di Piero Montanari
Muore a 65 anni Aldo Donati, compositore, cantante, attore, ma soprattutto autore di "So già du' ore" famoso per essere l'inno della SS Lazio, squadra per la quale tifava da sempre con grande passione.
Aldo era malato da tempo, da quel maledetto 4 novembre 2009, quando un aneurisma gli esplode nella testa e lo manda in coma. In tutti questi anni si era cercato disperatamente di curarlo, ma l'episodio emorragico fu davvero devastante e a nulla sono servite le cure dei medici, di sua moglie Velia e dei suoi figli che gli sono stati sempre amorevolmente accanto.
Conobbi e lavorai con Aldo nel meraviglioso periodo romano dell'R.C.A., etichetta per la quale cantava e scriveva, e quando lui era uno dei componenti del gruppo Schola Cantorum con cui incise una serie di dischi e partecipò anche ad alcune edizioni del Festival di Sanremo tra la fine degli anni '70 e gli '80.
Ebbe un notevole successo personale quando venne invitato a far parte del gruppo di Rugantino di Garinei e Giovannini al Sistina, commedia musicale che interpretò a fianco di Enrico Montesano, Alida Chelli, Aldo Fabrizi e Bice Valori, in un'edizione tra le più belle e indimenticabili.
Aldo aveva una voce roca, personalissima e di forte impatto emotivo, tanto che era in grado di passare tranquillamente dalla musica leggera al blues, e soprattutto a repertori di R&B per le cui interpretazioni veniva accostato ai più famosi cantanti neri dell'epoca, quali Othis Redding, Little Richard o Ray Charles.
Ma il suo più grande successo come autore glielo lancia Gianni Morandi, per il quale scrive la famosissima Canzoni stonate, che ha il pregio di aver ridato vita artistica al cantante di Monghidoro, all'epoca dimenticato da tutti. Canzoni stonate, ormai un importante evergreen, viene incisa da artisti di fama internazionale, quali Bocelli o Stewie Wonder.
Di Aldo si ricordano brani scritti per molti altri grandi artisti, quali Iva Zanicchi, Sylvie Vartan, Gianni Nazzaro, Rettore e perfino Mina, per la quale compone alcuni bellissimi pezzi, tra cui Mio dio chi, con il testo di Pasquale Panella.
Saperlo così malato era per tutti noi amici e collaboratori un vero strazio, perché in realtà Aldo era già scomparso quel maledetto 4 novembre di cinque anni fa, quando il male gli cancellò praticamente la memoria. Ed è in momenti come questi che capisci quanto la morte, a volte e per quanto orribile, possa essere caritatevole.
Ciao caro Aldo
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