di Piero Montanari
Che fantastica storia la Roma di Garcia! 10 partite, 30 punti. Mai successo nella storia del calcio italiano, una vera magia. Non per niente la Roma viene definita dai suoi tifosi 'A MAGGICA, con la "G" bella pesante. Davvero, questa Roma dal gioco lineare, può insegnare che il calcio più semplice lo fai, più risultati ottieni.
Mentre invece la grande difficoltà che spesso fa la differenza, come nel caso della Roma, è la coesione del gruppo attorno ad un allenatore credibile che ha la capacità di rispettare e farsi rispettare con la sua autorevolezza. Il resto lo fanno i giocatori che non aspettano altro se non mostrare le loro capacità in campo. Poi, e forse questa è magia vera, entra in ballo la cosiddetta "trance" sportiva, che mette in moto meccanismi davvero incredibili nella testa e quindi nel corpo di chi gioca, che non ti fa sentire la stanchezza, ti fa correre il doppio, ti fa diventare giocatore migliore di quello che sei.
Accade quando vinci, quando migliaia di persone ti sostengono col tifo e col pensiero, una sorta di catarsi pubblica che fa scattare le endorfine, che fa entrare il pallone nella porta avversaria. Se vogliamo chiamarla magia forse non sbagliamo del tutto, anche per chi non crede nell'innaturale, per chi non crede che esiste una magia che faccia vincere ad una squadra dieci partite di seguito, che non esiste un dio del calcio che decida le sorti di questo o di quello, al di là dei pali o degli errori arbitrali, della ingerenza dei poteri forti o delle scommesse, per chi non capisce come sia possibile che una squadra, per due anni senza un briciolo di volontà e di risultati, dopo aver perso un importante incontro il 26 maggio scorso, possa diventare la squadra che tutta l'Europa calcista guarda con stupore per i suoi record, le dieci partite di fila vinte.
Sarà pure vero che i record sono fatti per essere battuti e forse qualcuno, magari tra qualche anno, ci riuscirà. Ma tutti, da ora in poi, dovranno fare i conti con questo siglato dalla Roma di Garcia, difficile, molto difficile da eguagliare. E forse non è ancora finita.
Mentre invece la grande difficoltà che spesso fa la differenza, come nel caso della Roma, è la coesione del gruppo attorno ad un allenatore credibile che ha la capacità di rispettare e farsi rispettare con la sua autorevolezza. Il resto lo fanno i giocatori che non aspettano altro se non mostrare le loro capacità in campo. Poi, e forse questa è magia vera, entra in ballo la cosiddetta "trance" sportiva, che mette in moto meccanismi davvero incredibili nella testa e quindi nel corpo di chi gioca, che non ti fa sentire la stanchezza, ti fa correre il doppio, ti fa diventare giocatore migliore di quello che sei.
Accade quando vinci, quando migliaia di persone ti sostengono col tifo e col pensiero, una sorta di catarsi pubblica che fa scattare le endorfine, che fa entrare il pallone nella porta avversaria. Se vogliamo chiamarla magia forse non sbagliamo del tutto, anche per chi non crede nell'innaturale, per chi non crede che esiste una magia che faccia vincere ad una squadra dieci partite di seguito, che non esiste un dio del calcio che decida le sorti di questo o di quello, al di là dei pali o degli errori arbitrali, della ingerenza dei poteri forti o delle scommesse, per chi non capisce come sia possibile che una squadra, per due anni senza un briciolo di volontà e di risultati, dopo aver perso un importante incontro il 26 maggio scorso, possa diventare la squadra che tutta l'Europa calcista guarda con stupore per i suoi record, le dieci partite di fila vinte.
Sarà pure vero che i record sono fatti per essere battuti e forse qualcuno, magari tra qualche anno, ci riuscirà. Ma tutti, da ora in poi, dovranno fare i conti con questo siglato dalla Roma di Garcia, difficile, molto difficile da eguagliare. E forse non è ancora finita.
Nessun commento:
Posta un commento