lunedì 25 luglio 2011

Addio al padre degli Lp

di Piero Montanari

A 94 anni muore, nella sua casa in Florida, Alex Steinweiss, il rivoluzionario inventore delle copertine dei dischi. Quando, nel 1939 e appena ventenne, entrò alla Columbia Records, le copertine dei pesantissimi dischi in vinile esistevano già, ma erano di carta squallida e di colore verde, marrone, o beige e, secondo il giovane Alex: "Tristi da far paura e senza nessun appeal per i consumatori".

La storia di questo grafico rivoluzionario fu raccolta in un'intervista al New York Times nel 1990, nella quale Alex racconta di come il suo primo disco con copertina policroma, una rivisitazione dell'Eroica di Ludwig van Beethoven, fece salire le vendite dello stesso di quasi il 900%, non ostante le obiezioni dei capi di allora della Columbia Records, che temevano costi aggiuntivi esorbitanti per le copertine colorate.

Alex Steinweiss ne realizzò, da quel momento, oltre 2500 per album di classica, jazz e pop per Columbia, Decca, Everest e London e molte di queste ricercatissime dai collezionisti di vinile. Tra queste spiccano le copertine di "Rhapsody in Blue" di George Gershwin, e di "Sonata per pianoforte n. 5" di Beethoven. In quest'ultima appariva il famoso prisma multicolor ripreso in seguito dai Pink Floyd per lo strafamoso album "Dark side of the moon". Quel prisma rappresentava un dovuto omaggio al genio grafico di Steinwess.

"Smisi la mia attività nel 1972, a 54 anni - racconta l'Artista - quando ero in una sala d'attesa di una casa discografica, col mio vestito giacca e cravatta, e si sedette accanto a me un capellone" (negli anni 60 e 70 questo era l'epiteto con il quale venivano chiamati i ragazzi ye-ye, beat e poi punk dall'establishment, ndr). "Aveva un giubotto di cuoio, qualche spillona infilata nella pelle e i capelli a cresta rossi: capii che ero davvero fuori moda e me ne andai." Strano per un grande artista innovatore come lui non fiutare l'aria del cambiamento e non rientraci di nuovo.
Finì la sua carriera dipingendo quadri con uno pseudonimo.

Pensando al 94enne Alex Steinweiss e alla sua straordinaria intuizione, rivedo con nostalgia le belle copertine dei vinili (ce n'erano pure di orrende, ovvio) che mi sono passate tra le mani e che erano una porta magica per quello che sarei andato ad ascoltare. Oggi che tutto questo è morto e sepolto, come i Long Play di Alex, che sopravvivono solo nelle discoteche di qualche sparuto collezionista, aspettiamo fiduciosi un altro "messia" che riporti colore e fantasia alla Musica.

Nessun commento:

Posta un commento