Dario Franceschini
di Piero Montanari
Ho un ricordo indelebile anche se risale a più di quarant'anni fa, quando, con un cavetto bianco e uno rosso, mi copiavo dallo stereo al registratore a cassette, i dischi che mi piacevano, e me li riascoltavo in macchina. Una cosa tecnologica fantastica, pensavo, e al tempo stesso avvertivo un piccolo senso di colpa: stavo facendo un "furtarello" perché non mi compravo la cassetta originale ma copiavo un disco che avevo già acquistato.
Questa cosa poi venne in parte risolta con una legge sul diritto d'autore che applicava una royalty (e non una tassa, come impropriamente viene definita dai detrattori) sulle cassette vergini, che si chiama equo compenso da copia privata, il cui minimo importo andava a risarcire tutti gli autori in generale - a cui venivano distribuiti i ricavi con parametri diversi, ovviamente - per la copia delle musiche che uno faceva per consumo personale.
Ma poi arrivarono i cd e ancora dopo i floppy disk. Poi i dischi rigidi, i computer, le pen drive, le memorie di massa: da pochi mega siamo passati a centinaia di Terabyte e dentro questi "mostri" di memoria ci sta comodo lo sciibile dell'universo intero, compresa la musica fatta dall'Uomo col tamburo fino a quella che dovrà essere scritta nei secoli prossimi. Insomma, altro che cassettina con 10 brani!
Oggi molti vorrebbero non pagare più questa royalty che in seguito al progresso tecnologico è passata dalla cassettina vergine a tutti i device attuali, come smartphone, iPad, iPod, computer e via dicendo. Anzi, tanti non vorrebbero pagare proprio un bel fico secco e vorrebbero tutto gratis. E giù a scaricare milioni di brani e migliaia di film senza pagare un centesimo di diritti, piratando tutto con la spocchia di che se ne impippa delle regole e degli stessi Autori che, secondo loro campano d'aria, perché già fanno un bel mestiere non scavando carbone in miniera.
Il 23 aprile ci sarà un grande tavolo di discussione al ministero, dove il nostro ministro del Mibact Franceschini sentirà tutte le parti in merito alla firma che ha promesso più volte di apporre sul decreto di adeguamento della copia privata, fermo al 2009 e scaduto nel 2012 (buoni ultimi in Europa).
Qualche cifra di confronto? Sul prezzo dell'iPhone 16 giga (€ 729) in Italia la copia privata incide per € 0,90 - 0,12%. In Francia (€709) incide per €8 - 1,15%, e in Germania (€699) ben €36 - 5,15%.
Le pressioni delle Telecom e le lobby delle società produttrici di device che hanno pazzeschi interessi economici perchè Franceschini non firmi il decreto, si faranno sentire in modo molto forte, ma noi Autori confidiamo che il ministro mantenga le promesse fatte.
Questo ha dichiarato giorni fa: "Mi prenderò fischi da tutti, è naturale quando si devono prendere decisioni di questo genere mediando tra parti che non sono d'accordo. Ma c'è un obbligo di legge che è quello di rivedere quelle tabelle che dovevano essere già aggiornate nel 2012". E poi ancora: " Il diritto d'autore e' quello che consente la liberta' all'artista, quello che gli garantisce il suo spazio di creativita. Il diritto d'autore e' stato uno dei temi centrali dell'incontro della scorsa settimana dei ministri della Cultura dell'Ue ed e' in cima all'agenda europea, perche' tutte le nuove tecnologie comportano questioni attinenti il diritto d'autore", ha concluso Franceschi
Questa cosa poi venne in parte risolta con una legge sul diritto d'autore che applicava una royalty (e non una tassa, come impropriamente viene definita dai detrattori) sulle cassette vergini, che si chiama equo compenso da copia privata, il cui minimo importo andava a risarcire tutti gli autori in generale - a cui venivano distribuiti i ricavi con parametri diversi, ovviamente - per la copia delle musiche che uno faceva per consumo personale.
Ma poi arrivarono i cd e ancora dopo i floppy disk. Poi i dischi rigidi, i computer, le pen drive, le memorie di massa: da pochi mega siamo passati a centinaia di Terabyte e dentro questi "mostri" di memoria ci sta comodo lo sciibile dell'universo intero, compresa la musica fatta dall'Uomo col tamburo fino a quella che dovrà essere scritta nei secoli prossimi. Insomma, altro che cassettina con 10 brani!
Oggi molti vorrebbero non pagare più questa royalty che in seguito al progresso tecnologico è passata dalla cassettina vergine a tutti i device attuali, come smartphone, iPad, iPod, computer e via dicendo. Anzi, tanti non vorrebbero pagare proprio un bel fico secco e vorrebbero tutto gratis. E giù a scaricare milioni di brani e migliaia di film senza pagare un centesimo di diritti, piratando tutto con la spocchia di che se ne impippa delle regole e degli stessi Autori che, secondo loro campano d'aria, perché già fanno un bel mestiere non scavando carbone in miniera.
Il 23 aprile ci sarà un grande tavolo di discussione al ministero, dove il nostro ministro del Mibact Franceschini sentirà tutte le parti in merito alla firma che ha promesso più volte di apporre sul decreto di adeguamento della copia privata, fermo al 2009 e scaduto nel 2012 (buoni ultimi in Europa).
Qualche cifra di confronto? Sul prezzo dell'iPhone 16 giga (€ 729) in Italia la copia privata incide per € 0,90 - 0,12%. In Francia (€709) incide per €8 - 1,15%, e in Germania (€699) ben €36 - 5,15%.
Le pressioni delle Telecom e le lobby delle società produttrici di device che hanno pazzeschi interessi economici perchè Franceschini non firmi il decreto, si faranno sentire in modo molto forte, ma noi Autori confidiamo che il ministro mantenga le promesse fatte.
Questo ha dichiarato giorni fa: "Mi prenderò fischi da tutti, è naturale quando si devono prendere decisioni di questo genere mediando tra parti che non sono d'accordo. Ma c'è un obbligo di legge che è quello di rivedere quelle tabelle che dovevano essere già aggiornate nel 2012". E poi ancora: " Il diritto d'autore e' quello che consente la liberta' all'artista, quello che gli garantisce il suo spazio di creativita. Il diritto d'autore e' stato uno dei temi centrali dell'incontro della scorsa settimana dei ministri della Cultura dell'Ue ed e' in cima all'agenda europea, perche' tutte le nuove tecnologie comportano questioni attinenti il diritto d'autore", ha concluso Franceschi
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