di Piero Montanari
La bussola e il cuore è il titolo del nuovo lavoro che segna il ritorno dopo un periodo di 11 anni di Amedeo Minghi con brani inediti, in un triplo cofanetto nel quale ci sono i suoi classici riarrangiati ("1950", "L'immenso", "La vita mia", "I ricordi del cuore", "Vattene amore") e venti canzoni registrate tra i primi anni '70 e la prima metà degli anni '80 che non erano mai state pubblicate. Un succoso triplo CD con trenta inediti per celebrare i suoi bellissimi 50 anni di carriera.
Con Amedeo abbiamo ricordato insieme proprio questi 50 anni straordinari, che poi sono stati anche i più influenti anni della musica italiana. Abbiamo ricordato gli inizi percorsi insieme nel 1973, con il suo primo Lp intitolato a suo nome dove anch'io suono, ed altri lavori fatti in collaborazione e legati alla sperimentazione musicale, nei quali Amedeo imitava i suoni dell'orchestra con la sua bellissima voce ed io ero uno degli autori, strumentisti e arrangiatori di quei brani. Uno di questi, qualche anno fa, fu campionato dal grande Justin Timberlake che ne fece un successo internazionale. Per fortuna di Amedeo e sfortuna mia era uno dei suoi brani.
Cinquant'anni suonati, ma anche cantati e scritti, come ho avuto modo di dirgli nel nostro incontro per la presentazione de La bussola nel cuore al Piper, nella trasmissione brillantemente condotta ogni lunedì da Francesco Vergovich e Mariagloria Fontana per Radio Roma Capitale, “Metti una sera al Piper”, realizzata nel leggendario locale tempio della “beat generation” romana. Abbiamo ricordato come Roma in quel momento fosse il centro della discografia italiana, brulicante di iniziative e di personaggi più o meno validi, più o meno folli e strampalati in cerca di fortuna e visibilità, con molti studi di registrazione, e la grande mamma RCA pronta ad accogliere, sperimentare, lanciare o buttare via, e noi che eravamo uno sparuto gruppo di musicisti esordienti in cerca di opportunità: Loredana Bertè e la sorella Mia Martini, Renatino Zero, Amedeo Minghi, Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Rino Gaetano, Mimmo Locasciulli ed altri.
Ora, ci siamo detti tristemente con Amedeo, la Rca di via Tiburtina con i suo studi e i suoi ricordi straordinari è diventata un deposito di scarpe, piuttosto che un museo della canzone italiana, come sarebbe stato giusto e opportuno. “Siamo purtroppo un Paese con poca memoria e con talmente tanto talento che ci permettiamo di sprecarlo, gettandolo via per sempre” - mi ha esclamato Amedeo, mentre sullo sfondo echeggiava un suo nuovo e bellissimo brano del disco, ricco di quella fantastica melodia che ha fatto di Amedeo Minghi uno dei grandi autori e interpreti della nostra canzone.
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