di Piero Montanari
Una notizia appare oggi su molti quotidiani, che se non fosse per i suoi protagonisti e l'epilogo tragico, sarebbe la solita banale truffa del mediatore economico, o "financial broker" che, con la promessa di facili guadagni e sovente la distrazione di denari sottratti al fisco, rastrella in giro capitali da investire a danno di possidenti che si credono furbi e ai quali carpisce fiducia e milioni.
Un altro "Madoff dei Parioli" di grande prestigio, Giovanni Paganini Marana, una garanzia per generazioni di investitori alto borghesi, artigiani esclusivi, antiquari di piazza di Spagna, gioiellieri di altissimo lignaggio, famiglie nobili, artisti famosi (pare che anche il povero Renatino Zero sia caduto nella trappola, ma anche Diletta D'Andrea, moglie di Gassman) élite conosciute nelle frequentazioni di circoli esclusivi romani, dove non si entra senza un pedigree nobile o milionario.
Come se non fosse bastata l'esperienza di Gianfranco Lande, il primo cosiddetto "Madoff dei Parioli", accusato di aver ideato un raggiro da oltre 170 milioni di euro, raccogliendo i risparmi di imprenditori, professionisti, gente dello spettacolo e vip, (tutta la famiglia Guzzanti, il papà Paolo, Sabina, Caterina e Corrado), Davide Riondino, al quale Lande sottrasse una somma piuttosto ingente, e che disse sconfortato ad una radio: "Sono un evasore pentito, me ne dispiaccio. Ho avuto un incidente tecnico che non consiglierei a nessuno." E ti credo, diremmo noi.
L'epilogo tragico di questa storia, che vede la denuncia al pm Luca Tescaroli di quarantaquattro dei centosessantuno investitori della truffa di Paganini Marana, è che il broker il 7 settembre del 2012 si gettò dalla finestra del suo studio, evidentemente distrutto dall'insostenibile idea dello scandalo che di lì a poco sarebbe esploso.
La storia è brutta e fa riflettere perchè, se fossi nei panni di un investitore, eviterei di portare i miei risparmi in studi di broker situati nell'elegante quartiere Parioli di Roma. Ormai è chiaro che da quelle parti tira una brutta aria, un vento di sòla, a proposito di espressione romana, e forse sarebbe meglio accontentarsi della banchetta sotto casa e dell'anonimo impiegato che ti offre, al massimo, il 3,75% tax escluse, (semprechè poi uno abbia qualcosa da risparmiare, che oggi è rara avis).
Un'ultima banale considerazione, che però va fatta. Se esiste un truffatore, c'è sempre un truffato che lo sdogana, diventandone complice suo malgrado, forse per quello strano desiderio di affarismo a tutti i costi che per noi umani rappresenta una droga irrinunciabile.
Un altro "Madoff dei Parioli" di grande prestigio, Giovanni Paganini Marana, una garanzia per generazioni di investitori alto borghesi, artigiani esclusivi, antiquari di piazza di Spagna, gioiellieri di altissimo lignaggio, famiglie nobili, artisti famosi (pare che anche il povero Renatino Zero sia caduto nella trappola, ma anche Diletta D'Andrea, moglie di Gassman) élite conosciute nelle frequentazioni di circoli esclusivi romani, dove non si entra senza un pedigree nobile o milionario.
Come se non fosse bastata l'esperienza di Gianfranco Lande, il primo cosiddetto "Madoff dei Parioli", accusato di aver ideato un raggiro da oltre 170 milioni di euro, raccogliendo i risparmi di imprenditori, professionisti, gente dello spettacolo e vip, (tutta la famiglia Guzzanti, il papà Paolo, Sabina, Caterina e Corrado), Davide Riondino, al quale Lande sottrasse una somma piuttosto ingente, e che disse sconfortato ad una radio: "Sono un evasore pentito, me ne dispiaccio. Ho avuto un incidente tecnico che non consiglierei a nessuno." E ti credo, diremmo noi.
L'epilogo tragico di questa storia, che vede la denuncia al pm Luca Tescaroli di quarantaquattro dei centosessantuno investitori della truffa di Paganini Marana, è che il broker il 7 settembre del 2012 si gettò dalla finestra del suo studio, evidentemente distrutto dall'insostenibile idea dello scandalo che di lì a poco sarebbe esploso.
La storia è brutta e fa riflettere perchè, se fossi nei panni di un investitore, eviterei di portare i miei risparmi in studi di broker situati nell'elegante quartiere Parioli di Roma. Ormai è chiaro che da quelle parti tira una brutta aria, un vento di sòla, a proposito di espressione romana, e forse sarebbe meglio accontentarsi della banchetta sotto casa e dell'anonimo impiegato che ti offre, al massimo, il 3,75% tax escluse, (semprechè poi uno abbia qualcosa da risparmiare, che oggi è rara avis).
Un'ultima banale considerazione, che però va fatta. Se esiste un truffatore, c'è sempre un truffato che lo sdogana, diventandone complice suo malgrado, forse per quello strano desiderio di affarismo a tutti i costi che per noi umani rappresenta una droga irrinunciabile.
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