L'annuncio della morte di Steve Jobs, l'eclettico fondatore della Apple, ha lasciato il mondo in costernazione, anche se la sua malattia - un tumore al pancreas del quale era affetto da alcuni anni - non gli dava nessuna speranza.
Steve viveva, proprio per questo, ogni giorno come fosse l'ultimo, ed era forse questa la sua straordinaria forza, la sua inestimabile capacità visionaria, che gli permetteva di immaginare "oggetti" che poi veramente realizzava e che poi si rivelavano capaci di cambiare il mondo e il rapporto tra gli uomini. Il suo lascito "spirituale" è talmente alto e straordinario che sarà difficile immaginare un altro come lui.
Breve memoria. La sua Apple - oggi la seconda azienda americana, e prima nel settore hi-tech, seguita da Google e Microsoft - il 24 gennaio del 1984 lanciò il Macintosh, un computer che si opponeva, grazie alla sua interfaccia grafica, ai potenti Pc che avevano già iniziato ad inondare il mondo. E già nascevano le tifoserie: gli adoratori del Mac - dei quali già facevo parte - e quelli del Pc. Ma musicisti come me e grafici, riuniti in una ideale setta mondiale, decretarono il successo della "mela morsicata" da subito, quasi fosse una nuova religione, ed il Macintosh divenne l'emblema di un'aristocrazia di utenti, pochi a quel tempo, ma buoni.
La storia di Jobs subisce uno stop quando, poco tempo dopo, viene cacciato letteralmente via dalla società che aveva fondato (strana cosa l'economia) e al suo posto va John Sculley, ex amministratore delegato della Pepsi Cola.
Ma Steve Jobs due anni dopo, fonda la Pixar (che poi venderà alla Disney) e inizia a lavorare su interfaccia grafici che cambieranno - anche lì da visionario qual'era - il modo di fare animazione digitale, regalandoci film straordinari come "Toy Story".
Nel 1998 viene richiamato dall'azienda di Cupertino perché in crisi profonda e di lì a pochi anni le sorti della Apple cambiano grazie all'invenzione dell'iPod, che ti permette - con iTunes - di scaricarti la musica legalmente e portartela dietro in un oggetto piccolissimo con due cuffiette. L'iPod diventa un simbolo di libertà e le vendite raggiungono livelli stratosferici: 10 milioni di pezzi e 200 milioni di canzoni scaricate. E poi fa seguito l'iPod Nano nel 2004, che ti fa anche vedere le clip. Fantascienza.
Ma è tre anni dopo, il 2007, che Jobs lancerà l'iPhone, un telefonino anch'esso rivoluzionario che, con il semplice tocco di un dito e quindi dotato di un'interfaccia utente strabiliante, ti permette di accedere a qualsiasi applicazione. Lo smartphone, e il telefono diventano "altra cosa" e il progetto viene inseguito da tutte le società di telefonia che cercano di svilupparlo a casa loro perche Jobs, ancora una volta, li aveva precededuti con il suo pensiero fantastico, diventato presto realtà.
Poi nel 2008 la scoperta della malattia a cui Steve si oppone con tutte le sue forze, da combattente qual'era. Fa in tempo in questi anni a tirare fuori dal cilindro un oggetto che sembra arrivare dal futuro: l'Pad, una tavoletta che è l'ultima generazione di computer, filosofia e grafica come l'iPhone - tocchi e accedi - che ti consente di navigare con estrema facilità, scrivere email in ogni luogo, vedere film ed essere in contatto con tutto il mondo.
Il 25 agosto di quest'anno Steve lascia la Apple e gli succede Tim Cook, che raccoglie una eredità davvero onerosa, ma con il 70% del mercato iPod e iPad in casa. Oggi l'annuncio della morte del genio di Cupertino fa sembrare difficile immaginare un altro come lui, che aveva fatto diventare la fantascienza un gioco da ragazzi in un garage.
Steve viveva, proprio per questo, ogni giorno come fosse l'ultimo, ed era forse questa la sua straordinaria forza, la sua inestimabile capacità visionaria, che gli permetteva di immaginare "oggetti" che poi veramente realizzava e che poi si rivelavano capaci di cambiare il mondo e il rapporto tra gli uomini. Il suo lascito "spirituale" è talmente alto e straordinario che sarà difficile immaginare un altro come lui.
Breve memoria. La sua Apple - oggi la seconda azienda americana, e prima nel settore hi-tech, seguita da Google e Microsoft - il 24 gennaio del 1984 lanciò il Macintosh, un computer che si opponeva, grazie alla sua interfaccia grafica, ai potenti Pc che avevano già iniziato ad inondare il mondo. E già nascevano le tifoserie: gli adoratori del Mac - dei quali già facevo parte - e quelli del Pc. Ma musicisti come me e grafici, riuniti in una ideale setta mondiale, decretarono il successo della "mela morsicata" da subito, quasi fosse una nuova religione, ed il Macintosh divenne l'emblema di un'aristocrazia di utenti, pochi a quel tempo, ma buoni.
La storia di Jobs subisce uno stop quando, poco tempo dopo, viene cacciato letteralmente via dalla società che aveva fondato (strana cosa l'economia) e al suo posto va John Sculley, ex amministratore delegato della Pepsi Cola.
Ma Steve Jobs due anni dopo, fonda la Pixar (che poi venderà alla Disney) e inizia a lavorare su interfaccia grafici che cambieranno - anche lì da visionario qual'era - il modo di fare animazione digitale, regalandoci film straordinari come "Toy Story".
Nel 1998 viene richiamato dall'azienda di Cupertino perché in crisi profonda e di lì a pochi anni le sorti della Apple cambiano grazie all'invenzione dell'iPod, che ti permette - con iTunes - di scaricarti la musica legalmente e portartela dietro in un oggetto piccolissimo con due cuffiette. L'iPod diventa un simbolo di libertà e le vendite raggiungono livelli stratosferici: 10 milioni di pezzi e 200 milioni di canzoni scaricate. E poi fa seguito l'iPod Nano nel 2004, che ti fa anche vedere le clip. Fantascienza.
Ma è tre anni dopo, il 2007, che Jobs lancerà l'iPhone, un telefonino anch'esso rivoluzionario che, con il semplice tocco di un dito e quindi dotato di un'interfaccia utente strabiliante, ti permette di accedere a qualsiasi applicazione. Lo smartphone, e il telefono diventano "altra cosa" e il progetto viene inseguito da tutte le società di telefonia che cercano di svilupparlo a casa loro perche Jobs, ancora una volta, li aveva precededuti con il suo pensiero fantastico, diventato presto realtà.
Poi nel 2008 la scoperta della malattia a cui Steve si oppone con tutte le sue forze, da combattente qual'era. Fa in tempo in questi anni a tirare fuori dal cilindro un oggetto che sembra arrivare dal futuro: l'Pad, una tavoletta che è l'ultima generazione di computer, filosofia e grafica come l'iPhone - tocchi e accedi - che ti consente di navigare con estrema facilità, scrivere email in ogni luogo, vedere film ed essere in contatto con tutto il mondo.
Il 25 agosto di quest'anno Steve lascia la Apple e gli succede Tim Cook, che raccoglie una eredità davvero onerosa, ma con il 70% del mercato iPod e iPad in casa. Oggi l'annuncio della morte del genio di Cupertino fa sembrare difficile immaginare un altro come lui, che aveva fatto diventare la fantascienza un gioco da ragazzi in un garage.
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