di Piero Montanari
Il dramma umano e urbano che si sta svolgendo in questi giorni nella vecchia periferia di Tor Sapienza a Roma, con la rivolta dei residenti contro un gruppo di immigrati, ha innescato una pericolosa miccia che è facile immaginare a quale deflagrazione condurrà, se non si troveranno immediatamente soluzioni efficaci.
Il dramma umano e urbano che si sta svolgendo in questi giorni nella vecchia periferia di Tor Sapienza a Roma, con la rivolta dei residenti contro un gruppo di immigrati, ha innescato una pericolosa miccia che è facile immaginare a quale deflagrazione condurrà, se non si troveranno immediatamente soluzioni efficaci.
Qualcuno parla purtroppo di repressione, esercito armato, polizia, presidi di fantomatiche ronde, Casepound e affini mentre, al grido di "cacciamoli tutti, damoje foco" e orrori del genere, Matteo Salvini gongola e si inserisce nel vulnus, con la sua politica forcaiola e ormai dichiaratamente più fascista del Msi di Rauti.
Lo Stato ha però una responsabilità imperdonabile in tutto questo, e cioè l'aver lasciato che il degrado si impossessasse sistematicamente delle periferie dei grandi centri urbani, permettendo in maniera selvaggia pericolosi insediamenti all'interno di pentole che già ribollivano di loro, innescando le cosiddette guerre tra poveri disgraziati, delle quali quella di Tor Sapienza è la punta dell'iceberg.
Eppure un esperimento di psicosociologia trent'anni fa negli Stati Uniti, dimostrò palesemente che la repressione non serve, ma che basterebbe investire nella cura e nel decoro delle periferie per migliorare la qualità della vita dei residenti e la loro disponibilità alla convivenza civile e al rispetto degli altri.
L'esperimento fu davvero interessante. Parcheggiarono due automobili uguali, una nel Bronx e l'altra in un quartiere di lusso a Palo Alto, in California. Quella del Bronx in poche ore fu depredata e il resto distrutto, mentre l'auto di Palo Alto non venne toccata. I ricercatori decisero in seguito di rompere un vetro all'auto in California e sapete che successe? Fece la stessa identica fine dell'automobile del Bronx, depredata e distrutta.
Ergo, il degrado porta degrado, e se si trasmettono segnali di deterioramento, di incuria dell'ambiente, di assenza dello stato, non esistono fasce sociali nobili o ignobili, ma i comportamenti umani saranno sempre gli stessi, tendenti all'imitazione e al vuoto morale.
Faccio mio un pensiero di Moni Ovadia rispetto a questa storia che sta accadendo a Tor Sapienza di Roma: la bellezza ed il tasso di civiltà delle grandi città si vedono dalle loro periferie, che son di gran lunga più importanti degli stessi centri storici, che ne sono sempre la parte più attenzionata. Fino che non riqualificheremo dalle fondamenta le nostre periferie, ci dovremo purtroppo aspettare questo scempio. E speriamo sinceramente non qualcosa di peggio.
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