di Piero Montanari
Vi racconto un fatterello personale e paradigmatico, di come è assolutamente dannoso per i nostri ragazzi l'esempio negativo di molti politici, e come certa televisione possa essere devastante per le loro coscienze in erba.
Giorni fa mio figlio Luca di 13 anni era a casa a studiare con un suo compagno di classe, un ragazzino carino e ben educato Si parlava di scuola e di futuro e mi è venuto spontaneo chiedergli cosa gli sarebbe piaciuto fare “da grande”, solita domanda banale ma sempre piena di significati reconditi. Non credo stesse scherzando quando mi ha risposto: “Mi piacerebbe lavorare in polizia, magari anche privata e fare la scorta ai v.i.p. o ai politici. Te lo immagini – aggiungeva sorridendo - essere a fianco di personaggi come Berlusconi, con tutte quelle ragazze che lo seguono e che devi accompagnare in giro o alle feste? Ci si divertirebbe un mondo, si guadagnerebbero un sacco di soldi, mance, bevute ai party e stai certo che ci scapperebbe pure qualcosa per la scorta!”
Dopo un mio momento di imbarazzo ci abbiamo riso su, e gli ho subito detto che ci sono mestieri migliori di quello, ma poi ho cercato di capire se parlava sul serio e se volesse provocarmi, anche se non avrebbe cambiato poi di molto il senso della sua affermazione.
Il giovane 13enne – mi sono detto - aveva assorbito benissimo il messaggio del bombardamento mediatico di gan parte della trash tv dove, è inutile ripeterlo, i valori propinati sono sempre gli stessi: soldi, sesso, successo, potere, egoismo, furbizia, e amenità di questo tipo. Che poi è la televisione che il Presidente del Consiglio ci ha mandato trent’anni fa come avanguardia bellica per spianarsi il terreno e - conseguentemente - prendere in mano il potere politico. La manovra gli è riuscita perfettamente, anche perchè la tv di stato ha fatto l'errore grossolano di appiattirsi nel basso della tv commerciale. Ora Berlusconi, come si conviene ad ogni dittatore in crisi, è arroccato arcignamente al Palazzo e non vuole mollare, neanche dopo gli scandali di questi ultimi mesi e non ostante le sue bugie per difendersi siano ormai diventate materia per i comici.
La Cattiva Maestra Televisione che il filosofo Karl Popper paventava nel suo famoso libro dove chiedeva, forse un pò ingenuamente, una “patente” a chi lavorava in tv, è sotto gli occhi di tutti. Non è un mero specchio di una società in declino, vittima del potere massmediatico. Questa nostra società, almeno quella composta dalle ultime generazioni, è stata formata massivamente dalla televisione e, purtroppo, dalla peggiore di esse, laddove chiediamo ad un pupazzo (Gabibbo) o ad una trasmissione (Striscia) di tutelare i nostri diritti di cittadini, un antistato mediatico fatto di comici che fanno i politici e i politici che fanno i comici.
Si parla con nostalgia di trasmissioni cult come “Drive in” che hanno anticipato una televisione che oggi spopola, ma che propone anche quel modello di donna oggettivizzata che oggi è di moda fra le ragazzine che la vogliono imitare. Tutti esempi di speculazioni volgari sulle quali dobbiamo riflettere per darci una bella mossa.
C’è molto lavoro da fare, tra scuola, famiglia e società sul ripristino di valori e modelli di qualità superiore, che hanno brutalmente scippato ai nostri ragazzi.
Vi ricordate quando si parlava tanto di “massa critica”? Quand’è che invaderemo, con le nostre biciclette, le corsie delle autostrade?
1 commento:
Tutto vero, ma a suo tempo Berly aveva soltanto adeguato la sua televisione ai gusti e alle aspirazioni represse di allora, il brutto è che poi ci si è adeguata anche la nostra cara mamma rai.....
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