceramente dispiaciuti e rispettosi delle scelte di Fossati, cercheremo di analizzare le ragioni per le quali quasi tutti i grandi cantautori italiani, al compimento del 60esimo anno di età, come fosse una dead line pericolosa, entrano in una crisi artistico-esistenziale nera e sembra abbiano voglia di mollare tutto.

Claudio Baglioni (Roma, 16 maggio 1951):
Settimane fa girava insistentemente la voce del suo imminente ritiro dalle scene, addirittura corredata da storie più o meno fantasiose, come quella che si sarebbe chiuso in qualche convento a meditare, o che si sarebbe dedicato esclusivamente e francescanamente a fare del bene al prossimo suo. Da me interrogato via sms sulla questione (vanto un'antica amicizia e collaborazione con Claudio) mi ha testualmente risposto: "Caro Piero, finchè ci va bene tiriamo innanzi, per dirla con Amatore Sciesa". Il messaggio sibillino, a pare mio, manifesta chiaramente la fine o un calo sensibile di entusiasmo, se non una dichiarata depressione. Mi aspetto presto da Baglioni qualche annuncio a sensazione.

Renato Zero (Roma, 30 settembre 1950):
Renato non è certo nuovo ad annunci di ritiro dalle scene. Ne ricordo uno del 1990 che fece seguito, però, alla pubblicazione di un lavoro discografico dopo tre anni di assenza, "Quando non sei più di nessuno" e quindi, la ripresa dei concerti per la gioia del popolo dei sorcini.
Ora sembra faccia sul serio, ed ha detto che vuole smettere ad libitum, per dedicarsi ad altre faccende, comprarsi una enorme casa al centro di Roma, screditare definitivamente le "voci" della sua presunta omosessualità e andarci a convivere con la sua famiglia e la "vecchia" fidanzata, Lucy Morante.
Fu dopo questo annuncio che coniai per lui il termine "eteropensionato".

Però ancora resistono coriacemente abbarbicati alle loro canzoni: Venditti, Francesco De Gregori, con la sua chitarra e la fedele caciottella sulla testa, ma anche la generazione dei settantenni: Lucio Dalla, , Guccini, Vecchioni, Paolo Conte e dei quasi ottantenni Gino Paoli, Vianello, solo per citarne alcuni in attività. Poche cose sembrano fare più gli ultrasessantenni Battiato, Bennato, Pino Daniele, Minghi.
Che la depressione sia lo Stargate dei sessant'anni ma anche il segno dei tempi che stiamo vivendo? Io credo prorprio di si.

Premio alla Cultura

PREMI SPECIALI

A BENEMERITI DELLA CULTURA

(Trofeo di Cristallo e Medaglia d’oro del Presidente dell’Ass. Cult. “P. Raffaele Melis O.M.V.”)

Musicista Regista Maestro PIERO MONTANARI
Roma

Premio “Francesco Di Lella”

“Per avere contribuito con la musica e la regia all’evoluzione ed all’affermazione di attori e cantanti di chiara fama nazionale ed internazionale, lasciando un segno vivo nel panorama cinematografico e musicale italiano, senza mai desistere anche in un periodo così difficile ed arduo come l’attuale.”

Firmato Augusto Giordano, Getulio Baldazzi, P.Ezio Bergamo, Rita Tolomeo, Maurizio Pallottí, Domenico Di Lella, Maria Fichera, Gianni Farina, Rita Pietrantoni, Paola Pietrantoni, Domenico Gilio.

Il premio sarà conferito il 13 giugno 2010 alle ore 16 al teatro S. Luca, in via Lorenzo da' Ceri 136 - Roma.

Esce il cofanetto della mitica trasmissione!

Esce il cofanetto della mitica trasmissione!
Finalmente nelle librerie "L&H:2 Teste senza cervello", libro e Dvd con la summa delle puntate migliori e, udite udite, dialoghi ANCHE IN ORIGINALE . Lo abbiamo presentato da MelBookStore il 30 giugno 09. C'era Italo Moscati, persona di straordinaria cultura e spessore umano. Con quella di Giancarlo le due 'memorie' si intersecavano a meraviglia! Due teste con parecchio cervello...SE TI INTERESSA COMPRARLO, CLICCA SULL'IMMAGINE!

Al Parco di S. Sebastiano

Al Parco di S. Sebastiano
Con Guido De Maria e Giancarlo Governi, i padri di SUPERGULP!

Celebriamo SUPERGULP!

Celebriamo SUPERGULP!
Talk Show con Giancalo e Guido al "Roma Vintage Festival", 16 giugno 2009 dedicato allo storico programma Rai

Celebriamo Gabriella Ferri

Celebriamo Gabriella Ferri
Con Giancarlo

...e Rino Gaetano

...e Rino Gaetano
Con Giancarlo

...ancora Rino

...ancora Rino

Con sua sorella Anna Gaetano e Giancarlo

Con sua sorella Anna Gaetano e Giancarlo
In omaggio a Rino, quella sera ho cantato "I love you Maryanna", primo disco di Rino, prodotto da me e da Antonello Venditti nel 1973. Con Rino feci un tour nel 1979. Alla batteria c'era Massimo Buzzi, alle chitarre Nanni Civitenga e Rino e io al basso. Il 'road manager' era Franco Pontecorvi che oggi vive come me sui Castelli Romani e vende occhiali.

Serata Supergulp

Serata Supergulp
Venerdì 17 luglio '09 al Parco S. Sebastiano (Caracalla) all'interno di Roma Vintage, verrà ripetuta la serata dedicata alla genesi del mitico programma televivivo. Parteciperanno Giancarlo Governi, Guido De Maria e Piero Montanari (me stesso...). Appassionati intervenite!

Un giovane promettente...

Un giovane promettente...
Luca, il giorno che si è vestito bene per il suo saggio di pianoforte. Sarà pur vero che "ogni scarrafone è bello a mamma soia", ma ci saranno pure degli scarrafoni universalmente belli, o no?

Maggio 2008: un piacevole incontro

Maggio 2008: un piacevole  incontro
Dopo più di vent'anni ho rivisto l'amico Giorgio Ariani, grande attore e voce ufficiale Italiana di Oliver Hardy (Ollio). Nel 1985 realizzammo la sigla di "2 Teste senza cervello" e Giorgio, con Enzo Garinei (Stanlio) doppiò una marea di film della coppia per i quali realizzai le musiche.

Una gita al "Giardino dei Tarocchi"

Una gita al "Giardino dei Tarocchi"
A Capalbio (Gr.) c'è un posto magico da visitare, con opere d'arte tra ulivi e macchia mediterranea, opera dell'architetta Niky De St. Phalle che ha realizzato in 20 anni un percorso di magnifiche statue ispirate ai Tarocchi, le magiche carte che predicono il futuro...Dato il suo nome, è meta di "sole" e personaggi cosiddetti " taroccati". Wanna Marchi e sua figlia sono state spesso viste aggirarsi tra le magnifiche statue!

Diana Nemi 2007/2008

Diana Nemi 2007/2008
Da sx alto: Samuele, Emanuele, Federico R., Lorenzo, Matteo, Edoardo, il Mister Eugenio Elisei. Sotto:Simone, Luca, Daniele, Valerio, Riccardo, Federico C.

Luca e Pedro 'Piedone' Manfredini

Luca e Pedro 'Piedone' Manfredini
Col mio "idolo" calcistico di ieri

Luca e Francesco Totti

Luca e Francesco Totti
Col suo "idolo" calcistico di oggi

Luca Montanari

Luca Montanari
Il calciatore. Questa stagione, la prima di campionato con i pulcini della "Diana Nemi", è capocannoniere. Ha messo a segno ben 43 reti e tutte senza rigori, ma ventidue su calci piazzati!

Luca Montanari

Luca Montanari
Nel momento della premiazione

Daniele Serafini

Daniele Serafini
La premiazione

A S D Diana Nemi Pulcini '98. Anno 2006 -'07

A S D Diana Nemi Pulcini '98. Anno 2006 -'07
Da sx della foto: Samuele, Matteo, Riccardo,Federico, Wulnet, Carlo, Luca, Daniele. Seduto con il pallone, una vera pestilenza, Federico Rosselli. Dobbiamo dire grazie alla pazienza infinita del Mister Eugenio Elisei, che più volte ha pensato di mollare la squadra e dedicarsi alle missioni in Angola - E' meno faticoso - mi ha detto, disperato, alla fine di un allenamento.

Allenamenti anno 2007-2008

Allenamenti anno 2007-2008
Il mio secondo figlio unico...

Matteo Montanari

Matteo Montanari
Il mio primo figlio unico...

Ado e Sania Montanari

Ado e Sania Montanari
The Peter's Sisters

La Roma tra la "B" e la "A" 1951-1952

La Roma tra la "B" e la "A" 1951-1952
Memmo Montanari (primo a dx nella foto) con i suoi tifosi in una trasferta della Roma. La foto è stata scattata al ritorno da Verona il 22 giugno 1951. Solo dopo quella partita la Roma ebbe la certezza di tornare in serie A

Memmo Montanari, capo dei tifosi, in azione nel suo poderoso incitamento alla squadra.

Memmo Montanari, capo dei tifosi, in azione nel suo poderoso incitamento alla squadra.
Mio padre, che si diceva fosse danaroso, quando morì era povero. Qualcuno nel nostro quartiere Celio racconta ancora che comprava i giocatori alla Roma...

Mio padre al centro dei vip della Roma

Mio padre al centro dei vip della Roma
Ricordo questa foto da sempre. Quella che avevamo in casa aveva un ritocco fatto a mano da non so chi (forse mio padre stesso). Il "pittore" aveva dipinto a tutti pantaloncini da calcio e gambe nude! In quel periodo glorioso nasce il giornale "Il Giallorosso" che contribuì attivamente alla ricostruzione della Roma. Fu fondato da mio padre, Angelo Meschini (capi storici di allora del tifo romanista) e dai fratelli Mario e Peppino Catena (soci della Roma) con la collaborazione dell'avvocato Alberto Saccà, con cui mio padre, nei miei ricordi da piccolo, aveva rapporti conflittuali.

Il Giallorosso

Il Giallorosso
Testata del giornale dei tifosi della Roma fondato da mio padre nel 1952. Ero piccolino e ricordo quel giorno che mi fece vedere le bozze...ricordo la finestra della mia camera sulla Piazza, al civico 4, ed il Colosseo davanti.

Pop & Jazz History

Pop & Jazz History
Sonorizzazione

1970 Pop Maniacs

1970 Pop Maniacs
Qui ci sono anche le musiche di Spyderman e i Fantastici Quattro che feci nel 1977 per Supergulp!

Il Pianeta Totò

Il Pianeta Totò
Fotogramma della sigla di Mario Sasso per la prima trasmissione di Rai 2 sul grande attore. Gli occhi di Totò si muovevano a tempo con una mia tarantella che si trasformava via via in rock sulle note di Malafemmena.

Laurel & Hardy

Laurel & Hardy
Logo originale della trasmissione

Laurel & Hardy

Laurel & Hardy
Un fotogramma della sigla di "Due teste senza cervello". Ci lavorò a lungo il videoartista Mario Sasso, alla SBP di Roma, con Virginia Arati che dipingeva elettronicamente 'frame by frame', con un computer costosissimo della Quantel che si chiamava appunto Paintbox. Credo che questa sigla sia stata la prima in Tv ad essere realizzata con questa straordinaria tecnica.

Il mio recording studio

Il mio recording studio
La regia

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La sala di ripresa

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la regia

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La regia

Il ritorno di Ribot 1991

Il ritorno di Ribot 1991
Uno sceneggiato interpretato dal grande cantante e attore franco-armeno Charles Aznavour e Delia Boccardo, diretto da Pino Passalacqua per Rai1 e Antenne2 con la colonna sonora composta da me.

Processo di famiglia di Nanni Fabbri, 1992 per Rai1

Processo di famiglia di Nanni Fabbri, 1992 per Rai1
Alessandra Martinez, protagonista del film in due puntate con la mia colonna sonora.

Le Gorille

Le Gorille
Serie TV franco anglo italiana che riprende dei film del 1957-58 con Lino Ventura. Il personaggio è Geo Paquet, agente segreto francese, Di questa serie ho musicato 2 episodi, per la regia di Maurizio Lucidi e Duccio Tessari

Top model

Top model
Film con D'Amato

Top model

Top model
Stesso film uscito in Grecia

Top girl

Top girl
Film sequel di D'Amato. Beh, dopo tutte ste top, non poteva mancare la girl!

High finance woman

High finance woman
Altro film di D'Amato con le mie musiche