
La Rca, in anni in cui si doveva fare solo "cultura alta", pubblicando Lp di artisti pop non politicizzati (che poi furono un'invenzione del direttore artistico e sommo capo Ennio Melis), nel cellophane che avvolgeva la copertina, c'era un foglietto volante prestampato che citava la fomosa frase di Proust sulla cattiva musica: "Detestate la cattiva musica, non disprezzatela. Dal momento che la si suona e la si canta ben di più, e ben più appassionatamente, di quella buona, ben di più di quella buona si è riempita a poco a poco del sogno e delle lacrime degli uomini. Consideratela per questo degna di venerazione." Si voleva giustificare in qualche modo la produzione di un disco "non politico". Stavamo messi malissimo!
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