di Piero Montanari
Si dice che l'allenatore nel calcio conti tra il 10 e il 20% per quanto concerne il risultato di una partita. Ieri, per Roma Sassuolo pareggiata con un 2 a 2 all'Olimpico che sta stretto al Sassuolo, Rudy Garcia ha di certo stravolto questa percentuale in maniera esponenziale, determinando, lui da solo secondo noi, questo risultato, parente stretto di una sconfitta per una squadra che ha gli obiettivi alti della Roma.
Costretto ad un turn over bizzarro "Perchè si gioca ogni quattro giorni e noi abbiamo la rosa per poterlo fare", Garcia sceglie un tridente davanti davvero anomalo, con Totti al centro dell'attacco insieme a Iturbe e Salah, non Florenzi bensì Maicon, rientrato dopo sette mesi di assenza e poi il generoso Torosidis dal primo minuto.
Si sa, le belle partite di Champions come quella disputata dalla Roma pochi giorni fa lasciano il segno: possono portare 'a mille' le endorfine dei giocatori, tanto da non sentire la stanchezza, ma anche mal consigliare questi cambi esasperati, che Garcia ha poi dovuto sconfessare in corsa, reinserendo Florenzi, Dzeko e Iago Falque.
Partita "toppata" dall'allenatore, si diceva, con il rischio addirittura di perdere in casa con la "bestia" Sassuolo, ottima squadra in grado di fare il terzo risultato positivo all'Olimpico, se l'arbitro avesse annullato il 300° gol di capitan Totti vistosamente in fuorigioco di rientro. Per onestà bisogna dire che, un atterramento in area Sassuolo da rigore netto di Rüdiger non viene concesso dall'arbitro, forse assalito da un senso di colpa per l'errore precedente.
Lo straordinario gol al volo di Salah che regala il pareggio alla Roma, non giustifica affatto la prestazione di tutta la squadra, che di certo non ha brillato come col Barcellona o con la Juventus. Questa volta crediamo che la percentuale di incidenza negativa di un allenatore nel risultato di una partita sia salita ben al di sopra del famoso 20%.
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