di Piero Montanari
Ieri è morto a 64 anni all'ospedale
Gemelli di Roma, dove era ricoverato in seguito ad una grave malattia,
l'attore siracusano Tonino Accolla.
Era stata la voce italiana dei più grandi attori del cinema americano: da Tom Hanks a Mickey Rourke, da Hugh Grant a Jim Carrey, ma anche di Ben Stiller, Tim Curry e il cattivo Gary Oldman, quello di 'Léon' e de 'Il quinto elemento', nonché del personaggio Timòn nei film d'animazione della serie 'Il Re Leone' e Mike nel film 'Monsters & Co'.
Il successo popolare di Tonino gli venne però dall'aver doppiato Eddie Murphy in quasi tutti i film, e per aver regalato al comico afroamericano la sua famosa ed incontenibile risata col "decollo", un marchio che resterà indelebile fino alla sostituzione di Tonino con Sandro Acerbo, nel 2011.
Ma fu doppiando Homer Simpson nella versione italiana della famosa serie di cartoni americana, che Accolla, come fosse una grande star, raggiunse il suo massimo di popolarità, testimoniato ogni giorno dai tanti appassionati del cartone.
Per aver dato la voce a Kenneth Branagh in 'Enrico V', Accolla vinse anche il Nastro d'argento per il miglior doppiaggio eseguito nel 1991, ma fu anche direttore di doppiaggio di kolossal come 'Titanic' e 'Braveheart' e dei più grandi successi cinematografici degli ultimi 30 anni.
Conoscevo molto bene Tonino perchè alcuni anni fa venne nel mio studio a dirigere e doppiare 'Il Dottor Dolittle', il primo della fortunata serie di film con Eddie Murphy. In quel periodo c'era una serrata per uno sciopero degli studi a Roma e la Fox, società distributrice della pellicola, doveva assolutamente finire il film, già annunciato in uscita nei cinema, col rischio di brutta figura e di gettare via parecchi soldi di pubblicità. Quindi scelsero il mio studio di registrazione come ripiego, l'allestirono all'uopo, e ci stettero per un paio di settimane, facendomi "prestare" persino la voce a uno dei personaggi.
Ebbi, così, l'occasione di veder al lavoro il bravissimo Tonino, e capire che, prima di essere un professionista del doppiaggio, era davvero un grande attore, uno di razza, con una sensibilità ed un'intelligenza non normali, un geniaccio vero, con una forte personalità e una straordinaria contezza di sé che lo faceva apparire talvolta ostile agli altri, con un carattere insopportabile a detta di molti, ma che alla fine poi riusciva a "cavare" fuori dagli attori che dirigeva tutte le capacità, anche le più nascoste, che servivano a dare corpo all'idea che si era costruita nella testa del lavoro, fossero film da doppiare e dirigere o piece teatrali.
E c'era da starne certi che l'idea che Tonino si era fatta era quella giusta.
Era stata la voce italiana dei più grandi attori del cinema americano: da Tom Hanks a Mickey Rourke, da Hugh Grant a Jim Carrey, ma anche di Ben Stiller, Tim Curry e il cattivo Gary Oldman, quello di 'Léon' e de 'Il quinto elemento', nonché del personaggio Timòn nei film d'animazione della serie 'Il Re Leone' e Mike nel film 'Monsters & Co'.
Il successo popolare di Tonino gli venne però dall'aver doppiato Eddie Murphy in quasi tutti i film, e per aver regalato al comico afroamericano la sua famosa ed incontenibile risata col "decollo", un marchio che resterà indelebile fino alla sostituzione di Tonino con Sandro Acerbo, nel 2011.
Ma fu doppiando Homer Simpson nella versione italiana della famosa serie di cartoni americana, che Accolla, come fosse una grande star, raggiunse il suo massimo di popolarità, testimoniato ogni giorno dai tanti appassionati del cartone.
Per aver dato la voce a Kenneth Branagh in 'Enrico V', Accolla vinse anche il Nastro d'argento per il miglior doppiaggio eseguito nel 1991, ma fu anche direttore di doppiaggio di kolossal come 'Titanic' e 'Braveheart' e dei più grandi successi cinematografici degli ultimi 30 anni.
Conoscevo molto bene Tonino perchè alcuni anni fa venne nel mio studio a dirigere e doppiare 'Il Dottor Dolittle', il primo della fortunata serie di film con Eddie Murphy. In quel periodo c'era una serrata per uno sciopero degli studi a Roma e la Fox, società distributrice della pellicola, doveva assolutamente finire il film, già annunciato in uscita nei cinema, col rischio di brutta figura e di gettare via parecchi soldi di pubblicità. Quindi scelsero il mio studio di registrazione come ripiego, l'allestirono all'uopo, e ci stettero per un paio di settimane, facendomi "prestare" persino la voce a uno dei personaggi.
Ebbi, così, l'occasione di veder al lavoro il bravissimo Tonino, e capire che, prima di essere un professionista del doppiaggio, era davvero un grande attore, uno di razza, con una sensibilità ed un'intelligenza non normali, un geniaccio vero, con una forte personalità e una straordinaria contezza di sé che lo faceva apparire talvolta ostile agli altri, con un carattere insopportabile a detta di molti, ma che alla fine poi riusciva a "cavare" fuori dagli attori che dirigeva tutte le capacità, anche le più nascoste, che servivano a dare corpo all'idea che si era costruita nella testa del lavoro, fossero film da doppiare e dirigere o piece teatrali.
E c'era da starne certi che l'idea che Tonino si era fatta era quella giusta.
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