di Piero Montanari
La musica italiana piange la scomparsa di un altro protagonista "silenzioso", come forse è corretto chiamare tutti quelli che non hanno la visibilità dell'artista di successo, ma che magari di quell'artista hanno scoperto la linfa e di quel successo sono gli autori principali.
Enrico "Kico" Fusco, che ci ha lasciati il 1 maggio, è stato un produttore, autore e performer attivissimo negli ultimi cinquant'anni nel panorama musicale romano e italiano.
Figlio ma anche "fratello" d'arte, con una sorella maggiore famosa soprano lirico, suo padre Giovanni fu un grande compositore di decine di colonne sonore per il cinema e soprattutto collaboratore di Michelangelo Antonioni. Alla sua penna si devono film come L'Avventura, L'Eclisse, Deserto rosso, ma ache Gli Indifferenti e Hiroshima mon amour.
Kico iniziò quindi naturalmente una carriera nella musica, fondando negli anni '60 il gruppo Le Pecore Nere, che ebbe un discreto successo nell'ambito del "beat" italiano. Il successo maggiore però lo avrà dalla Schola Cantorum, gruppo vocale voluto nel 1973 dal grande direttore artistico della Rca di Roma, Ennio Melis, e che Kico, con Edoardo De Angelis, mise insieme reclutando i migliori giovani talenti canori in circolazione in quel momento nella casa discografica romana.
Canzoni come Lella, ("te la ricordi Lella, quella ricca...") o Le tre Campane, o la rielaborazioni di brani famosi come E Tu... di Baglioni, Roma Capoccia di Venditti o di Bella senz'anima e Poesia di Cocciante costituirono l'ossatura del successo di questo gruppo che andò avanti per molti anni prima di sciogliersi.
Kico continuò la sua carriera divenendo uno dei più importanti produttori musicali in circolazione. A lui si deve la scoperta di Sergio Caputo, l'interessante artista con il quale siglò grandi successi, da Sabato Italiano a Italiani Mambo, e una lunga collaborazione con gli Agricantus, gruppo folk siciliano di grande talento, che si distinse sin dai primi anni '90 in quello sterminato territorio della cosiddetta "World Music" nel quale sonorità arcaiche e commistioni musicali di stili diversi, erano la cifra musicale principale.
Kico abbracciò tutto questo in cinquant'anni di musica. Ho un ricordo sempre vivo delle nostre collaborazioni, dalle sedute in sala di registrazione per la Schola Cantorum o Sergio Caputo, alle produzioni musicali realizzate insieme, come la Marcia delle Sturmtruppen di Bonvi o il famoso Totò Rap. Ma Kico era soprattutto un grande e leale amico, una persona gentile, dolce, un uomo davvero perbene, sempre pronto ad un sorriso, ad uno scherzo, ad un gesto di generosità, la sua dote più grande.
La salute era precaria da alcuni anni, ma il suo carattere gioviale e mai domo lo ha sostenuto sempre, insieme all'affetto dei suoi figli, dei suoi nipoti e all'amore della sua indivisibile compagna Annie, anche lei splendida voce della Schola e sorella di Riccardo Cocciante, alla quale ci stringiamo nell'affetto di un abbraccio infinito.
La musica italiana piange la scomparsa di un altro protagonista "silenzioso", come forse è corretto chiamare tutti quelli che non hanno la visibilità dell'artista di successo, ma che magari di quell'artista hanno scoperto la linfa e di quel successo sono gli autori principali.
Enrico "Kico" Fusco, che ci ha lasciati il 1 maggio, è stato un produttore, autore e performer attivissimo negli ultimi cinquant'anni nel panorama musicale romano e italiano.
Figlio ma anche "fratello" d'arte, con una sorella maggiore famosa soprano lirico, suo padre Giovanni fu un grande compositore di decine di colonne sonore per il cinema e soprattutto collaboratore di Michelangelo Antonioni. Alla sua penna si devono film come L'Avventura, L'Eclisse, Deserto rosso, ma ache Gli Indifferenti e Hiroshima mon amour.
Kico iniziò quindi naturalmente una carriera nella musica, fondando negli anni '60 il gruppo Le Pecore Nere, che ebbe un discreto successo nell'ambito del "beat" italiano. Il successo maggiore però lo avrà dalla Schola Cantorum, gruppo vocale voluto nel 1973 dal grande direttore artistico della Rca di Roma, Ennio Melis, e che Kico, con Edoardo De Angelis, mise insieme reclutando i migliori giovani talenti canori in circolazione in quel momento nella casa discografica romana.
Canzoni come Lella, ("te la ricordi Lella, quella ricca...") o Le tre Campane, o la rielaborazioni di brani famosi come E Tu... di Baglioni, Roma Capoccia di Venditti o di Bella senz'anima e Poesia di Cocciante costituirono l'ossatura del successo di questo gruppo che andò avanti per molti anni prima di sciogliersi.
Kico continuò la sua carriera divenendo uno dei più importanti produttori musicali in circolazione. A lui si deve la scoperta di Sergio Caputo, l'interessante artista con il quale siglò grandi successi, da Sabato Italiano a Italiani Mambo, e una lunga collaborazione con gli Agricantus, gruppo folk siciliano di grande talento, che si distinse sin dai primi anni '90 in quello sterminato territorio della cosiddetta "World Music" nel quale sonorità arcaiche e commistioni musicali di stili diversi, erano la cifra musicale principale.
Kico abbracciò tutto questo in cinquant'anni di musica. Ho un ricordo sempre vivo delle nostre collaborazioni, dalle sedute in sala di registrazione per la Schola Cantorum o Sergio Caputo, alle produzioni musicali realizzate insieme, come la Marcia delle Sturmtruppen di Bonvi o il famoso Totò Rap. Ma Kico era soprattutto un grande e leale amico, una persona gentile, dolce, un uomo davvero perbene, sempre pronto ad un sorriso, ad uno scherzo, ad un gesto di generosità, la sua dote più grande.
La salute era precaria da alcuni anni, ma il suo carattere gioviale e mai domo lo ha sostenuto sempre, insieme all'affetto dei suoi figli, dei suoi nipoti e all'amore della sua indivisibile compagna Annie, anche lei splendida voce della Schola e sorella di Riccardo Cocciante, alla quale ci stringiamo nell'affetto di un abbraccio infinito.
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