di Piero Montanari
Ve lo ricordate un film americano del 1998 con Nick Nolte e Susan Sarandon, intitolato L'olio di Lorenzo? Era la storia vera e toccante di un bambino di sei anni, Lorenzo Odone, a cui dopo un viaggio alle Isole Comore con i suoi genitori, venne diagnosticata una malattia degenerativa rarissima quanto terribile, l'Adl, che sta a siglare il nome scientifico di Adrenoleucodistrofia.
Questa malattia colpisce e distrugge inesorabilmente la guaina mielinica che riveste i nervi, degenerando prima le funzioni motorie e poi quelle psichiche di chi ne viene colpito, con un'aspettativa di vita brevissima.
Augusto Odone, il papà di Lorenzo, un economista della World Bank, decide che questa aspettativa di vita breve del suo amato Lorenzo - due soli anni - deve essere combattuta con tutte le sue forze: non accetta la condanna a morte ed inizia a dedicare la sua vita per cercare una soluzione e trovare una cura per suo figlio.
Abbandona così la sua attività di economista e si immerge in questa avventura apparentemente impossibile, iniziando a consultare testi scientifici, sostenuto dalla disperazione per una sentenza di morte che non vuole accettare. Disperazione e dolore lo spingono a cercare rimedi al di là della medicina convenzionale che aveva già gettato la spugna decretando l'inesorabile condanna del figlio.
Un giorno gli sforzi sovrumani di Augusto sembrano essere giunti ad una svolta, attraverso una scoperta assolutamente empirica: un composto derivato da due tipi di olio, l'olio di colza e l'olio d'oliva, sembra essere efficace ed in grado di fermare la degenerazione delle cellule dei tessuti che ricoprono i nervi del povero Lorenzo.
La comunità scientifica, come spesso accade in casi simili, insorge contro Augusto Odone e contro questo nuovo preparato che intanto l'amorevole papà inizia a somministrare al figlio, con risultati che sembrano dargli ragione. Uno dei più ferventi detrattori di Augusto Odone è il neurologo Hugo Moser della Johns Hopkins University il quale, anni dopo, dovrà ricredersi perché l'olio di Lorenzo funzionava davvero.
Lorenzo poi è morto di polmonite nella sua casa di Washington, ma non dopo due anni, bensì dopo ben 25, amorevolmente assistito e curato da questo straordinario padre, mentre sua madre era morta addirittura prima di lui, colpita da un tumore nel 2000.
Oggi anche Augusto Odone se n'è andato ad 80 anni, a conclusione di questa malinconica, tristissima storia di sconfinato amore paterno che tanto di buono ci racconta. Una cosa su tutte certamente: come l'Amore, "condito" con un po' d'olio di colza e un po' d'olio d'oliva, possano compiere un miracolo straordinario.
Questa malattia colpisce e distrugge inesorabilmente la guaina mielinica che riveste i nervi, degenerando prima le funzioni motorie e poi quelle psichiche di chi ne viene colpito, con un'aspettativa di vita brevissima.
Augusto Odone, il papà di Lorenzo, un economista della World Bank, decide che questa aspettativa di vita breve del suo amato Lorenzo - due soli anni - deve essere combattuta con tutte le sue forze: non accetta la condanna a morte ed inizia a dedicare la sua vita per cercare una soluzione e trovare una cura per suo figlio.
Abbandona così la sua attività di economista e si immerge in questa avventura apparentemente impossibile, iniziando a consultare testi scientifici, sostenuto dalla disperazione per una sentenza di morte che non vuole accettare. Disperazione e dolore lo spingono a cercare rimedi al di là della medicina convenzionale che aveva già gettato la spugna decretando l'inesorabile condanna del figlio.
Un giorno gli sforzi sovrumani di Augusto sembrano essere giunti ad una svolta, attraverso una scoperta assolutamente empirica: un composto derivato da due tipi di olio, l'olio di colza e l'olio d'oliva, sembra essere efficace ed in grado di fermare la degenerazione delle cellule dei tessuti che ricoprono i nervi del povero Lorenzo.
La comunità scientifica, come spesso accade in casi simili, insorge contro Augusto Odone e contro questo nuovo preparato che intanto l'amorevole papà inizia a somministrare al figlio, con risultati che sembrano dargli ragione. Uno dei più ferventi detrattori di Augusto Odone è il neurologo Hugo Moser della Johns Hopkins University il quale, anni dopo, dovrà ricredersi perché l'olio di Lorenzo funzionava davvero.
Lorenzo poi è morto di polmonite nella sua casa di Washington, ma non dopo due anni, bensì dopo ben 25, amorevolmente assistito e curato da questo straordinario padre, mentre sua madre era morta addirittura prima di lui, colpita da un tumore nel 2000.
Oggi anche Augusto Odone se n'è andato ad 80 anni, a conclusione di questa malinconica, tristissima storia di sconfinato amore paterno che tanto di buono ci racconta. Una cosa su tutte certamente: come l'Amore, "condito" con un po' d'olio di colza e un po' d'olio d'oliva, possano compiere un miracolo straordinario.
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