(pubblicato su Globalist il 15 settembre)
E' notizia di poco fa e vorremmo commentarla: il CdA della Rai ha bocciato anche "Parla con me", e la maggioranza vince per 5 a 4, non ostante il voto favorevole del suo presidente Paolo Garimberti. La storia si fa pesante, e continua inesorabile la diaspora di tutta la cosiddetta "gente di sinistra" della Rai. In tutta franchezza, non mi straccio le vesti per la Dandini, anche se il suo salotto rosso rimaneva uno dei pochi spazi di cultura, con ospiti illustri, e di satira antiregime.
Ad essere sinceri, pure a noi ci hanno levato di mezzo, che facevamo "Ritratti", un programma - secondo me che ci lavoravo - divulgativo e divertente, realizzato con il repertorio delle teche Rai, che costava poco e valeva di più, mi si perdoni la parzialità.
Francamente mi ripugna parlare di mal comune, oggi a me domani a te; diciamo piuttosto che sembra il colpo di coda della bestia ferita (o morente), un CdA Rai 'Berlusconi-oriented' che sembra non voglia mai discernere la politica dallo spettacolo (o dalla satira, che dir si voglia). Pare proprio che l'ossessione della politica per la televisione sia ancora molto forte, e dimostra più che mai la volontà di "asservire il servizio" pubblico ai voleri della maggioranza del governo italiano.
L'accordo con la Fandango e la Rai sembrava cosa fatta, con lo "sconto per comitive" del 6%, che mi sembra davvero poca cosa, per l'azienda che avrebbe voluto realizzare "Parla con me" al suo interno, dati i costi. Domanda: ma delle 13mila persone che lavorano in Rai non c'è nessuno in grado di mettere in piedi il programma?
Visti i fatti, tiriamo un sospiro di sollievo per la riconferma di "Ballarò", di Fazio (seppur senza Saviano) e per la sudata vittoria della Gabbanelli, che ha dovuto davvero soffrire per ritornare con il suo "Report".
E tutto questo accade in attesa della nomina del nuovo direttore di Rai Tre che ci auguriamo prossima e di qualità.
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