L'AUTORE

martedì 30 maggio 2017

Troppa retorica nella celebrazione di Totti?

(Due opinioni a confronto Piero Montanari, editorialista di Globalist e tifoso della Roma dialoga con il 'non tifoso' Diego Minuti.)


Leggo oggi a firma di Diego Minuti un pezzo su Globalist dove, nella sostanza, viene riconosciuta la grandezza del calciatore Francesco Totti nel giorno tristissimo del suo addio alla Roma, ma non viene capito l'esibizionismo di chi lo saluta con piaggeria, adulazione, lodi senza freni, come se Totti non fosse solo un calciatore, ma “l'incarnazione di un supereroe, uno Spiderman senza calzamaglia, un Wolverine senza artigli, un Superman senza scudo giallo sul petto, desibirsi nello sport preferito dall'italica stirpe.”

Prosegue l'articolo stigmatizzando servizi, articoli, documentari e libri che si sono scritti e fatti su Totti, meritati nella sostanza – aggiunge Minuti - ma con toni che sono stati assolutamente fuori registro. “Ieri sera, nelle battute immediatamente precedenti al calcio di inizio di Roma-Genoa, così come nelle ore precedenti, è stato tutto un inseguire figure retoriche che profumavano d'incenso per definire la grandezza del Totti calciatore.”

Mi viene voglia di chiedere a Minuti non di che squadra sia, perché questo certo non farebbe la differenza, ma dove vive. Se non vive a Roma un po' lo posso capire (ma neanche tanto), perché vivendo nell'Eterna Città non si può non percepire quanto il pallone sia esageratamente importante per tutti. Decine di radio vivono di calcio parlato, e lo fanno monograficamente 24 ore su 24 per Roma e Lazio, con persone che seguono e si appassionano ascoltando i “sacerdoti conduttori” che dalle radio celebrano le cerimonie di calciatori e allenatori.

Insomma, un delirio certamente, ma anche un forte processo identificativo nei confronti dei campioni più amati. E Totti, manco a dirlo ancora, per la Roma è stato il più grande e il più amato. Ero allo stadio per il suo addio e posso testimoniare l'amore incredibile che gli è stato tributato. Il cinismo e il distacco del quale sono da tempo portatore sano, si sono sciolti in lacrime, ascoltando la curva e tutto lo stadio cantare per ore le lodi al suo Campione. Sarà pure stata una combinazione di tanti fattori,compresa la partecipazione emotiva collettiva, ma piangevamo tutti.


O forse Diego Minuti avrebbe immaginato che il più grande campione della Roma finisse la sua venticinquennale carriera con i i compagni che gli regalano l'orologino d'oro col bracciale di coccodrillo marrone, tra deliri di pasticcini, pastarelle, tramezzini e patatine, il tutto annaffiato con litri di vermut Martini dolce, mentre il capoufficio gli consegna la lettera d'addio scritta dalla segretaria?

sabato 27 maggio 2017

Striscia: Flavio Insinna si scusa, i social divisi.



di Piero Montanari



Dopo giorni di silenzio, seguiti alle rivelazioni di Striscia la notizia sulle sfuriate del conduttore e le oscenità dirette ad alcuni concorrenti e agli autori di Affari tuoi, finalmente Flavio Insinna abbozza qualche riga di scuse sulla sua pagina di Facebook.

Mi spiace e chiedo scusa a tutti, senza se e senza inutili ma – esordisce il presentatore - proprio a tutti, dalla prima all'ultima, dal primo all'ultimo. Le mie scuse sono rivolte anche a chi ha fornito immagini dal Teatro delle Vittorie e registrazioni audio prese dalle scale, fra i camerini e le nostre stanze. Sì, voglio davvero scusarmi anche con chi ha tradito la mia fiducia perché, purtroppo senza volerlo, li ho costretti a dare il peggio di loro stessi. Quasi quanto me. Mi spiace davvero. Sono sempre io, nel bene e nel male. Sul lavoro sono pignolo, ossessivo, incessante – prosegue Flavio -e so distruggere in un istante tutto il bello che ho costruito fino a un attimo prima. Sono bravissimo a passare subito dalla parte del torto. Uno nessuno centomila. Grido, litigo, urlo, dico cose che non penso perché vorrei che tutto fosse sempre perfetto. Poi faccio battute in dialetto mischiate ai titoli dei film che amo. Odio i toni beceri (e meno male! ndr) ma poi sono un fenomeno a usarli. È successo tante volte (mi sono sempre scusato), potrebbe accadere ancora. Ma ci metto sempre la faccia. Sempre in prima fila. In primissima se c'è da prendere i fischi. Gli applausi e i premi (chi mi conosce lo sa) amo condividerli con i compagni di viaggio. Ho sempre difeso un programma che amo, ingiustamente infangato da anni, sempre e comunque. Sì, sono questo e sono quello. Se adesso vi aspettate una lista di mie buone azioni, mi spiace, resterete delusi. Se avrete voglia o curiosità, le troverete da voi.”

E poi , ovviamente, ce n'è pure per Striscia, che da anni fa una guerra spietata ad Affari tuoi, sua concorrente nell'importante fascia preserale, prima con la questione dei pacchi truccati e poi con la sfuriata di Insinna, che di certo non gioverà al futuro dell'attore. “Un'altra cosa che mi fa infinitamente tristezza, quanto le mie scenate, è che tutta questa pornografia televisiva con filmatini e vendetta incorporata sia fatta per cercare qualche straccio di punto di ascolto in più. Adesso però siamo saliti, anzi scesi di livello. Gli insulti, l'odio, i filmati rubati dal buco della serratura sono soltanto contro di me. Odio allo stato puro. Chi crede di distruggermi, mi ha in realtà fatto un grande regalo: la libertà. La libertà di essere ai vostri e ai miei occhi semplicemente una persona.”

“Ah, una cosa che non potete sapere, i miei amici sì, è che un minuto dopo la sfuriata sono il primo ad essere mortificato, il primo a tornare indietro per chiedere scusa :"Daje! Domani faremo tutti meglio. Io per primo. Grazie a tutti. Buonanotte”.


Caro Flavio – gli ho scritto a commento sulla sua pagina di fb - non è che puoi accoltellare qualcuno e poi chiedergli scusa, troppo facile! Troppo facile dire “io sono così, ci metto la faccia”... Non è vero, perché la faccia (oscena, permettimi) che è venuta fuori dagli audio rubati era bella nascosta (o credeva di esserlo, peggio mi sento!). Ora se fossi in te farei una bella pausa, magari un altro libro con i commenti che raccoglierai, perché sono un interessante spaccato che la gente comune ha della tua personalità televisiva, “avant et aprés le delouge”. Solo un piccolo consiglio, se permetti: è brutto essere preda della rabbia, non fa ragionare, è la parte peggiore di un essere umano. Prenditi un tempo sabbatico e lavoraci, perché se il successo deve portare a questo stress, meglio scegliere di spegnere il “cercapersone” e passare direttamente alla riabilitazione. Comunque auguri, anche se sei stato deludente.

A presto Capitano, va' dove ti porta il pallone.


(di Piero Montanari)

Ed eccolo alla fine l'atteso e scontato annuncio dell'addio alla Roma di Francesco Totti, uno dei più grandi campioni del calcio, certamente il più importante che l'AS Roma abbia espresso tra le sue fila.
Con poche parole su Facebook ci dice che: “Roma-Genoa, domenica 28 maggio 2017, sarà l’ultima volta in cui potrò indossare la maglia della Roma. È impossibile esprimere in poche parole tutto quello che questi colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno per me. Sempre. Sento solo che il mio amore per il calcio non passa: è una passione, la mia passione. È talmente profonda che non posso pensare di smettere di alimentarla. Mai. Da lunedì sono pronto a ripartire. Sono pronto per una nuova sfida.”

Poche righe laconiche, come suo solito, e come suo solito c'è scritto molto di più di quello che si legge. Ci dice che amerà per sempre la Roma, squadra a cui ha dedicato la sua vita e la sua carriera, ma ci dice anche che non smetterà di giocare a calcio, perché questo sport lo ama visceralmente, come solo un bambino può fare, e che da lunedì prossimo, fine dei giochi, lui è pronto a ripartire per una nuova sfida.

E pensare che quel bambino aveva promesso tante volte che non avrebbe mai indossato una maglia che non fosse quella giallorossa, ma quel bambino non può smettere di giocare, e se la Roma, la “sua” Roma non lo vuole più o lo vorrebbe come passacarte di lusso, lui è pronto ad andare via, a giocare ancora da qualche altra parte dove c'è un campo (“E si nun c'è er campo come faccio a giocà?” ci dice Francesco, testimonial in una delle tante sue divertenti pubblicità ).

La stagione 2016/17 deve essere stata un vero calvario per quel bambino, costretto nel recinto dei tori infuriati in panchina, e buttato dentro l'arena da Spalletti – il “piccolo uomo che non lo faceva giocare” - per tre o quattro minuti ogni volta, alla fine, quando la partita era già aggiudicata per la Roma, quasi un insulto, l'ultima ingiuria al “dio” dei calciatori, In Nome Franciscus Rex Romanorum. Eppure quel quarantenne bambino lo scorso anno permise alla Roma, con le sue giocate fantastiche, di entrare in Champions, anche se dalla porta di servizio.

Sappiamo che non deve essere stato facile neanche per Spalletti gestire questo ultimo difficile anno di Totti, tra polemiche e pressioni dell'ambiente, con la tifoseria divisa tra Totti si e Totti no, con la società latitante e lui, il cervellotico e bravo allenatore di Certaldo, plenipotenziario con diritto di vita e di morte, a non sapere cosa fare e soprattutto cosa farci, con questo bambino quarantenne, pieno di talento ma – secondo lui – non più buono a vincere le partite. Un calvario, appunto, come dicevamo prima.

Per Francesco Totti da Porta Metronia, per questo straordinario e amatissimo talento indiscusso del calcio che va via dalla Roma dopo ventiquattro anni dall'esordio (a 16 anni il 28 marzo 1993, nei minuti finali della partita Brescia Roma (0-2), ci piace rispolverare ciò che rispose la teologa tedesca Dorothee Solle ad un giornalista che le chiedeva di spiegare ad un bambino che cos'è la felicità: “Non glielo spiegherei,” rispose, “gli darei un pallone per farlo giocare”.

Ed è quel pallone che Francesco ancora vuole tra i piedi, per continuare il sogno, in barba all'età, alle promesse, ai tifosi, alla Società, a Spalletti, forse anche alla sua amata famiglia, perché il suo amore per il calcio riuscirà ad essere sempre più forte di qualsiasi disillusione, e perché questi sono, come scrisse Eduardo Galeano gli “Splendori e le Miserie del gioco del calcio”. Arrivederci Capitano, va dove ti porta il cuore.







domenica 21 maggio 2017

Sgarbi: quando la TV è m...



(di Piero Montanari)

Arriverò buon ultimo a fare considerazioni pseudo sociologiche sull’uso improprio dei media e soprattutto della grande regina e Cattiva Maestra televisione, ma il malloppo di marchesiana memoria è ormai esploso e la deflagrazione sta rischiando di uccidermi se non condivido, a distanza di alcune ore, la visione di Sgarbi alle Iene.

Pixel, ergo sum, cosa non si fa per esserci e per apparire? Ma la misura si è davvero colmata e il guano deborda dalla secchia immonda con storie di delitti truculenti, dove la televisione, più di qualsiasi altro informatorio comune, diventa il tòpos dove avviene qualsiasi cosa ormai, i processi, le rivelazioni, i ricongiungimenti affettivi, gli assassinii più efferati, e la telecamera che sguazza tra le pieghe-piaghe dell’orrore impietoso.

Se però un giorno mi avessero detto che avrei visto qualcuno ripreso mentre è in bagno a fare i suoi bisogni avrei pensato che stesse scherzando. Eppure è successo, e dobbiamo questo straordinario evento-momento di grande televisione al disinibito Vittorio Sgarbi che, per festeggiare i suoi 65 anni, ha pensato bene di far riprendere dalla telecamera delle Iene il giorno del suo compleanno, abluzioni, pisciate con scuotimento e sedute sul water comprese.

Non contento, mentre era seduto sul cesso, sforzandosi come nella norma, telefonava al suo caro amico Gigi Buffon (interrompendola conversazione nei momenti di maggior sforzo del plesso solare) il quale gli parlava della bellezza dell'Arte e di quanto gli fosse grato per essere questo magnifico critico, uomo di cultura e promotore di eventi qual è, il tutto corredato da un sottofondo di flatulenze, gorgoglii e scorregge da far invidia al trogolo più fetente.

Per carità, siamo nelle cose naturali, tutti andiamo in bagno e Gaston Zama delle Iene, che ha il merito di aver girato questa perla di servizio, ci deliziava ulteriormente dicendoci che c'era una gran puzza e si doveva per forza aprire la finestra. Meno male che non hanno ancora inventato la televisione con gli odori, altrimenti saremmo stati veramente soddisfatti dalla completezza del documento.

A quando i nuovi talent sulla scia (puzzolente) di questa bella novità? Avrei dei suggerimenti da proporre: Chi la fa più grossa, Chi piscia più lontano, magari anche Chi ce l'ha più lungo così chiudiamo in bellezza.

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sabato 6 maggio 2017

La tifoseria impazzisce: manichini impiccati e minacce poco goliardiche


(di Piero Montanari)

Fa male l'episodio macabro dei tre manichini impiccati con le maglie (originali) dei giocatori simbolo della Roma, De Rossi, Salah e Nainggolan, che pendono sotto uno striscione lungo il ponticello di via degli Annibaldi, lo sfondo del Colosseo illuminato e una scritta: "Un consiglio senza offesa, dormite con la luce accesa". Una minaccia e neanche tanto velata che arriva dopo che la Roma è stata sconfitta 1-3 dalla Lazio nel derby della Capitale, infangandone anche la meritata vittoria.

Fa male perché è l'ennesima sconfitta non dello Sport, a quelle siamo purtroppo abituati e ne abbiamo riprova ogni giorno. Gli “impiccati” fanno solo seguito al solito corollario di ignominie che non hanno risparmiato neanche il Grande Torino, l' imbattibile squadra che mori nella tragedia aerea di Superga. Scritte comparse sulla strada che porta alla Basilica nel giorno dell'anniversario dell'incidente suggerivano: “Da Lisbona a Torino era meglio in motorino” (la squadra tornava dopo una partita nella capitale portoghese), ma anche: “4 maggio bovini al pascolo”.

Queste oscenità non possono essere assimilabili ad una sconfitta dello Sport, perché di sport non si parla più ormai. Piuttosto verrebbe da scomodare la filosofa e scrittrice tedesca Hanna Arendt, che col suo libro La banalità del male, un resoconto del processo di Norimberga contro il criminale nazista Eichman, sollevò la questione che il male non è radicale ma l'assenza di radici, di memoria, l'incapacità di ritornare sui propri pensieri e sulle proprie azioni attraverso un processo di dialogo con se stessi, dal quale far scaturire il gesto “morale”, quello che ti fa desistere dal compiere atti ignobili come questi, anche se sei in mezzo al gruppo che ti incita a farlo.

Fa male sapere poi che la curva nord della Lazio ha rivendicato l'azione al Colosseo adducendo come scusa una semplice “goliardata” (della quale non si pentono però) per “prendere in giro i romanisti” anzi “i Riommanisti” e “er Cappetano” come li chiamano loro, ed è quindi frutto proprio di quella banalità di cui parla la Arendt che le loro scuse sembrano ancora più banali e insulse perché prive di qualsiasi autocoscienza. Impiccare i calciatori e minacciare i tifosi, bella goliardia!

Fa male pensare che il calcio, amatissimo e divertentissimo gioco nazionale, non possa essere affrancato dal male di questa generazione di tifosi e di malavitosi i quali, ovviamente, non sono solo della Lazio o della Juventus, ma appartengono al cancro di tutte le tifoserie radicalizzate nelle curve. E' pur vero che i tempi sono ben questi e non ci dobbiamo meravigliare. Ma indignarci si, sempre e ogni giorno, quando si evocano leggi che ci vogliono tutti pistoleri “l'un contro l'altro armati” o quando si fa del tutto per ributtare a mare dei poveracci disumanizzati in cerca di scampo.


E' davanti a tutto ciò che vedere a penzoloni dal ponticello di via degli Annibaldi i giocatori romanisti diventa una cosa normale, una cosa banale, una semplice goliardata.

martedì 2 maggio 2017

Addio a Rino Zurzolo, protagonista del Neapolitan Power di Pino Daniele


(di Piero Montanari)

E' morto in seguito ad un cancro che da due anni lo minava, il contrabbassista Gennaro “Rino” Zurzolo, uno tra i più importanti esponenti di quella fantastica nidiata dei primi anni '70 che assunse il nome di Neapolitan Power e che raggruppò il meglio della musica nuova che Napoli stava mettendo in scena in quel momento.

Insieme a Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Enzo Avitabile, Rosario Jermano, James Senese e Napoli Centrale, gli Osanna, Corrado Rustici, Ernesto Vitolo, Toni Verde, Jenny Sorrenti (con i Saint Just) e suo fratello Alan, La Nuova Compagnia di Canto Popolare, Pino Daniele, diede vita ad un movimento musicale artistico e culturale i cui segnali ancora oggi sono in grado di influenzare le scelte di tanti giovani artisti.

Rino era un contrabbassista vero, aveva una formazione classica conseguita al conservatorio di San Pietro a Maiella, ma a tredici anni era già in pista a suonare e sperimentare con un gruppo prog rock di future “all stars”, perché i Batrocomiomachia (così si chiamavano) erano Enzo Avitabile, grande sassofonista e cantante, Rosario Jermano, percussionista eccellente, Paolo Raffone e un “certo” Pino Daniele che di lì a poco avrebbe conquistato i cuori e le scene artistiche con la sua musica che era una meravigliosa un'invenzione, una commistione tra cultura napoletana, blues e rock.

In questo fantastico circolo di musicisti eletti ci finii anch'io che, insieme a Zurzolo, mi trovai a suonare in Terra Mia, il primo meraviglioso e poetico Lp di Pino Daniele, nel quale mi volle – bontà sua – il produttore Claudio Poggi, proponendomi di suonare sulle due tracce più importanti del disco, Napule è e 'Na tazzulella 'e cafè, fatto per il quale Claudio avrà la mia gratitudine a vita.

Rino, lo conobbi in quella situazione e poi in altre, quando andavo a trovare Pino Daniele nei concerti dal vivo, e mi beavo dell'originalissimo suono che ne veniva fuori, la famosa miscela di funky, blues, rock e Canta Napoli, dove Rino con Tullio De Piscopo costituiva la colonna ritmica portante sulla quale Pino cantava e suonava.

Rino è stato uno straordinario musicista, uno sperimentatore, un virtuoso dello strumento, ma anche, e per fortuna, un bravo insegnante e questo ci consola un po', perché ci dà la speranza che la sua cultura e la sua scienza possano essere state infuse nei suoi allievi, mentre la sua morte lo consegna già alla Storia, come uno dei protagonisti di questi bellissimi e irripetibili anni di una altrettanto irripetibile e bellissima musica.


Premio alla Cultura

PREMI SPECIALI

A BENEMERITI DELLA CULTURA

(Trofeo di Cristallo e Medaglia d’oro del Presidente dell’Ass. Cult. “P. Raffaele Melis O.M.V.”)

Musicista Regista Maestro PIERO MONTANARI
Roma

Premio “Francesco Di Lella”

“Per avere contribuito con la musica e la regia all’evoluzione ed all’affermazione di attori e cantanti di chiara fama nazionale ed internazionale, lasciando un segno vivo nel panorama cinematografico e musicale italiano, senza mai desistere anche in un periodo così difficile ed arduo come l’attuale.”

Firmato Augusto Giordano, Getulio Baldazzi, P.Ezio Bergamo, Rita Tolomeo, Maurizio Pallottí, Domenico Di Lella, Maria Fichera, Gianni Farina, Rita Pietrantoni, Paola Pietrantoni, Domenico Gilio.

Il premio sarà conferito il 13 giugno 2010 alle ore 16 al teatro S. Luca, in via Lorenzo da' Ceri 136 - Roma.

Esce il cofanetto della mitica trasmissione!

Esce il cofanetto della mitica trasmissione!
Finalmente nelle librerie "L&H:2 Teste senza cervello", libro e Dvd con la summa delle puntate migliori e, udite udite, dialoghi ANCHE IN ORIGINALE . Lo abbiamo presentato da MelBookStore il 30 giugno 09. C'era Italo Moscati, persona di straordinaria cultura e spessore umano. Con quella di Giancarlo le due 'memorie' si intersecavano a meraviglia! Due teste con parecchio cervello...SE TI INTERESSA COMPRARLO, CLICCA SULL'IMMAGINE!

Al Parco di S. Sebastiano

Al Parco di S. Sebastiano
Con Guido De Maria e Giancarlo Governi, i padri di SUPERGULP!

Celebriamo SUPERGULP!

Celebriamo SUPERGULP!
Talk Show con Giancalo e Guido al "Roma Vintage Festival", 16 giugno 2009 dedicato allo storico programma Rai

Celebriamo Gabriella Ferri

Celebriamo Gabriella Ferri
Con Giancarlo

...e Rino Gaetano

...e Rino Gaetano
Con Giancarlo

...ancora Rino

...ancora Rino

Con sua sorella Anna Gaetano e Giancarlo

Con sua sorella Anna Gaetano e Giancarlo
In omaggio a Rino, quella sera ho cantato "I love you Maryanna", primo disco di Rino, prodotto da me e da Antonello Venditti nel 1973. Con Rino feci un tour nel 1979. Alla batteria c'era Massimo Buzzi, alle chitarre Nanni Civitenga e Rino e io al basso. Il 'road manager' era Franco Pontecorvi che oggi vive come me sui Castelli Romani e vende occhiali.

Serata Supergulp

Serata Supergulp
Venerdì 17 luglio '09 al Parco S. Sebastiano (Caracalla) all'interno di Roma Vintage, verrà ripetuta la serata dedicata alla genesi del mitico programma televivivo. Parteciperanno Giancarlo Governi, Guido De Maria e Piero Montanari (me stesso...). Appassionati intervenite!

Un giovane promettente...

Un giovane promettente...
Luca, il giorno che si è vestito bene per il suo saggio di pianoforte. Sarà pur vero che "ogni scarrafone è bello a mamma soia", ma ci saranno pure degli scarrafoni universalmente belli, o no?

Maggio 2008: un piacevole incontro

Maggio 2008: un piacevole  incontro
Dopo più di vent'anni ho rivisto l'amico Giorgio Ariani, grande attore e voce ufficiale Italiana di Oliver Hardy (Ollio). Nel 1985 realizzammo la sigla di "2 Teste senza cervello" e Giorgio, con Enzo Garinei (Stanlio) doppiò una marea di film della coppia per i quali realizzai le musiche.

Una gita al "Giardino dei Tarocchi"

Una gita al "Giardino dei Tarocchi"
A Capalbio (Gr.) c'è un posto magico da visitare, con opere d'arte tra ulivi e macchia mediterranea, opera dell'architetta Niky De St. Phalle che ha realizzato in 20 anni un percorso di magnifiche statue ispirate ai Tarocchi, le magiche carte che predicono il futuro...Dato il suo nome, è meta di "sole" e personaggi cosiddetti " taroccati". Wanna Marchi e sua figlia sono state spesso viste aggirarsi tra le magnifiche statue!

Diana Nemi 2007/2008

Diana Nemi 2007/2008
Da sx alto: Samuele, Emanuele, Federico R., Lorenzo, Matteo, Edoardo, il Mister Eugenio Elisei. Sotto:Simone, Luca, Daniele, Valerio, Riccardo, Federico C.

Luca e Pedro 'Piedone' Manfredini

Luca e Pedro 'Piedone' Manfredini
Col mio "idolo" calcistico di ieri

Luca e Francesco Totti

Luca e Francesco Totti
Col suo "idolo" calcistico di oggi

Luca Montanari

Luca Montanari
Il calciatore. Questa stagione, la prima di campionato con i pulcini della "Diana Nemi", è capocannoniere. Ha messo a segno ben 43 reti e tutte senza rigori, ma ventidue su calci piazzati!

Luca Montanari

Luca Montanari
Nel momento della premiazione

Daniele Serafini

Daniele Serafini
La premiazione

A S D Diana Nemi Pulcini '98. Anno 2006 -'07

A S D Diana Nemi Pulcini '98. Anno 2006 -'07
Da sx della foto: Samuele, Matteo, Riccardo,Federico, Wulnet, Carlo, Luca, Daniele. Seduto con il pallone, una vera pestilenza, Federico Rosselli. Dobbiamo dire grazie alla pazienza infinita del Mister Eugenio Elisei, che più volte ha pensato di mollare la squadra e dedicarsi alle missioni in Angola - E' meno faticoso - mi ha detto, disperato, alla fine di un allenamento.

Allenamenti anno 2007-2008

Allenamenti anno 2007-2008
Il mio secondo figlio unico...

Matteo Montanari

Matteo Montanari
Il mio primo figlio unico...

Ado e Sania Montanari

Ado e Sania Montanari
The Peter's Sisters

La Roma tra la "B" e la "A" 1951-1952

La Roma tra la "B" e la "A" 1951-1952
Memmo Montanari (primo a dx nella foto) con i suoi tifosi in una trasferta della Roma. La foto è stata scattata al ritorno da Verona il 22 giugno 1951. Solo dopo quella partita la Roma ebbe la certezza di tornare in serie A

Memmo Montanari, capo dei tifosi, in azione nel suo poderoso incitamento alla squadra.

Memmo Montanari, capo dei tifosi, in azione nel suo poderoso incitamento alla squadra.
Mio padre, che si diceva fosse danaroso, quando morì era povero. Qualcuno nel nostro quartiere Celio racconta ancora che comprava i giocatori alla Roma...

Mio padre al centro dei vip della Roma

Mio padre al centro dei vip della Roma
Ricordo questa foto da sempre. Quella che avevamo in casa aveva un ritocco fatto a mano da non so chi (forse mio padre stesso). Il "pittore" aveva dipinto a tutti pantaloncini da calcio e gambe nude! In quel periodo glorioso nasce il giornale "Il Giallorosso" che contribuì attivamente alla ricostruzione della Roma. Fu fondato da mio padre, Angelo Meschini (capi storici di allora del tifo romanista) e dai fratelli Mario e Peppino Catena (soci della Roma) con la collaborazione dell'avvocato Alberto Saccà, con cui mio padre, nei miei ricordi da piccolo, aveva rapporti conflittuali.

Il Giallorosso

Il Giallorosso
Testata del giornale dei tifosi della Roma fondato da mio padre nel 1952. Ero piccolino e ricordo quel giorno che mi fece vedere le bozze...ricordo la finestra della mia camera sulla Piazza, al civico 4, ed il Colosseo davanti.

Pop & Jazz History

Pop & Jazz History
Sonorizzazione

1970 Pop Maniacs

1970 Pop Maniacs
Qui ci sono anche le musiche di Spyderman e i Fantastici Quattro che feci nel 1977 per Supergulp!

Il Pianeta Totò

Il Pianeta Totò
Fotogramma della sigla di Mario Sasso per la prima trasmissione di Rai 2 sul grande attore. Gli occhi di Totò si muovevano a tempo con una mia tarantella che si trasformava via via in rock sulle note di Malafemmena.

Laurel & Hardy

Laurel & Hardy
Logo originale della trasmissione

Laurel & Hardy

Laurel & Hardy
Un fotogramma della sigla di "Due teste senza cervello". Ci lavorò a lungo il videoartista Mario Sasso, alla SBP di Roma, con Virginia Arati che dipingeva elettronicamente 'frame by frame', con un computer costosissimo della Quantel che si chiamava appunto Paintbox. Credo che questa sigla sia stata la prima in Tv ad essere realizzata con questa straordinaria tecnica.

Il mio recording studio

Il mio recording studio
La regia

studio

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La sala di ripresa

studio

studio
la regia

studio

studio
La regia

Il ritorno di Ribot 1991

Il ritorno di Ribot 1991
Uno sceneggiato interpretato dal grande cantante e attore franco-armeno Charles Aznavour e Delia Boccardo, diretto da Pino Passalacqua per Rai1 e Antenne2 con la colonna sonora composta da me.

Processo di famiglia di Nanni Fabbri, 1992 per Rai1

Processo di famiglia di Nanni Fabbri, 1992 per Rai1
Alessandra Martinez, protagonista del film in due puntate con la mia colonna sonora.

Le Gorille

Le Gorille
Serie TV franco anglo italiana che riprende dei film del 1957-58 con Lino Ventura. Il personaggio è Geo Paquet, agente segreto francese, Di questa serie ho musicato 2 episodi, per la regia di Maurizio Lucidi e Duccio Tessari

Top model

Top model
Film con D'Amato

Top model

Top model
Stesso film uscito in Grecia

Top girl

Top girl
Film sequel di D'Amato. Beh, dopo tutte ste top, non poteva mancare la girl!

High finance woman

High finance woman
Altro film di D'Amato con le mie musiche