di Piero Montanari
Leggo con terrore e raccapriccio un'agenzia di stampa su un'affermazione fatta oggi dal sindaco della Capitale che dice testuale: Calcio, Ignazio Marino: "Se la Roma vince lo scudetto mi spoglio. Ma non parliamone troppo perche' i tifosi sono scaramantici e secondo me gia' stanno facendo gli scongiuri".
Se n'è uscito con questa dichiarazione a Rai Radio 2, ospite del programma condotto dal comico Max Giusti, dopo essere arrivato con la sua bici elettrica e l'incazzatissima scorta dei motociclisti al seguito, sempre costretti, per la scarsa velocità del mezzo del sindaco, a viaggiare in prima marcia con le moto che fondono un giorno si e uno no, ad aumentare il lavoro del meccanico comunale, che già ebbe problemi seri col motorino di Rutelli. "Aspettamo c'ariva 'a giannetta (il freddo romano, ndr), vojo vede se pija 'a bicicletta, questo!" - pare abbia detto a mezza bocca uno della scorta.
Sapere che Marini fosse tifoso della A.S. Roma è stata una sorpresa. In realtà si rivelò giallorosso "tiepidino" (forse per non offendere troppo la parte di fede laziale della città, chissà?) il giorno del derby Roma-Lazio del 22 settembre scorso, quando disse: "Tifo Roma perché Guido, il mio miglior amico, è romanista e quando gioca la Roma se dobbiamo incontrarci, non si può fare!" Davvero una dichiarazione di appartenenza ad una squadra ricca di significati forti.
Eppure il 'sindachirurgo dem' è il 1° primo cittadino da vent'anni a questa parte a tifare per la Roma, dopo il laziale Rutelli e lo juventino Veltroni. Per i romanisti potrebbe anche essere cosa buona e giusta, un punto d'onore, se non fosse per questa disgraziata dichiarazione dello striptease in caso di scudetto giallorosso.
Ho ancora nella mente il ricordo della delusione che provai il 17 giugno del 2001, quando Sabrina Ferilli, avendo fatto la stessa promessa di Marino, apparve al Circo Massimo per festeggiare lo scudetto della Roma di Fabio Capello, dentro una tutina color rosa carne, attillatissima in verità, ma sempre di tutina si trattava.
Ora, anche se mi professo tifoso volteriano illuminista, non posso fare a meno di esercitarmi in gesti apotropaici di vario tipo, per le dichiarazioni sconsiderate del sindaco. Ma non tanto per la questione dello scudetto, che a questo punto della storia è argomento debole, ma per il rischio di veder Ignazio Marino il 19 maggio 2014, ultimo giorno del campionato di serie A, girare nudo, magari in tanga rosa e sulla sua bicicletta elettrica d'ordinanza per le strade di Roma, scortato dai suoi due motociclisti ancora più incazzati.
Leggo con terrore e raccapriccio un'agenzia di stampa su un'affermazione fatta oggi dal sindaco della Capitale che dice testuale: Calcio, Ignazio Marino: "Se la Roma vince lo scudetto mi spoglio. Ma non parliamone troppo perche' i tifosi sono scaramantici e secondo me gia' stanno facendo gli scongiuri".
Se n'è uscito con questa dichiarazione a Rai Radio 2, ospite del programma condotto dal comico Max Giusti, dopo essere arrivato con la sua bici elettrica e l'incazzatissima scorta dei motociclisti al seguito, sempre costretti, per la scarsa velocità del mezzo del sindaco, a viaggiare in prima marcia con le moto che fondono un giorno si e uno no, ad aumentare il lavoro del meccanico comunale, che già ebbe problemi seri col motorino di Rutelli. "Aspettamo c'ariva 'a giannetta (il freddo romano, ndr), vojo vede se pija 'a bicicletta, questo!" - pare abbia detto a mezza bocca uno della scorta.
Sapere che Marini fosse tifoso della A.S. Roma è stata una sorpresa. In realtà si rivelò giallorosso "tiepidino" (forse per non offendere troppo la parte di fede laziale della città, chissà?) il giorno del derby Roma-Lazio del 22 settembre scorso, quando disse: "Tifo Roma perché Guido, il mio miglior amico, è romanista e quando gioca la Roma se dobbiamo incontrarci, non si può fare!" Davvero una dichiarazione di appartenenza ad una squadra ricca di significati forti.
Eppure il 'sindachirurgo dem' è il 1° primo cittadino da vent'anni a questa parte a tifare per la Roma, dopo il laziale Rutelli e lo juventino Veltroni. Per i romanisti potrebbe anche essere cosa buona e giusta, un punto d'onore, se non fosse per questa disgraziata dichiarazione dello striptease in caso di scudetto giallorosso.
Ho ancora nella mente il ricordo della delusione che provai il 17 giugno del 2001, quando Sabrina Ferilli, avendo fatto la stessa promessa di Marino, apparve al Circo Massimo per festeggiare lo scudetto della Roma di Fabio Capello, dentro una tutina color rosa carne, attillatissima in verità, ma sempre di tutina si trattava.
Ora, anche se mi professo tifoso volteriano illuminista, non posso fare a meno di esercitarmi in gesti apotropaici di vario tipo, per le dichiarazioni sconsiderate del sindaco. Ma non tanto per la questione dello scudetto, che a questo punto della storia è argomento debole, ma per il rischio di veder Ignazio Marino il 19 maggio 2014, ultimo giorno del campionato di serie A, girare nudo, magari in tanga rosa e sulla sua bicicletta elettrica d'ordinanza per le strade di Roma, scortato dai suoi due motociclisti ancora più incazzati.