Sport
Lazio-Roma, tramonta il derby più bello d'Italia
Stadio Olimpico
di Piero Montanari
Domenica si giocherà all'Olimpico forse il Lazio-Roma più triste della sua bellissima storia. Come sappiamo da più di un anno, dopo l'abbandono dei tifosi delle due curve romane per la costruzione di barriere divisorie volute dal prefetto Gabrielli, il derby della capitale non avrà più le straordinarie coreografie che lo avevano da sempre caratterizzato. Ma non solo, tutto questo (e molto altro) ha determinato una diaspora infinita di una grandissima parte di spettatori dallo stadio, che preferiscono il salotto di casa alle tessere del tifoso, ai tornelli e alle barriere in curva.
I sostenitori di Lazio e Roma, almeno stavolta, sono uniti nel distribuire le colpe in maniera ecumenica, in primis i presidenti delle due società come il latitante Pallotta o il solipsista patologico Lotito che poco fanno - secondo loro - per far si che la situazione evolva in favore del ritorno della tifoseria "curvarola".
Sovente il calcio viene avvicinato ai fatti della vita con uso di metafore legate ad esso, per rappresentare pensieri o cose diverse che si vogliono significare. E' facile sentire qualcuno esclamare frasi tipo "quello mi è entrato a gamba tesa" per dire di aver subito una scorrettezza, oppure, "ho fatto un gol" a significare di aver raggiunto un obiettivo. Non è a caso che accade questo: il calcio è davvero lo sport più sentito, più amato e più immaginato dalla gente. E' famosa la risposta che la teologa tedesca Dorothee Solle diede ad una giornalista che le chiese come spiegherebbe a un bambino cos'è la felicità. La Solle disse prontamente: " Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare".
Perché stia finendo questa felicità, (sta finendo, è sotto gli occhi di tutti), cosa ha determinato l'intristimento e l'imbarbarimento dello sport più bello del mondo, chi ha allontanato i tifosi dagli stadi e soprattutto, chi ha interesse che tutto questo finisca, sono le domande che dobbiamo farci tutti insieme serenamente, e cercare di dare risposte immediate, per far si che il triste viale del tramonto di Lazio-Roma, il derby più bello d'Italia, non si trasformi nel tramonto definitivo di tutto il calcio.
Domenica si giocherà all'Olimpico forse il Lazio-Roma più triste della sua bellissima storia. Come sappiamo da più di un anno, dopo l'abbandono dei tifosi delle due curve romane per la costruzione di barriere divisorie volute dal prefetto Gabrielli, il derby della capitale non avrà più le straordinarie coreografie che lo avevano da sempre caratterizzato. Ma non solo, tutto questo (e molto altro) ha determinato una diaspora infinita di una grandissima parte di spettatori dallo stadio, che preferiscono il salotto di casa alle tessere del tifoso, ai tornelli e alle barriere in curva.
I sostenitori di Lazio e Roma, almeno stavolta, sono uniti nel distribuire le colpe in maniera ecumenica, in primis i presidenti delle due società come il latitante Pallotta o il solipsista patologico Lotito che poco fanno - secondo loro - per far si che la situazione evolva in favore del ritorno della tifoseria "curvarola".
Sovente il calcio viene avvicinato ai fatti della vita con uso di metafore legate ad esso, per rappresentare pensieri o cose diverse che si vogliono significare. E' facile sentire qualcuno esclamare frasi tipo "quello mi è entrato a gamba tesa" per dire di aver subito una scorrettezza, oppure, "ho fatto un gol" a significare di aver raggiunto un obiettivo. Non è a caso che accade questo: il calcio è davvero lo sport più sentito, più amato e più immaginato dalla gente. E' famosa la risposta che la teologa tedesca Dorothee Solle diede ad una giornalista che le chiese come spiegherebbe a un bambino cos'è la felicità. La Solle disse prontamente: " Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare".
Perché stia finendo questa felicità, (sta finendo, è sotto gli occhi di tutti), cosa ha determinato l'intristimento e l'imbarbarimento dello sport più bello del mondo, chi ha allontanato i tifosi dagli stadi e soprattutto, chi ha interesse che tutto questo finisca, sono le domande che dobbiamo farci tutti insieme serenamente, e cercare di dare risposte immediate, per far si che il triste viale del tramonto di Lazio-Roma, il derby più bello d'Italia, non si trasformi nel tramonto definitivo di tutto il calcio.
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