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La Roma contro il Bayer e la sindrome del dr. Jekyll e mr. Hyde
di Piero Montanari
La Roma in maglia Champions, vista ieri per la prima di andata a Leverkusen contro il blasonato Bayer, potrebbe essere sconsigliata ai tifosi cardiopatici, ma certamente proibita a quelli come me, con in dote un carattere sensibile e paziente, ma pronto a esplodere in moti incontrollabili di iracondia davanti alla superficialità del genere umano (calcistico) con conseguente mangiata di gomiti.
I giallorossi, sotto di un gol dopo 4' per un rigore (sacrosanto) da braccio allargato di Torosidis in area, dopo nemmeno 20' incassano il secondo per errori marchiani in difesa, che non riesce a salire correttamente come si dovrebbe per il fuorigioco (Rudiger). E' finita, pensiamo.
E invece no, perchè ora arrivano i nostri che, col generale De Rossi in testa, iniziano a galoppare verso il "nemico" e ci mettono una, anzi due, pezze vere: la prima Capitan Presente la mette dentro da calcio d'angolo di Florenzi e passaggio di testa di Manolas, e la seconda sugli esiti di una punizione di Pjanic (ormai le sue punizioni sono calci di rigore a tutti gli effetti). Due a due e si respira.
La Roma ci crede e inizia il secondo tempo dilagando letteralmente, con Gervinho che sembra essere tornato quello del primo anno e fa fuori avversari come birilli e Pjanic che segna la solita punizione-rigore (quattro su quattro, un record) su fallo a Nainggolan che li va cercando da ogni parte. Tre a due per noi e inizia la felicità. I giallorossi sembrano essere però sempre sul filo del rasoio, capaci di portare grave nocumento alle difese avversarie, ma mostrando spesso una pericolosa fragilità nella propria, con un baricentro troppo basso, che permette ai tedeschi in un paio di occasioni di essere pericolosissimi.
Questo non toglie la grande capacità dei singoli all'attacco che, prima con traversa di Iago Falque ma poi con il gol su solita sgroppata di Gervinho, fanno quattro a due e partita finita, direbbe uno normale. Tripudio delle genti giallorosse. E invece no, diciamo noi che normali non siamo. Eccola riapparire la Roma con sindrome bipolare da TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio e pure Urgente) che a sei minuti dalla fine si fa rimontare i due gol di vantaggio e rischia anche di incassare il quinto.
Qui i soloni del calcio iniziano a prendersela con Garcia e i suoi cambi criticati (Iturbe per Florenzi ma soprattutto Dzeko al posto di Gervinho) e le mancate indicazioni ai suoi per come gestire gli ultimi minuti di una partita che era ormai portata a casa addirittura con due gol di vantaggio.
Ma così va il calcio e, soprattutto, così va la Roma che diventa sempre più "zemaniana", segnando molto ma incassando troppo. Garcia l'ha spesso detto: "Metterei la firma per vincere tutte le partite con un gol di scarto, qualsiasi sia il punteggio", ma a Leverkusen questo non è successo, e il bravo mister transalpino dovrà registrare al meglio questa difesa che fa male alcune fasi fondamentali che neanche in terza categoria.
E si che una vittoria contro il Bayer sarebbe servita a questa Roma dottor Jekyll e mister Hyde, e la vittoria ce l'avevano nella tasca della tuta, sull'aereo che li riportava a casa. E invece ci si dovrà accontentare di un 4 a 4 che ha il sapore amaro di una sconfitta.
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