Luca Odevaine, Totti e il vigile con la pancetta
Luca Odevaine, Totti e il vigile con la pancetta
di Piero Montanari
E' proprio vero quando ti casca addosso un mare di melma, quello che puoi cercare di fare è spargerne un po' in giro per liberartene. E' quello che sta facendo l'ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni, Luca Odevaine, imputato eccellente del processo su Mafia Capitale, che ha cominciato a vuotare il sacco e a distribuire urbi et orbi (come le botte e a proposito di Roma) dosi massicce di guano.
Nella rete infamante dell'ex potente comunale, è incappato anche il capitano della Roma, Francesco Totti il quale, secondo ciò che dice Odevaine, assoldò dei vigili urbani pagati in nero per fare da scorta ai suoi figli, a rischio rapimento, come da soffiata di un ultrà della Roma appena uscito dal carcere.
Fu, secondo Odevaine, il preparatore personale di Totti, Vito Scala, a chiedergli assistenza per questa minaccia, e quindi si attivò per aiutare la famiglia di Francesco telefonando a l'allora comandante dei carabinieri Nicola Cavaliere. Il campione della Roma - sempre secondo Odevaine - scelse poi come guardaspalle alcuni vigili urbani del servizio di pronto intervento del centro storico, che stavano per essere pensionati e comunque fuori dall'orario di lavoro, pagandoli in nero.
E' proprio vero quando ti casca addosso un mare di melma, quello che puoi cercare di fare è spargerne un po' in giro per liberartene. E' quello che sta facendo l'ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni, Luca Odevaine, imputato eccellente del processo su Mafia Capitale, che ha cominciato a vuotare il sacco e a distribuire urbi et orbi (come le botte e a proposito di Roma) dosi massicce di guano.
Nella rete infamante dell'ex potente comunale, è incappato anche il capitano della Roma, Francesco Totti il quale, secondo ciò che dice Odevaine, assoldò dei vigili urbani pagati in nero per fare da scorta ai suoi figli, a rischio rapimento, come da soffiata di un ultrà della Roma appena uscito dal carcere.
Fu, secondo Odevaine, il preparatore personale di Totti, Vito Scala, a chiedergli assistenza per questa minaccia, e quindi si attivò per aiutare la famiglia di Francesco telefonando a l'allora comandante dei carabinieri Nicola Cavaliere. Il campione della Roma - sempre secondo Odevaine - scelse poi come guardaspalle alcuni vigili urbani del servizio di pronto intervento del centro storico, che stavano per essere pensionati e comunque fuori dall'orario di lavoro, pagandoli in nero.
Ora, se valutiamo il personaggio Odevaine e quello che di grave gli è caduto addosso politicamente e penalmente, non possiamo che considerare questa storia abbastanza irreale e scarsamente credibile, utile probabilmente a creare depistaggi o, quantomeno, ad alzare cortine fumogene atte a offuscare la realtà che sembra essere ben altra e ben più grave.
Prima di tutto, il rapimento del figlio di Totti e Ilary sembra una delle tante bufale che magari servono solo per captatio benevolentiae davanti a qualche poliziotto, anche se per queste balle c'e sempre e comunque una guardia che non va mai abbassata, soprattutto per i personaggi famosi. Poi è sinceramente improbabile che uno come Totti abbia bisogno di rivolgersi a dei vigili urbani in odore di pensione per farsi tutelare da ipotetici rapitori. Oggi ci sono decine di istituti di vigilanza privati che hanno in organico potenti 007 pluripalestrati e pluriarmati.
Vedere l'anziano vigile urbano del centro storico vicino alla pensione, con la pancetta e il fiatone correre dietro al probabile rapitore di Christian mi fa davvero sorridere, con tutto il rispetto, per carità. E poi le guardie private fa
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