di Piero Montanari
I tempi sono quelli che sono, difficili e duri. Le notizie dei sacrifici imposti dal governo rimbalzano sulle prime di tutti i giornali e in televisione non si parla d'altro. Anche la gente in giro, sui tram e nei negozi non ancora presi d'assalto per i regali di Natale, sembra aver perso il sorriso e la fiducia nel futuro.
Quand'ecco una notizia battuta su tutti i quotidiani ed i network online, balza a rubarmi, prima un sorriso, poi una crisi irrefrenabile d'ilarità: "Zeffirelli, carriera senza rimorsi: ho dato il culo per fare carriera". Incredulo leggo l'approfondimento: "ll regista icona del cinema e della lirica si racconta a Vanity Fair senza freni e inibizioni. Dall'amore con Visconti al successo".
Il regista catto-cattolico e senatore pidiellino, prosegue poi nel racconto di sé (cosa che lo fa assolutamente sdilinguire) parlando senza inibizioni (non l'avrei detto) del suo amore per Luchino Visconti del quale era stato aiuto regista ai tempi di Senso e La terra trema. Senti senti:
"Con tutti i suoi difetti, tra cui l'essere stronzo - racconta il regista - era bellissimo e fascinoso, potente. Sconvolse anche Coco Chanel". E ad un giornalista che gli chiese perché portasse il bastone, riferì: "Sono caduto da cavallo. Stavo facendo l'amore con un fantino e poichè mi piacciono le cose complicate, siamo andati al galoppo. E così siamo caduti..."
Ma la vera chicca da non perdere è quello che "Zeffirella" (così lo chiama Dagospia) disse una sera da Piero Chiambretti: "Io sono una gran troia, andrei a letto con tutti, anche con Silvio Berlusconi, ma lui non ci sta purtroppo. E' tutto d'un pezzo".
Bene, ecco la notizia che cercavo. Il mio umore è risalito di colpo quando mi sono immaginato, invece, che Berlusconi avesse accettato l'intrigo con Zeffirelli e li ho pensati tra gli scricchiolii della rete e quelli inevitabili dell'ossatura fragile. Una scena un po' forte, forse, e mi scuso per averla evocata, ma non priva di suggestione.
Concludo dicendo che Franco Zeffirelli avrà pure dato via il suo 'B side' per far carriera, ma poi l'ha rivoluto indietro tutta la vita con gli interessi.
A proposito di lati "B", a presto una retro-spettiva dell'autore.
Quand'ecco una notizia battuta su tutti i quotidiani ed i network online, balza a rubarmi, prima un sorriso, poi una crisi irrefrenabile d'ilarità: "Zeffirelli, carriera senza rimorsi: ho dato il culo per fare carriera". Incredulo leggo l'approfondimento: "ll regista icona del cinema e della lirica si racconta a Vanity Fair senza freni e inibizioni. Dall'amore con Visconti al successo".
Il regista catto-cattolico e senatore pidiellino, prosegue poi nel racconto di sé (cosa che lo fa assolutamente sdilinguire) parlando senza inibizioni (non l'avrei detto) del suo amore per Luchino Visconti del quale era stato aiuto regista ai tempi di Senso e La terra trema. Senti senti:
"Con tutti i suoi difetti, tra cui l'essere stronzo - racconta il regista - era bellissimo e fascinoso, potente. Sconvolse anche Coco Chanel". E ad un giornalista che gli chiese perché portasse il bastone, riferì: "Sono caduto da cavallo. Stavo facendo l'amore con un fantino e poichè mi piacciono le cose complicate, siamo andati al galoppo. E così siamo caduti..."
Ma la vera chicca da non perdere è quello che "Zeffirella" (così lo chiama Dagospia) disse una sera da Piero Chiambretti: "Io sono una gran troia, andrei a letto con tutti, anche con Silvio Berlusconi, ma lui non ci sta purtroppo. E' tutto d'un pezzo".
Bene, ecco la notizia che cercavo. Il mio umore è risalito di colpo quando mi sono immaginato, invece, che Berlusconi avesse accettato l'intrigo con Zeffirelli e li ho pensati tra gli scricchiolii della rete e quelli inevitabili dell'ossatura fragile. Una scena un po' forte, forse, e mi scuso per averla evocata, ma non priva di suggestione.
Concludo dicendo che Franco Zeffirelli avrà pure dato via il suo 'B side' per far carriera, ma poi l'ha rivoluto indietro tutta la vita con gli interessi.
A proposito di lati "B", a presto una retro-spettiva dell'autore.
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