di Piero Montanari
Anche Globalist si è occupato in questi giorni della polemica sollevata dalla conduttrice de "La domenica sportiva", Paola Ferrari, per essere stata attaccata nell'ambito di uno spot anti femminicidio da Paola Cortellesi che lo ha interpretato e scritto con Serena Dandini.
Nel video la Cortellesi impersona, con la sua consueta bravura, una donna di umili origini uccisa dal suo uomo che, dall'aldilà, ripropone alcuni momenti delle violenze subite, ricordando i momenti passati col suo assassino: "«Meglio morta - dice tra le altre cose - che guardare un'altra Domenica Sportiva con l'illuminata, la presentatrice piena di luce che pare la Madonna, quella bionda che dice i risultati con le labbra con il rossetto forte e gli orecchini di lampadario, che a lui piace tanto, invece a me faceva proprio schifo".
La replica della Ferrari è stata davvero quella di una persona che se l'è presa: "Le parole di Paola Cortellesi contro di me sono state come una coltellata (in nomen omen... "cortel lesi" ). Un atto di violenza verbale inaudito, soprattutto considerando il contesto in cui e' stato espresso, all'interno di uno spot a difesa delle donne".
In effetti anche a noi l'attacco alla conduttrice è sembrato piuttosto forte, considerato proprio il contesto nel quale si è svolto, ma vorremmo comunque suggerire alla Ferrari di non prendersela in maniera così accorata; la satira, da Aristofane in poi, deve far arrabbiare fortemente chi ne è bersaglio, altrimenti è inutile, e deve necessariamente toccare corde che mettono in ridicolo e che mostrino le contraddizioni della società e delle persone, per promuoverne addirittura il cambiamento: quindi, a conti fatti, porta con sè il bene della "fustigazione dei costumi".
E ora, cara Paola Ferrari, non dire però che non ti avevamo avvisata e consigliata. Nel nostro pezzo del 23 dicembre 2012 che ti rigurdava, scrivemmo: "Ieri sera, puntata n° 2.500 ed oltre, ho capito davvero di essere a Natale vedendo il vestito di Paola Ferrari, l'attuale conduttrice del programma che, per come era addobbata, non lasciava alcun dubbio sulle prossime festività. Ci mancavano solo le palle appese." Ma anche: "Ieri sera, vestito dorato, cosce sovraesposte, chioma biondissima, labbra ipertrofiche, trucco dato con la cazzuola (da rischiare un ulteriore allargamento del buco dell'ozono) e le solite, incredibili luci giallo paglierino su di lei che la fanno sembrare una apparizione mistica, Nostra Signora del Pallone, l'eccesso sembrava aver raggiunto, almeno per il 2012, il suo massimo storico." E le consigliavamo, simpaticamente, un po' più di sobrietà ma, purtroppo per lei, non ci ha ascoltato.
Cara Paola, non prendertela più di tanto, meglio satireggiati che dimenticati. E poi ti rammentiamo, per lenire un po' il tuo dispiacere, una sentenza della prima sezione penale che ha fatto giurisprudenza riguardo la satira e le sue conseguenze, che dice appunto: "E'quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene."
Nel video la Cortellesi impersona, con la sua consueta bravura, una donna di umili origini uccisa dal suo uomo che, dall'aldilà, ripropone alcuni momenti delle violenze subite, ricordando i momenti passati col suo assassino: "«Meglio morta - dice tra le altre cose - che guardare un'altra Domenica Sportiva con l'illuminata, la presentatrice piena di luce che pare la Madonna, quella bionda che dice i risultati con le labbra con il rossetto forte e gli orecchini di lampadario, che a lui piace tanto, invece a me faceva proprio schifo".
La replica della Ferrari è stata davvero quella di una persona che se l'è presa: "Le parole di Paola Cortellesi contro di me sono state come una coltellata (in nomen omen... "cortel lesi" ). Un atto di violenza verbale inaudito, soprattutto considerando il contesto in cui e' stato espresso, all'interno di uno spot a difesa delle donne".
In effetti anche a noi l'attacco alla conduttrice è sembrato piuttosto forte, considerato proprio il contesto nel quale si è svolto, ma vorremmo comunque suggerire alla Ferrari di non prendersela in maniera così accorata; la satira, da Aristofane in poi, deve far arrabbiare fortemente chi ne è bersaglio, altrimenti è inutile, e deve necessariamente toccare corde che mettono in ridicolo e che mostrino le contraddizioni della società e delle persone, per promuoverne addirittura il cambiamento: quindi, a conti fatti, porta con sè il bene della "fustigazione dei costumi".
E ora, cara Paola Ferrari, non dire però che non ti avevamo avvisata e consigliata. Nel nostro pezzo del 23 dicembre 2012 che ti rigurdava, scrivemmo: "Ieri sera, puntata n° 2.500 ed oltre, ho capito davvero di essere a Natale vedendo il vestito di Paola Ferrari, l'attuale conduttrice del programma che, per come era addobbata, non lasciava alcun dubbio sulle prossime festività. Ci mancavano solo le palle appese." Ma anche: "Ieri sera, vestito dorato, cosce sovraesposte, chioma biondissima, labbra ipertrofiche, trucco dato con la cazzuola (da rischiare un ulteriore allargamento del buco dell'ozono) e le solite, incredibili luci giallo paglierino su di lei che la fanno sembrare una apparizione mistica, Nostra Signora del Pallone, l'eccesso sembrava aver raggiunto, almeno per il 2012, il suo massimo storico." E le consigliavamo, simpaticamente, un po' più di sobrietà ma, purtroppo per lei, non ci ha ascoltato.
Cara Paola, non prendertela più di tanto, meglio satireggiati che dimenticati. E poi ti rammentiamo, per lenire un po' il tuo dispiacere, una sentenza della prima sezione penale che ha fatto giurisprudenza riguardo la satira e le sue conseguenze, che dice appunto: "E'quella manifestazione di pensiero talora di altissimo livello che nei tempi si è addossata il compito di castigare ridendo mores, ovvero di indicare alla pubblica opinione aspetti criticabili o esecrabili di persone, al fine di ottenere, mediante il riso suscitato, un esito finale di carattere etico, correttivo cioè verso il bene."
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