di Piero Montanari
Oggi esce il 25mo album di Pino Daniele, il cantautore partenopeo e parte americano, se così posso dire, parafrasando Totò. Si chiama "Boogie Boogie Man”, e il cd , contiene 10 successi “rivisitati” e due inediti, tra cui quello che dà il titolo al disco. Dice di questo lavoro una nota della Sony Music, che ha pubblicato il lavoro:
"Il brano, venato di blues e ispirato al "boogie" dei primi anni '70, e' uno dei due inediti del disco che - precisa la nota - si compone di dodici brani, in cui sono racchiusi indimenticabili capolavori che hanno segnato la vita artistica di Daniele, ed e' impreziosito da grandi duetti. Mina, Battiato, Biondi e J-Ax sono le voci particolari della musica italiana con cui Daniele duetta nel disco, rispettivamente in "Napule e'", "Chi tene o' mare", "Je so' pazzo" e "Siente fa accussi". Quest'ultimo brano e' una versione di "Yes I know my way" con nuovi arrangiamenti e un nuovo testo (scritto in collaborazione con lo stesso J-Ax)".
Quindi un cd di vecchi successi, se i escludono i due inediti. E’ questa ormai una consuetudine degli artisti plus agée, e cioè quella di dare una ‘lucidatina all’argenteria’ piuttosto che rimettersi faticosamente a scavare in miniera e cercare nuovi filoni.
Dice testualmente Pino, confermando ciò che penso: ”Prima le canzoni muovevano delle idee, potevano cambiare le cose. Negli ultimi dieci anni sembra che la cultura dia fastidio, invece è necessaria per affrontare periodi come questo e tenere vive le idee e le proprie radici. Alla fine saranno gli artisti a salvare la situazione, sono più seri delle istituzioni. Con questo disco non mi frega niente di scalare classifiche, mi sono voluto divertire a rivisitare i mie brani più famosi e a farlo con artisti che stimo: Mina, Mario Biondi, J-Ax (ex Articolo 31), oltre che musicisti come Mel Collins al sax, il batterista ex Weather Report Omar Hakim, il bassista Matthew Garrison".
Insomma, un divertissement a dispetto di ciò che Pino afferma riguardo al suo passato, quando, secondo lui, la musica muoveva le idee (oltre che i ricordi) e aveva anche il compito - che forse noi tutti le avevamo affidato - attraverso i testi delle canzoni e le strutture musicali desuete e innovative, quello di cambiare il corso delle cose. Ma si era negli anni ’70, pulsioni giovanili e idee rivoluzionarie andavano a braccetto, e quel tempo è davvero passato per il Nostro. Il “Masaniello incazzato nero” di “Je so pazzo” ha lasciato il posto ad un sessantenne ormai ricco e sazio che si diverte a suonare in giro per il modo ( Tour negli Usa, unico ospite italiano al Crossroads Guitar Festival organizzato da Eric Clapton e svoltosi il 26 giugno di quest'anno a Chicago) senza aver più nulla da dire se non “Facimme ‘o blues”.
Ho suonato con lui nel suo primo Lp, bellissimo, “Terra mia” e in brani come “Napule è” e “Tazzulella ‘e cafè”, due straordinari modi di raccontare Napoli, il disagio della gente, l’amore per la sua città. Pino era semplicemente geniale ed aveva fatto una commistione tra blues e tradizione partenopea con grande intuizione, insieme ad altri, come Napoli Centrale o la Nuova Compagnia di Canto Popolare per altri versi. Ma lui era la punta di diamante.
Ho “amato” fortemente Pino e per lui ho avuto davvero una “cotta musicale” Ricordo che, dopo aver lavorato insieme e prima che scoppiasse il suo successo, mi telefonava spesso chiedendomi di lavorare in sala d’incisione come turnista, cosa che io a quel tempo facevo con continuità. Era povero e non immaginava che di lì a poco gli sarebbero caduti addosso una pioggia di soldi!
L’ho rivisto saltuariamente nei suoi spettacoli ed ho seguito la sua carriera di questi ultimi trent’anni, apprezzando certi suoi brani davvero ispirati (“Anna verrà” o “Quando”) e “disprezzandone” altri dove sembrava di ascoltare il peggior Christopher Cross.
Una curiosità: Boogie Man per gli anglosassoni è il personaggio di fantasia che si evoca per spaventare i bambini piccoli o farli addormentare con le angosce. E’ il corrispondente del nostro “Uomo Nero”. Chissa se Pino avrà voluto dire qualcosa?
P.R.M. (Postilla Ritardataria Maliziosetta): Più ascolto la title track del cd, "Boogie boogie man", e più mi sembra "On the road again", successo mondiale del gruppo dei Canned heat di Alan Wilson del 1968, soprattutto nell'arrangiamento che è tale e quale. Vabbè ispirarsi ma stavolta Pino ha esagerato un pò nel riciclo...
P.R.M. (Postilla Ritardataria Maliziosetta): Più ascolto la title track del cd, "Boogie boogie man", e più mi sembra "On the road again", successo mondiale del gruppo dei Canned heat di Alan Wilson del 1968, soprattutto nell'arrangiamento che è tale e quale. Vabbè ispirarsi ma stavolta Pino ha esagerato un pò nel riciclo...