di Piero Montanari
"Le mie figlie sono tutta la mia forza" scriveva sul suo profilo Facebook la madre assassina di Lecco solo pochi giorni fa, una didascalia tenera e agghiacciante sotto una foto che ritraeva le sue tre bellissime ragazze di 3, 10 e 13 anni.
E invece Edlira Dobrushi da Durazzo ha preso un coltellaccio e le ha sgozzate, come se fosse la cosa più normale del mondo. Simona, Keisi e Sidny non hanno avuto scampo: due morte accoltellate nel sonno e la terza, la più grande, dopo aver resistito lottando. L'abbandono del marito, che aveva scelto di separarsi per un'altra donna deve aver fatto scattare in lei la terribile sindrome di Medea.
Medea è una tragedia di Euripide che faceva parte di una tetralogia della quale rappresentava il capolavoro assoluto del grande drammaturgo greco. La storia è questa.
Moglie di Giasone, lo aiuta a conquistare il vello d'oro, per poi trasferirsi a vivere a Corinto, insieme al marito e ai due figli, abbandonando così il padre per per seguirlo. Dopo alcuni anni però Giasone decide di ripudiare Medea per sposare la figlia di Creonte, re di Corinto e mirare al trono della città. Medea dapprima simula condiscendenza, ma poi attua il suo folle piano di vendetta e gli uccide i figli, privandolo così anche della discendenza regale.
La tragedia di Medea e la sua sindrome perversa rivive nella follia della donna albanese, che ci ripropone questo dramma in chiave moderna duemilacinquecento anni dopo Euripide. La donna abbandonata che uccide i figli come ultimo gesto di una terribile vendetta nei confronti del loro padre. Una profonda depressione, la totale anestesia di sentimenti materni in un cortocircuito maledetto e il distacco dalla realtà in quell'incomprensibile gesto finale.
E invece Edlira Dobrushi da Durazzo ha preso un coltellaccio e le ha sgozzate, come se fosse la cosa più normale del mondo. Simona, Keisi e Sidny non hanno avuto scampo: due morte accoltellate nel sonno e la terza, la più grande, dopo aver resistito lottando. L'abbandono del marito, che aveva scelto di separarsi per un'altra donna deve aver fatto scattare in lei la terribile sindrome di Medea.
Medea è una tragedia di Euripide che faceva parte di una tetralogia della quale rappresentava il capolavoro assoluto del grande drammaturgo greco. La storia è questa.
Moglie di Giasone, lo aiuta a conquistare il vello d'oro, per poi trasferirsi a vivere a Corinto, insieme al marito e ai due figli, abbandonando così il padre per per seguirlo. Dopo alcuni anni però Giasone decide di ripudiare Medea per sposare la figlia di Creonte, re di Corinto e mirare al trono della città. Medea dapprima simula condiscendenza, ma poi attua il suo folle piano di vendetta e gli uccide i figli, privandolo così anche della discendenza regale.
La tragedia di Medea e la sua sindrome perversa rivive nella follia della donna albanese, che ci ripropone questo dramma in chiave moderna duemilacinquecento anni dopo Euripide. La donna abbandonata che uccide i figli come ultimo gesto di una terribile vendetta nei confronti del loro padre. Una profonda depressione, la totale anestesia di sentimenti materni in un cortocircuito maledetto e il distacco dalla realtà in quell'incomprensibile gesto finale.
Nessun commento:
Posta un commento