Life
Laura Antonelli, il triste addio di una star sola e povera
Nella foto, Laura Antonelli
di Piero Montanari
La notizia della morte di Laura Antonelli, l'intensa e sensuale attrice di tanti film della commedia italiana, sta già iniziando a scatenare commenti di ogni natura. Ma di certo, tra le tante parole intrise di banalità, campeggerà il famoso titolo del film di Billy Wilder, Viale del tramonto, quel Sunset Boulevard dove Gloria Swanson interpretò magicamente la fine di una diva del muto.
Gloria era Norma Desmond, attrice prima osannata e venerata e poi dimenticata e abbandonata dallo star system perchè considerata finita e superata e costretta così, nella sua magnifica villa sul Sunset Boulevard di Hollywood, a vivere quel tramonto e a morirne tragicamente.
La notizia della morte di Laura Antonelli, l'intensa e sensuale attrice di tanti film della commedia italiana, sta già iniziando a scatenare commenti di ogni natura. Ma di certo, tra le tante parole intrise di banalità, campeggerà il famoso titolo del film di Billy Wilder, Viale del tramonto, quel Sunset Boulevard dove Gloria Swanson interpretò magicamente la fine di una diva del muto.
Gloria era Norma Desmond, attrice prima osannata e venerata e poi dimenticata e abbandonata dallo star system perchè considerata finita e superata e costretta così, nella sua magnifica villa sul Sunset Boulevard di Hollywood, a vivere quel tramonto e a morirne tragicamente.
La storia di Laura Antonelli fu simile e altrettanto tragica, ma cambia la scenografia. Al Sunset Boulevard di Hollywood va sostituito il lungomare di Ladispoli, una cittadina balneare nei pressi di Roma cementificata con il volgare pensiero architettonico dei palazzinari romani del dopoguerra. Laura si rifugiò in quel delirio di cemento, probabilmente perchè era quello stesso delirio che le frullava nella testa, dopo che un'operazione mal riuscita di chirurgia estetica le strappò il bel viso dolce e sensuale, regalandole una maschera nella quale lei non si riconosceva più.
Iniziò così il suo calvario, fatto di alcol e cocaina, che la portò nel 1991, quando le trovarono in casa 36 grammi della sostanza, ad una condanna di tre anni e sei mesi di carcere che però non scontò, se non con un periodo di arresti domiciliari. Nel 2000 però la legge era cambiata e le venne riconosciuta la detenzione di cocaina solo per uso personale e Laura venne finalmente prosciolta.
L'assoluzione sembrò ridare linfa vitale all'attrice e fu così che proprio in quell'anno il produttore Silvio Clementelli la richiamò all'appello con il regista Salvatore Samperi, per proporre loro Malizia 2000, in un precario tentativo di bissare il successo strepitoso del primo Malizia del 1973.
Il fiasco che ne seguì, unitamente alle sue vicende giudiziarie e umane, produsse nella povera Laura un drammatico corto circuito, e la sua vita fu un veloce declino segnato da una terribile depressione, che la condusse, insieme all'assunzione massiccia di alcol e psicofarmaci, ad un degrado fisico e morale inenarrabile.
L'amico Lino Banfi che spesso andava a trovarla, si prodigò moltissimo per aiutarla. Va detto che tentò con alcuni personaggi del parlamento, di far avere a Laura Antonelli, che viveva di una miserabile pensione, l'assegno della legge Bacchelli per gli artisti in miseria, ma sembra che lei lo rifiutò chiedendo di essere lasciata in pace e soprattutto dimenticata.
Muore così, a 74 anni non ancora compiuti, quella che viene considera una delle più tenere, belle e sensuali attrici italiane di sempre, sogno erotico di tanti adolescenti dell'epoca, brava tanto da essere cercata da grandi registi, sfortunata da morire da sola, in miseria e dimenticata. Un Sunset Boulevard che a Ladispoli non ha neanche un nome.
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