Carlo Conti
di Piero Montanari
Ricordo un film d'azione con Dolph Lundgren, attore noto solo per aver detto inopinatamente a Rocky Balboa - Silvester Stallone - "Ti spiezzo in due" e poi scomparso dalla memoria di massa. Il titolo era The Peacekeeper, il Pacificatore, la storia di un energumeno che doveva salvare a tutti i costi il mondo, riuscendoci poi non senza qualche difficoltà.
Ricordo un film d'azione con Dolph Lundgren, attore noto solo per aver detto inopinatamente a Rocky Balboa - Silvester Stallone - "Ti spiezzo in due" e poi scomparso dalla memoria di massa. Il titolo era The Peacekeeper, il Pacificatore, la storia di un energumeno che doveva salvare a tutti i costi il mondo, riuscendoci poi non senza qualche difficoltà.
Abbiamo già detto che Carlo Conti è bravo, con il suo buon Festival dal ritmo veloce e dai toni misurati, talvolta banali come si conviene, peculiarità che sono proprie del bravo presentatore, dopo i suoi attenti studi verso chi l'aveva preceduto sulla graticola infuocata dell'Ariston.
Sembra proprio, visto il confortante successo delle prime due sere, che Conti sia stato mandato su quel palco con il chiaro intento del 'peacekeeper', del pacificatore a tutti i costi, quasi a potezione del Festival di Sanremo, evento principe della Rai, che che ogni anno rischia la sua estinzione (e quella dei tanti che ruotano intorno ad esso e che investono tutte le loro speranze sullo spettacolo), per manifesta vetustà.
E Conti, forte della missione che il mondo gli ha conferito, ha ben iniziato la sua opera pacificatoria ricca di buonismo ed affettuosità verso tutti, a cominciare dai giornalisti - sempre pronti a sparare alzo zero e a trovare magagne - con i quali il buon Carlo sembra avere rapporti idilliaci, incassando critiche compiacenti, compresa la mia.
La pacificazione di Carlo sta proseguendo indefessa con i telespettatori utenti, ai quali viene comminato un Festival di pace e serenità, senza sbavature clamorose, con canzoni più o meno dignitose, gran parte dimenticabili, corollario quasi inutile ad un Festival dove succede poco o nulla. Un festival di pace e bene a tutti, come diceva Padre Mariano.
La stessa pace e lo stesso bene che il nostro Pacificatore tenta di mettere, blandamente e come da copione, tra Al Bano e Romina Power, loro si il motivo principale perché questo Sanremo abbia avuto luogo. Carlo ci ha provato in tutti i modi sul palco, dicendo loro - che invece si guardavano in cagnesco - di abbracciarsi e baciarsi, a favore di chissà quali altre indimenticabili performances, quali altre magnifiche canzoni, quali altri splendidi duetti futuri, per la gioia di chi li ammira e li ama.
Ma Carlo il Pacificatore ha fallito purtroppo la mission, i due si odiano evidentemente e non torneranno più insieme, se non forse in sparute esibizioni lontano dall'Italia. Chissà se a Conti, The Peacekeeper of Sanremo, non arriverà per questo un medaglia d'oro al me
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