Pino Daniele
di Piero Montanari
La notizia sembrava una di quelle finte che qualche burlone in vena di click scrive su facebook una mattina: "Ramazzotti annuncia la morte di Pino Daniele". Era successo anche per Tullio De Piscopo, tra l'altro il "suo" batterista che stava accompagnando Pino e il resto della band che nel 1980 fece lo straordinario disco Nero a metà, ma la notizia quella volta era falsa.
Sono andato in giro per il web e purtroppo ne danno conto tutte le agenzie stampa, mentre appunto Eros, suo caro amico, si rivolge a Pino su Instagram con questo messaggio: «Anche Pino ci ha lasciato. Grande amico mio ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo. Ti vorrò sempre bene perché eri un puro ed una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo.».
Un devastante infarto, quindi, lo ha ucciso mentre era nella sua casa in Toscana a riposarsi probabilmente dalla fatica delle sue date nel tour Nero a metà, le bellissime canzoni rilette oggi dallo stesso gruppo che le incise nel 1980.
Pino aveva avuto lo stesso tragico percorso del suo amico e conterraneo Massimo Troisi, per il quale ricordiamo, scrisse, tra le altre, la bella colonna sonora di Pensavo fosse amore invece era un calesse, da cui la splendida 'hit' Quando. Era stato operato anni fa in Inghilterra e, come a Troisi a Houston, gli avevano innestato alcuni by-pass al cuore.
Ho avuto l'onore e il piacere di tenere a battesimo Pino, avendo suonato nel suo primo disco, tra i più belli della sua carriera, Terra mia, dove ci sono brani storici come Napule è, Tazzulella 'e cafè, che in differenti "mood", raccontano del talento di questo grande Artista. Faceva parte di quello straordinario momento musicale napoletano degli anni '70, quel cosiddetto "Napoli Power" che vide l'affermarsi di uno stile intriso di blues e di lingua e musica napoletana. Basti pensare a Napoli Centrale, il progressive-jazz rock di James Senese, il sassofonista "nero a metà" che poi suonava anche con Pino in quest'ultima fatica del tour. Ma ci sono anche Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Agostino Marangolo (siciliano ma batterista speciale di Pino) che hanno dato vita a quel periodo davvero rivoluzionario e sperimentale per la musica italiana.
E' banale dire che il 2014 si è chiuso con la morte di Joe Cocker e il 2015 si apre con quella tragica e inattesa di Pino Daniele, due straordinari interpreti di soul e di blues molto vicini tra loro, tutto sommato.
Pino ci lascia fortunatamente un patrimonio di musica di grandissima qualità, unica nel suo genere, com'era unico il suo interprete, irripetibile e originalissimo. Una consolazione magra se vogliamo, ma sappiamo che la sua vita è stata dedicata totalmente alla musica, e Pino "sa" che per noi vivrà sempre nelle sue fantastiche canzoni. Addio amico mio, e grazie per ciò che ci hai dato.
La notizia sembrava una di quelle finte che qualche burlone in vena di click scrive su facebook una mattina: "Ramazzotti annuncia la morte di Pino Daniele". Era successo anche per Tullio De Piscopo, tra l'altro il "suo" batterista che stava accompagnando Pino e il resto della band che nel 1980 fece lo straordinario disco Nero a metà, ma la notizia quella volta era falsa.
Sono andato in giro per il web e purtroppo ne danno conto tutte le agenzie stampa, mentre appunto Eros, suo caro amico, si rivolge a Pino su Instagram con questo messaggio: «Anche Pino ci ha lasciato. Grande amico mio ti voglio ricordare con il sorriso mentre io, scrivendo, sto piangendo. Ti vorrò sempre bene perché eri un puro ed una persona vera oltre che un grandissimo artista. Grazie per tutto quello che mi hai dato fratellone, sarai sempre accanto al mio cuore. Ciao Pinuzzo.».
Un devastante infarto, quindi, lo ha ucciso mentre era nella sua casa in Toscana a riposarsi probabilmente dalla fatica delle sue date nel tour Nero a metà, le bellissime canzoni rilette oggi dallo stesso gruppo che le incise nel 1980.
Pino aveva avuto lo stesso tragico percorso del suo amico e conterraneo Massimo Troisi, per il quale ricordiamo, scrisse, tra le altre, la bella colonna sonora di Pensavo fosse amore invece era un calesse, da cui la splendida 'hit' Quando. Era stato operato anni fa in Inghilterra e, come a Troisi a Houston, gli avevano innestato alcuni by-pass al cuore.
Ho avuto l'onore e il piacere di tenere a battesimo Pino, avendo suonato nel suo primo disco, tra i più belli della sua carriera, Terra mia, dove ci sono brani storici come Napule è, Tazzulella 'e cafè, che in differenti "mood", raccontano del talento di questo grande Artista. Faceva parte di quello straordinario momento musicale napoletano degli anni '70, quel cosiddetto "Napoli Power" che vide l'affermarsi di uno stile intriso di blues e di lingua e musica napoletana. Basti pensare a Napoli Centrale, il progressive-jazz rock di James Senese, il sassofonista "nero a metà" che poi suonava anche con Pino in quest'ultima fatica del tour. Ma ci sono anche Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Agostino Marangolo (siciliano ma batterista speciale di Pino) che hanno dato vita a quel periodo davvero rivoluzionario e sperimentale per la musica italiana.
E' banale dire che il 2014 si è chiuso con la morte di Joe Cocker e il 2015 si apre con quella tragica e inattesa di Pino Daniele, due straordinari interpreti di soul e di blues molto vicini tra loro, tutto sommato.
Pino ci lascia fortunatamente un patrimonio di musica di grandissima qualità, unica nel suo genere, com'era unico il suo interprete, irripetibile e originalissimo. Una consolazione magra se vogliamo, ma sappiamo che la sua vita è stata dedicata totalmente alla musica, e Pino "sa" che per noi vivrà sempre nelle sue fantastiche canzoni. Addio amico mio, e grazie per ciò che ci hai dato.