di Piero Montanari
Mentre apprendo con profonda tristezza della morte del Ferrero sbagliato (quello della Nutella e non il presidente della Sampdoria, per capirci) guardo ormai distrattamente, saturo di canzonette di modesta qualità, il dissolversi verso la notte delle cinque sfumature di grigio che sono state le cinque serate del Festival, compiacendomi di aver azzeccato ancora una volta le prime tre canzoni e sbagliando solo la posizione di Malika Ayane, che avevo dato per seconda, invece arrivata terza.
Cinque serate sfumate di grigio per la musica italiana, dopo la dipartita, macabramente ricordata da Luca e Paolo proprio al Festival, dei migliori interpreti di essa: De Andrè, Battisti, Tenco, Dalla, Pino Daniele, Jannacci Mango, Rino Gaetano, Francesco del Banco, Jimmy Fontana Little Tony, Chi li ha rimpiazzati? Nessuno, secondo noi, anche se qualcuno dei "nuovi" potrebbe crescere con un po' di autocoscienza ed umiltà. Pazientiamo ancor un po'.
I tre vincitori de Il Volo sono un prodotto italiano per fare soldi nel mondo: per carità, cantano bene, sono carini, e propongono una rappresentazione agiografica del nostro Paese, colpito da luoghi comuni negativi come corruzione e mafia, o stereotipi un po' retrivi come pizza e mandolino. Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble, in arte Il Volo, cantano il Bel Paese e ci fanno fare un figurone a Toronto come a Tokyo, buon per noi. D'altra parte il furbo ed internazionale Tony Renis è il loro mentore, e lui di questi "affari" in giro per il mondo è espertissimo. Vivissimi complimenti!
Poteva essere peggiore questa edizione sanrenmese, ma anche migliore, ovviamente, e comunque siamo felici che sia finalmente finita, perché in televisione e sui giornali non si parlava d'altro. La conduzione del Pippo Baudo 2.0 Carlo Conti è stata all'altezza, l'abbiamo detto sempre e non ci smentiamo alla fine. Prevediamo che nel futuro televisivo di Rai Uno Carlo Conti sarà ancora più presente ed iperespoto. Ma funziona così, ora gira bene a lui e verrà strizzato come un limone; immaginiamo che sarà proprio lui a condurre le prossime tante edizioni del Festival. Un appello, quindi al caro Conti va fatto: Carlo, in nome del cielo, la prossima volta ricordati delle canzoni!
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