Ieri, 29 settembre, è stato il mio compleanno. Anzi, oggi lo è, nel senso che sono nato ieri alle 23:30 ma mio padre mi depositò all'anagrafe il giorno dopo. Un mistero il motivo, che però mi costringe a bagordare per due giorni e che mi destabilizza un tantino.
Ho pensato di festeggiarlo con un altro personaggio (no, non è Berlusconi...) nato anch'egli il 30 settembre del 1950: Renato Zero. Sono andato al primo dei suoi otto concerti a Villa Borghese per i suoi 60 anni, con l'amico Giancarlo Governi, omaggiato proprio da Renatino di due splendide poltronissime. Giancarlo gli aveva fornito alcuni video che sono andati nel maxischermo proprio nell'incipit del concerto, quando Renato canta il suo nuovo brano su Roma, e così i due biglietti, con promessa di cena dopo-concerto tutti insieme.
Non ero mai stato ad una esibizione di Renato, almeno non negli ultimi 35 anni, dopo che la nostra collaborazione si era interrotta. Avevo suonato nel suo LP d'esordio con la Rca, "No mamma, no" e avevamo anche iniziato a scrivere canzoni insieme, tipo "La favola mia" che pure ieri ha cantato. Eravamo amici molto tempo fa, in comitiva insieme con le sorelle Bertè e Roberto Conrado, in giro per locali di Roma, sigarette e passaggi in auto alla montagnola scroccati di notte. Bella storia. Poi Renato ebbe successo, meritatamente, ostinatamente, con la sua grande voglia di rivalsa dalla povertà, unita a quel talento straordinario che ha di comunicare sè stesso e la sua anima popolare alla sua gente. A proposito, ieri ero circondato da vecchi "sorcini" con pancere e capelli bianchi che cantavano a squarciagola le sue canzoni. Segno che il "suo popolo" è cresciuto ed invecchiato insieme a lui.
Una bella orchestra di archi diretta dal fido Renato Serio, unitamente alla ritmica ed alle tastiere, hanno creato un suono di buona qualità, non fracassone e mai prevaricante su Renato che, da par suo, ha sfoggiato una voce matura e migliorata nel tempo, come il buon vino. Le sue "mise" sempre cosparse di paillettes e lustrini sempre un pò trash coprivano a malapena la pancia ormai debordante. Ma se si mettesse un pò a dieta? Farebbe bene al suo aspetto e soprattutto alla sua salute. Si muove sempre a suo agio sul palco anche se, come Totti, gioca da fermo.
PS: Quando ha cantato "la favola mia" non mi sono emozionato, segno che la mia depressione ormai la fa da padrona.
La cena dopo-concerto non si è fatta perchè Renato era stanco (i 60 si sentono). Giancarlo ed io, morti di fame, siamo finiti all'Harry's Bar di Via Veneto dove, dopo aver mangiato qualcosa siamo stati rapinati dal cameriere.
1 commento:
E "abbasta co' 'sta depressione"!!!!!
Reag(g)isci Maestro, reag(g)isci, sù, sù!
Cominciamo a farla finita coi necrologi...
E "diamoci sotto" con la VITA!!!
Aspettiamo le tue nuove musiche, e, come si dice dalle ns parti:"Datte da fà!!!"
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