di Piero Montanari
Tutti sanno dell’omosessualità della grande pop star inglese Elton John, lui non ne ha mai fatto mistero e a noi frega davvero pochissimo perché, da bravi volteriani illuministi un po’ storico-materialisti e culturalmente “comunisti”, siamo soprattutto antropocentrici, ci interessa l’Uomo in quanto tale, il suo pensiero, la sua filosofia le sue molteplici sfaccettature ma non c’interessa, di contro, ciò che fa nel suo letto e con chi se la spassa, a meno che non ricopra cariche istituzionali e che, attraverso una vita sociale smodata, non sia ricattabile e quindi pericoloso per la sicurezza dello Stato. Insomma, per farla breve, a Berlusconi o chi per lui, non è concesso né andare in giro ad adescare soldati nei bagni pubblici e né invitare mignottelle d’altobordo nelle sue alcove istituzionali. Così come all’ex presidente della Regione Lazio Marrazzo che si faceva una vita extra con i trans e la cocaina. Ma lui si è dimesso, correttamente e Berlusconi no. Ma questo è un altro discorso.
Elton fa le cose in perfetta regola: si sposa nel 2005 col suo vecchio compagno David Furnish, col quale viveva dal 1993, ma solo dopo che la civile Gran Bretagna ha detto si alle unioni gay e, siccome dalla vita ha avuto tutto, talento, soldi e fortuna, ha deciso di avere anche un figlio, che gli mancava per chiudere il bel cerchio della sua esistenza. Madre Natura, che non è corruttibile col danaro, lo ha quindi obbligato a prendere un utero in affitto, considerata la legge inglese che non permette la fecondazione in vitro. Ed ecco che, la notte di Natale, così come il messianico bambinello, nasce Zachary Dwight John, figlio del 63enne Reginald Kenneth Dwight (il vero nome di Elton) e di David Furnish.