Di Piero Montanari
Ancora una volta siamo costretti a prendere in prestito il famoso titolo del quadro di Goya (El sueno de la razòn produce muestros) nel leggere notizie che ci fanno vergognare di appartenere alla stessa categoria umana di persone che scrivono sui muri di Roma: "Anna Frank tifa Lazio" o "Romanista ebreo, ecco la tua stella" o "Aushwitz la vostra patria, i forni le vostre case".
La tecnica degli ultras si affina, non solo scritte murali, ma ora addirittura grafica seriale, con la stampa di manifestini e autoadesivi che ritraggono Anna Frank, la giovane adolescente ebrea che morì nei campi di concentramento nazisti e che scrisse il famoso Diario, con la maglietta della Roma, apparsi nello storico rione giallorosso Monti, e in altre parti della città.
Il diario che scrisse Anna Frank, nelle settimane che precedettero la sua cattura da parte dei nazisti, commosse il mondo, quando venne pubblicato da suo padre in olanda nel 1947 grazie ad alcuni amici della famiglia Frank che avevano aiutato dei clandestini olandesi a fuggire, e ai quali furono da loro consegnati gli appunti della piccola Anna.
Il libro, che uscì col titolo Het Achterhuis (Il retrocasa) racconta delle speranze, degli amori, della voglia di vivere e delle paure di una adolescente ebrea costretta a vivere nascosta in una piccola stanza con altri ebrei per settimane, prima che i nazisti la deportassero. Anna morì di stenti e di tifo a Bergen-Belsen, un campo tedesco, e il suo libro (dal quale venne tratto nel 1959 un toccante film che vidi da bambino, ma anche un bellissimo film d'animazione nel 1999) è stato inserito dall'Unesco nell'Elenco delle Memorie del Mondo.
Quindi, è giusto dire che non solo "Il sonno della ragione genera mostri", ma produce anche cretini sotto forma di tifosi che non conoscono la Storia o se ne infischiano e la dileggiano, il più delle volte all'oscuro dei suoi accadimenti.
Ho in mente una bella forma di rieducazione per loro, un po' fantozziana, stile Corazzata Potemkin: un istituto correzionale, come si diceva un tempo, dove sono costretti dalla mattina alla sera a vedere film e documentari sulla barbarie umana, nazismo, olocausto, gulag e roba simile, (quelli con le cataste di corpi nudi ammassati, per intenderci) e ad impararsi a memoria il Diario di Anna Frank. Escono solo quando lo ripetono tutto.
Troppo cattivo? Tortura e lavaggio del cervello? Forse, ma solo se però mi dite dov'è il cervello.
La tecnica degli ultras si affina, non solo scritte murali, ma ora addirittura grafica seriale, con la stampa di manifestini e autoadesivi che ritraggono Anna Frank, la giovane adolescente ebrea che morì nei campi di concentramento nazisti e che scrisse il famoso Diario, con la maglietta della Roma, apparsi nello storico rione giallorosso Monti, e in altre parti della città.
Il diario che scrisse Anna Frank, nelle settimane che precedettero la sua cattura da parte dei nazisti, commosse il mondo, quando venne pubblicato da suo padre in olanda nel 1947 grazie ad alcuni amici della famiglia Frank che avevano aiutato dei clandestini olandesi a fuggire, e ai quali furono da loro consegnati gli appunti della piccola Anna.
Il libro, che uscì col titolo Het Achterhuis (Il retrocasa) racconta delle speranze, degli amori, della voglia di vivere e delle paure di una adolescente ebrea costretta a vivere nascosta in una piccola stanza con altri ebrei per settimane, prima che i nazisti la deportassero. Anna morì di stenti e di tifo a Bergen-Belsen, un campo tedesco, e il suo libro (dal quale venne tratto nel 1959 un toccante film che vidi da bambino, ma anche un bellissimo film d'animazione nel 1999) è stato inserito dall'Unesco nell'Elenco delle Memorie del Mondo.
Quindi, è giusto dire che non solo "Il sonno della ragione genera mostri", ma produce anche cretini sotto forma di tifosi che non conoscono la Storia o se ne infischiano e la dileggiano, il più delle volte all'oscuro dei suoi accadimenti.
Ho in mente una bella forma di rieducazione per loro, un po' fantozziana, stile Corazzata Potemkin: un istituto correzionale, come si diceva un tempo, dove sono costretti dalla mattina alla sera a vedere film e documentari sulla barbarie umana, nazismo, olocausto, gulag e roba simile, (quelli con le cataste di corpi nudi ammassati, per intenderci) e ad impararsi a memoria il Diario di Anna Frank. Escono solo quando lo ripetono tutto.
Troppo cattivo? Tortura e lavaggio del cervello? Forse, ma solo se però mi dite dov'è il cervello.
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