Ieri, 29 settembre, è stato il mio compleanno. Anzi, oggi lo è, nel senso che sono nato ieri alle 23:30 ma mio padre mi depositò all'anagrafe il giorno dopo. Un mistero il motivo, che però mi costringe a bagordare per due giorni e che mi destabilizza un tantino.
Musicista, bassista, compositore, autore di musiche per il cinema e la televisione, produttore discografico ed editore con VIVAVOCE MUSIC. Ha suonato con i più grandi artisti della scena pop e jazz: LITTLE TONY, ZERO, BAGLIONI, DE GREGORI, GAETANO, DANIELE, ARBORE, CONTE, MINGHI, CAPUTO, GRAZIANI, MUSSOLINI, T.SCOTT e moltissimi altri. Un po' di storia di ieri e di oggi tra arte, musica e spettacolo.
giovedì 30 settembre 2010
Nonno Renato ha 60 anni
mercoledì 29 settembre 2010
Ricordo di Vincenzo Crocitti
martedì 28 settembre 2010
Giancarlo Governi su Bossi S.P.Q.R.
Ciò che mi meraviglia in Umberto Bossi è la pretesa di essere originale. Me lo immagino, quando fa le sue sparate, davanti al suo popolo padano, vestito di verde, che si arrovella un po’ nel pensiero e alla fine tira fuori la massima che sorprende e fa sbellicare dalle risate il suo popolo adorante. Questa volta ha tradotto l’acronimo SPQR (che, come ci hanno insegnato a scuola, fin dalle elementari, vuole dire Senatus PopulusQue Romanus, il senato e il popolo romano: faccio la traduzione a favore del “popolo padano”) in “Sono porci questi romani”. Come se avesse inventato lui questa spiritosaggine…. Deve sapere il “senatur” che noi da bambini forse abbiamo imparato prima la versione parodistica di quella autentica. E se a un ragazzino romano chiedevi il significato di quelle quattro lettere impresse in tutte le lapidi antiche quasi certamente diceva: sono porci questi romani. Che poi già 50 anni fa, Asterix andava ripetendo la versione edulcorata che suonava così: sono pazzi questi romani. Umberto Bossi o dell’invenzione dell’acqua calda, quindi.
Cosa significa questo? Che i romani hanno fatto la storia e i loro epigoni hanno saputo parodiarla, grazie al senso dell’umorismo che le varie vicende storiche a cui sono stati sottoposti hanno loro trasmesso.
Su una cosa Bossi ha ragione, sul circuito di Formula 1 a Roma, che farebbero bene a mantenere a Monza. Però quell’invito a correre con le bighe mi fa ricordare quello che qualche bello spirito romano ricordò ai leghisti che alcuni anni fa marciarono su Roma con l’intento, soltanto simbolico, di dare fuoco al Colosseo e che furono accolti da una striscione che diceva: “quando voi ancora stavate sugli alberi, noi eravamo già froci”. Come si dice a Roma: quando ce vo’ ce vo’. A cui aggiungerei: e abbasta!!!!!
PS. Ci sono state molte reazioni alla sparata anti Roma del senatur, alcune serie, come quella del Sindaco della Capitale, altre spiritose come quella di Verdone o questa nostra. Fra tutte mi ha colpito quella di Francesco Totti (er capitano...) il quale ha invitato Bossi a ripetere le sue parole davanti al Colosseo o addirittura davanti alla Curva Sud (una sorta di Colosseo dei nostri tempi...). sarebbe come dire: esci fori se ci hai coraggio! Speriamo che Bossi questo coraggio non lo abbia.
venerdì 24 settembre 2010
Un'altra perfidia del Cavalier Serpente
mercoledì 22 settembre 2010
La morte di Sandra Mondaini
sabato 18 settembre 2010
venerdì 17 settembre 2010
Dal Cavalier Serpente: Un'altra cattiveria
martedì 14 settembre 2010
La morte di Claude Chabrol
Sinceramente pensavo che Chabrol fosse già morto, e non per un improvviso mio attacco di cinismo, ma solo perchè certi personaggi come lui, e come Fellini, Rossellini, De Sica, Truffaut, Totò, Chaplin, Stanlio e Ollio e tantissimi altri, sopravvivono assolutamente al loro corpo terreno, per entrare in una dimensione eterna, appunto incorporea, dove le loro Opere sono più importanti della vita stessa.
Andatevi a vedere la sua filmografia, ricca di storie di provincia, anche minime, ma con personaggi piccolo borghesi straordinariamente descritti dalla sua mente ironica e sarcastica .
Ricordo ancora Il buio della mente (La cérémonie 1995), un film che mi colpì molto per come le due protagoniste della storia, una domestica e una postina (Isabelle Huppert, Musa indiscussa del regista e Sandrine Bonnaire) sterminano freddamente e cinicamente una famiglia benestante in una sorta di strage di classe. La loro assoluta mancanza di emozione nell'uccidere quelle persone, ricorda lo spaventoso eccidio di Erba, inutile e per futili motivi, il buio della mente, appunto.
Il presidente della repubblica Sarkozy ha paragonato Chabrol ai giganti della cultura francese, come Rabelais e Balzac, e non c'è da dargli torto.
lunedì 6 settembre 2010
Yo Koiono
Guardate l' 'installazione' al Moma di N.Y di questa... grande artista performer e poi capirete perchè i Beatles si sono sciolti!
La relazione di Lennon con Yoko getta davvero un'ombra sulla sua genialità: ma come ha mai potuto innamorarsi e farsi guidare da lei?
giovedì 2 settembre 2010
Il Cavalier Serpente e Gino Paoli
(di Stefano Torossi)
Lo abbiamo verificato ancora una volta al suo “Un incontro in Jazz” del 25 agosto nel Festival “Odio l’Estate” a Roma. E certamente di livello altrettanto alto era l’accompagnamento: un formidabile quartetto composto da Danilo Rea, piano, Flavio Boltro, tromba, Rosario Bonaccorso, contrabbasso e Roberto Gatto, batteria, il meglio del jazz in Italia.
Bene, sulla qualità della musica niente da obiettare. Applausi.
E’ sul modo in cui questa ottima pietanza ci è stata servita che abbiamo qualcosa da dire.
Il concerto di cui vi parliamo, lo usiamo naturalmente solo come esempio. Vogliamo generalizzare a quasi tutti gli eventi jazz.
Non ci sembra giusto che la star della serata (come qualunque comprimario) entri in scena con l’espressione di chi sale al patibolo, non accenni neanche un minimo saluto verso il pubblico che ha pagato salato, confabuli con i colleghi musicisti voltando la schiena a noi, attacchi la sfilza delle canzoni senza una parola, una presentazione, sempre con un atteggiamento di annoiato disgusto. Forse è timidezza, forse è la sua faccia di tutti i giorni, ma dal momento che uno sale sul palco, un minimo di obblighi ci sarebbero, tra cui mettere su una faccia di scena. Che poi, abbiamo trovato anche ridicolo che, dopo tutte queste dimostrazioni di superiorità, l’artista di cui sopra si rintanasse ogni tre pezzi dietro il pianoforte per fumarsi mezza sigaretta. Paura di essere sgridato?
Certo, ci sono i rockettari violenti che sputano sul pubblico, o gli tirano le chitarre, ma è un comportamento prevedibile, anzi previsto, anzi addirittura pregustato, e soprattutto è viva azione scenica. Quello che invece stronca le esibizioni di molti jazzisti è proprio questa aria di distacco, di noia (snob?), di chissenefrega. Ma perché? Come mai non hanno l’aria di divertirsi, visto che fanno una cosa che il resto della gente gli invidia? Che ci vuole a prepararsi una battuta, quattro movimenti coordinati, evitare le stupide pause in cui il bassista chiede al pianista la tonalità del pezzo che stanno per suonare, perché alla gente non basta ascoltare; al concerto si è portata anche gli occhi e vuole usarli.
I salti di Lionel Hampton, ve li ricordate? E le camicie di Miles Davis?
A proposito: ma come si vestono i jazzisti! Ma ci si può presentare con jeans sformati e sporchi, camiciazze di brutti colori, magliette di quel tono indefinibile, ma con suggestioni di sporco, fra il marroncino, il viola scuro e il nero, soprattutto quando si hanno superato i sessant’anni, o gli ottanta chili, e madre natura, generosa con il talento musicale, non lo è stata altrettanto con la bella presenza?
Non diciamo che i componenti di un gruppo dovrebbero essere tutti in smoking (anche se ci piacerebbe – vi ricordate l’eleganza suprema del Modern Jazz Quartet?), però un minimo di decenza, un pantalone con la piega, una giacca che copra i rotoli, le panze, i seni penduli degli anziani, forse, estrema audacia, perfino una cravatta. Oppure, anche una follia di lustrini, ma con dietro un progetto. Sempre per il rispetto a nostro parere dovuto al pubblico, che, lui si, può essere malvestito, ma almeno ha pagato.
Premio alla Cultura
A BENEMERITI DELLA CULTURA
(Trofeo di Cristallo e Medaglia d’oro del Presidente dell’Ass. Cult. “P. Raffaele Melis O.M.V.”)
Musicista Regista Maestro PIERO MONTANARI
Roma
Premio “Francesco Di Lella”
“Per avere contribuito con la musica e la regia all’evoluzione ed all’affermazione di attori e cantanti di chiara fama nazionale ed internazionale, lasciando un segno vivo nel panorama cinematografico e musicale italiano, senza mai desistere anche in un periodo così difficile ed arduo come l’attuale.”
Firmato Augusto Giordano, Getulio Baldazzi, P.Ezio Bergamo, Rita Tolomeo, Maurizio Pallottí, Domenico Di Lella, Maria Fichera, Gianni Farina, Rita Pietrantoni, Paola Pietrantoni, Domenico Gilio.