di Piero Montanari
Mi riferisco all'articolo pubblicato quest'oggi, 22 novembre 2013 su Globalist (www.globalist.it), da Cesare Basile, il cantautore vincitore al Premio Tenco per il miglior album in dialetto (vedi il link in fondo all'articolo). Basile ci dice che non ritirerà il premio per polemica nei confronti della Siae - partner importante dello stesso - per la posizione del suo Presidente Gino Paoli e del Direttore Generale Gaetano Blandini riguardo l'occupazione, ormai di quasi tre anni, del Teatro Valle di Roma da parte di un gruppo di attori e di tecnici. Come si evince dall'articolo che la Siae pubblica sul suo sito (e che ritengo corretto per chiarezza riportare fedelmente), mi pare ci siano delle ragioni importanti da valutare e, volendo, anche condividere.
Mi riferisco all'articolo pubblicato quest'oggi, 22 novembre 2013 su Globalist (www.globalist.it), da Cesare Basile, il cantautore vincitore al Premio Tenco per il miglior album in dialetto (vedi il link in fondo all'articolo). Basile ci dice che non ritirerà il premio per polemica nei confronti della Siae - partner importante dello stesso - per la posizione del suo Presidente Gino Paoli e del Direttore Generale Gaetano Blandini riguardo l'occupazione, ormai di quasi tre anni, del Teatro Valle di Roma da parte di un gruppo di attori e di tecnici. Come si evince dall'articolo che la Siae pubblica sul suo sito (e che ritengo corretto per chiarezza riportare fedelmente), mi pare ci siano delle ragioni importanti da valutare e, volendo, anche condividere.
"Da 131 anni, la Società Italiana Autori ed Editori, opera in un regime di piena e totale legalità. Il nuovo Statuto della SIAE è perfettamente in linea con la bozza di Direttiva Europea sulle Società di collecting. In tutti gli altri paesi del mondo, le Società di collecting hanno un monopolio di fatto. La questione del monopolio è quindi da parte degli occupanti del Teatro Valle, una "foglia di fico" o meglio un alibi per spostare i termini della questione.
Da tre anni operano in un regime di totale illegalità. A parte il mancato pagamento del diritto d'autore, agli occupanti del Teatro Valle si deve: la totale evasione fiscale, il mancato pagamento dei contributi previdenziali Enpals, la totale ed assoluta mancanza di qualsivoglia misura di sicurezza per autori, tecnici e spettatori.
I tanti teatri che a Roma operano in un regime di legalità, hanno dovuto sopportare, in questi anni, una concorrenza sleale tanto da registrare le proteste, cadute nel vuoto, dei tanti artisti che pure in un primo momento li avevano sostenuti: dal M° Giorgio Albertazzi ("Chi occupa fa le regole? No, non mi convince"); a Marco Lucchesi ("Non capisco come sia tollerata e si tolleri la situazione del Valle"); a Pino Quartullo ("hanno creato là dentro un regime militaresco; fanno scelte arbitrarie a nome di non si sa chi"); ad Armando Pugliese (" Chi doveva - leggasi le Istituzioni - non è intervenuto per paura di far la figura dei reazionari").
A tutto ciò si aggiunge lo stato di degrado assoluto di un bene pubblico che appartiene a tutti i cittadini. Questi signori non possono essere interlocutori credibili e fanno tornare alla memoria le parole del M° Pasolini sui "figli di papà" di Valle Giulia.
Alla SIAE aderiscono oltre 100.000 autori ed editori che pagano le tasse e da 131 anni alimentano la cultura del nostro paese. La SIAE è pronta e disponibile a confrontarsi con tutti su tutto, ma non è disponibile a confrontarsi con chi opera nella totale illegalità e non si comprendono i motivi per cui da tre anni le Istituzioni consentono questa "zona franca" di totale illegalità. "http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=51567&typeb=0&Ecco-perche-non-ritirero-il-Premio-Tenco
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