Totti e De Rossi
di Piero Montanari
Roma - Bayern Monaco: 1 a 7. Che sberla! Rimarrà purtroppo nella storia negativa della Roma, e ci vorrà del tempo per metabolizzarla, dall'ambiente, dalla Società e dagli stessi giocatori. Sette a uno, una debacle, un punteggio tennistico, un evento eccezionale, il passivo più forte subito in casa da una squadra in una coppa campioni.
Sembrerebbe perseguitare la Roma, quella che da molti viene definita la la "maledizione del sette", dopo quegli altri sette gol presi all'Old Trafford contro il Manchester, nel 2007 (il sette che ritorna), quando era sotto la guida di Spalletti. Ma questo sette che ritorna non può essere soltanto coincidenza, e non solo negatività. Cerchiamo di capire perchè.
Il sette è un numero magico, per chi crede che i numeri abbiano un'anima. Talvolta hanno sorpreso anche chi scrive, che si autodefinisce volteriano illuminista a tempo pieno, ma che si diverte ogni tanto a giocare con cabala e numerologia.
Ho scoperto che questo numero, che nelle fiabe è sempre ricorrente (Biancaneve e i sette nani, Le sette mogli di Barbablù), o nella cinematografia (I magnifici sette, Sette spose per sette fratelli) definisce la globalità, l'universalità, rappresenta un ciclo compiuto e dinamico delle cose, in una parola, la perfezione.
Sarà dura farlo capire ai romanisti che questo sette che ritorna tragicamente in alcuni strepitosi risultati negativi, rappresenta il perfetto assoluto, il centro invisibile, spirito ed anima di ogni cosa.
Lo disse proprio Rudi Garcia dopo la vittoria nel derby contro la Lazio, e parlò di un centro invisibile, quello del villaggio: "On a remis l'église au milieu du village, abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio. Appena sono arrivato c'era un ambiente negativo, ma credo che le cose stiano un pochino migliorando".
E sono migliorate davvero: è un anno e mezzo che la Roma di Garcia miete successi, gioca bene, arriva a giocarsela con la Juventus per il campionato e ritorna in Champions dopo quattro anni.
1 a 7 però. Sono certo che se questa partita venisse rigiocata altre sette volte, una disfatta così netta non ci sarebbe. Il calcio racconta di storie così drammatiche che ridimensionano entusiasmi e obiettivi ed hanno, purtroppo, una digestione lenta e difficile per tifosi e Società.
Che scenda ora un salvifico e lenitivo velo di oblio su questa partita della Roma, che ci auguriamo sia solo un brutto incidente di percorso, mentre la fantasia dei numeri ci racconta che dalla magia del sette, centro assoluto della perfezione, si ripartirà. Non per nulla la Roma viene chiamata la Magica.