Ogni tanto mi dimentico di ricordarlo come meriterebbe fosse fatto da tutto il mondo dello spettacolo (quello non rutilante). Il 27 aprile scorso avrebbe compiuto 95 anni e con lui ho avuto l'onore di realizzare, come musicista, un programma per Rai 2 lungo un anno, tra progettazione, scelta dei suoi brani famosi (tantissimi), messa in opera di un mega concerto a Bologna ricco di difficoltà, perchè Renato era già ammalato.
Il programma si chiamava "C'era una volta io...Renato Rascel" di Giancarlo Governi e raccontava, attraverso la sua testimonianza, la storia della sua vita artistica e privata.
Di seguito c'è la "voce Renato Rascel" tratta da Wikipedia. E' fredda e distante, come tutte le biografie scritte sulle enciclopedie, ma utile alle giovani generazioni che probabilmente non sanno neanche chi è stato questo grande attore .
Renato Rascel (Torino, 27 aprile 1912 - Roma, 2 gennaio 1991) è stato un attore e cantante italiano.
Il suo vero nome era Renato Ranucci.
Comico tra i più popolari in Italia per una cinquantina d'anni, grazie a un sense of humour surreale, a una piccola statura che diventava essa stessa elemento di simpatia e autoironia e a delle più che discrete doti canore che sfoderò anche sul palco del Festival di Sanremo, dove nel 1960, vinse in coppia con Tony Dallara cantando Romantica. Presentò poi la stessa canzone all'Eurofestival dove si classificò ottavo. Il suo grande successo è però Arrivederci Roma, brano ancora tra i più noti e popolari per descrivere le bellezze della Città Eterna. Sul versante della canzone umoristica, indimenticabili alcune macchiette come Il corazziere (forse il suo capolavoro, quanto a invenzioni lessicali e nonsense), Napoleone e È arrivata la bufera.
Ma Rascel era anche un attore serissimo, come provano almeno tre film degli anni '50: Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada, per cui ebbe il Nastro d'argento della critica italiana, La passeggiata (1953), ispirato come il precedente a Gogol e dall'attore anche diretto, e Policarpo ufficiale di scrittura (1959) di Mario Soldati, dove interpretava umili malinconici personaggi con sensibilità e leggerezza.
I suoi maggiori successi sono a teatro, nella rivista musicale del duo Garinei e Giovannini, con spettacoli come Attanasio cavallo vanesio, Un paio d'ali e Alleluja brava gente. Successi travolgenti di pubblico.
In televisione si dedica soprattutto a comparsate che ne rinnovano la popolarità ma senza lasciare troppo il segno. Con una eccezione: nel 1970 è il simpatico prete-detective protagonista del telefilm I racconti di padre Brown tratto dalle opere di Gilbert Keith Chesterton.
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