lunedì 30 maggio 2016

L'episodio che fece nascere La Dolce Vita

Tutti noi conosciamo La Dolce Vita, il famosissimo film del 1960 di Federico Fellini con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, detta Anitona per le sue forme prorompenti. E nel nostro immaginario il film viene rappresentato dalla scena del bagno che i due protagonisti fanno vestiti nella fontana di Trevi a Roma. La dolce vita, che narra del viaggio tra gli scandali romani a cavallo degli anni '50 e '60 del giornalista Marcello,  da allora divenne un simbolo, un marchio famoso in tutto il mondo, un “brand” italiano che se la batte con la Ferrari  o con la pizza.

Ma ci fu un episodio della vita reale di quel periodo, uno scandalo in un ristorante romano che fu la genesi della dolce vita, e che coinvolse degli amici musicisti, una spogliarellista sconosciuta e un nugolo di paparazzi sempre pronti a fotografare quello che accadeva nella cosiddetta “Rome by night dell'epoca.” L'episodio è conosciuto, ma non come me lo raccontò l'amico trombonista Marcello Rosa che ne fu testimone oculare.

Marcello Rosa era quella sera a suonare in un famoso ristorante, il Rugantino di Trastevere, insieme al suo gruppo jazz tradizionale, la Roman New Orleans Jazz Band, praticamente una nave scuola per i jazzisti dell'epoca, e proprio quella sera avvenne il fatto che segnò per sempre la vita notturna della capitale con  la nascita della Dolce Vita.

Cosa accadde? Una sconosciuta ballerina turca, tale Aichè Nana, ne divenne di fatto l'emblema, spogliandosi davanti agli avventori del locale e ad un nugolo di paparazzi, di certo avvisati precedentemente, che immortalarono la scena. Arrivò la "buoncostume" prontamente chiamata e le foto che uscirono sui rotocalchi dell'epoca (era il 1953 e Roma era una città governata da catto-bigotti), scatenarono uno scandalo di proporzioni bibliche, tanto che furono denunciati tutti gli avventori del Rugantino e qualcuno di loro finì anche in galera. Il locale rimase chiuso per lungo tempo e poi finì miseramente in declino.

Marcello Rosa fu l'unico a non prendersi la denuncia. Quando arrivò la polizia, si trovava imboscato nel guardaroba del locale, dove aveva portato i vestiti che Aichè Nana si toglieva e che gli passava.

lunedì 16 maggio 2016

Pjanic alla Juventus? Sembra di si...

PJANIC CAMBIA CASA
AS Roma, Pjanic è certo: passa alla Juventus
Se ne parla da giorni, ma oggi la notizia del passaggio alla Juventus di Miralem Pjanic, è confermata da Sportmediaset
Se ne parla da giorni, ma oggi la notizia del passaggio alla Juventus di Miralem Pjanic, il forte centrocampista giallorosso, sembra confermata da Sportmediaset e ripresa tutti gli organi di stampa, anche se la società scrive sul suo sito: “La Roma smentisce quanto apparso in data odierna sul sito Sportmediaset.it relativamente al fatto di aver ricevuto il pagamento della clausola compromissoria del calciatore Pjanic e dichiara che la notizia è priva di fondamento”
Oltre che problemi legati alla quotazione in borsa del club romano, notizie come questa sconvolgono soprattutto gli animi dei tifosi giallorossi che amano e stimano profondamente il calciatore, dopo una stagione in grande spolvero nella quale ha potuto spesso dimostrare sul campo l'entità della sua classe, sia come insostituibile generatore di gioco, sia per il suo piedino “fatato” che regala passaggi col calibro dell'ingegnere e gol su punizione.
Dal 2011 in forza alla Roma e nel cuore dei tifosi, la partenza del 26 enne bosniaco pare certa, e sembra sia stata pagata dalla Juve la cifra di 38 milioni di euro che rappresenta la clausola rescissoria per riscattare il calciatore. Questa cifra garantirebbe una forte plusvalenza perchè il valore a bilancio di Pjanic è di appena 5,4 milioni e la Roma – anche se non avrebbe voluto venderlo – è costretta comunque a fare cassa, considerato anche l'acquisto per 18 milioni di quello che da tutti viene considerato l'erede naturale di Pjanic, il brasiliano Gerson.
I tifosi giallorossi non ci stanno, e non sopportano che la Juventus, acerrima “nemica” storica e concorrente della Roma, possa fortificarsi proprio con un loro gioiello, e sperano davvero che non parta. In subordine, si augurano tutti che arrivi dal Borussia Dortmud, interessatissima al calciatore, un'offerta più vantaggiosa che almeno lo possa portare via dal campionato italiano. Staremo a vedere.

Moriva un anno fa B.B King

IL RE DEL BLUES
B.B. King, il Re del blues, monumentale, ci lasciava un anno fa
Chi volesse conoscere il blues, suonarlo, parlarne, scriverne, o ascoltarlo, deve passare attraverso lui, King, il Re

Faceva vibrare la sua chitarra con una tecnica inventata da lui che fu poi imitata da tutti: le dita della mano sinistra si fissavano su una nota del fraseggio, trascinando velocemente la corda da una parte all'altra della tastiera incrociandola, passando poi alla successiva con la stessa modalità. Qualcuno chiamò questo modo di suonare col nome di un uccellino, forse per il cinguettio musicale. B.B. King è stato un artista monumentale, certo, ma profondamente seminale, perchè la sua musica, il suo blues così semplice, che portava con sè l'impronta del dna, della genesi, era nel tempo divenuto assolutamente virale: chi avesse voluto sapere cos'era il blues, suonarlo, parlarne, scriverne, o semplicemente ascoltarlo per capire cosa fosse, doveva passare attraverso lui, King, il Re.
E tanti lo hanno cercato questo incontro con Sua Maestà il Blues, gli artisti più grandi di ogni genere musicale: l'elenco è lunghissimo, tutti hanno desiderato suonarci o cantarci insieme, per essere benedetti da lui e dalla sua Lucille, l'inseparabile Gibson Custom ES 335 che la leggenda vuole essere stata salvata da un incendio dallo stesso B.B.: da Eric Clapton e Jeff Back, che ne impararono totalmente la lezione chitarristica, agli U2 con i quali fece un tour memorabile, ma anche i nostri Pavarotti, Zucchero, Bennato, e il grandissimo Pino Daniele che gli si avvicinava molto con il fraseggio sullo strumento.
B.B. si concedeva a tutti, sempre sorridente, sempre accogliente, come una magnifica "Dama della Buona Società del Blues” alla quale tutti facevano inchini di rispetto, tutti dedicavano una parola di elogio, un riconoscimento di paternità ma anche di maternità. E lui, per contro, faceva vibrare la sua Lucille che, altra leggenda, si dice portasse anche a letto, e con la quale eros e musica si mescolavano in un abbraccio infinito, senza soluzione di continuità.

La sua morte ce lo consegna già leggenda immortale, un "libro" che l'Umanità dovrà aprire ogni volta che si parlerà di blues, per sapere cos'era questa musica incredibile, fatta di 12 battute a ciclo continuo, sulle quali si costruisce ogni volta un pensiero musicale nuovo, fino a passarle al tuo compagno che ti suona accanto e che prende il testimone e le ripassa a sua volta, in un giro di blues che non finirà mai, come mai finirà il suo grande patriarca, Riley B., detto B.B. King.

martedì 3 maggio 2016

Depressione da stress da palco

MUSICA

Rocco Tanica lascia Elio e le Storie Tese: non ce la faccio più a suonare

Fa sensazione l'addio dato ai concerti da Rocco Tanica, non tanto perchè ha deciso di non suonare più dal vivo con gli Elio, ma per le motivazioni. [Piero Montanari]


PIERO MONTANARI
lunedì 2 maggio 2016 18:02

Rocco Tanica

Rocco Tanica


di Piero Montanari

Fa sensazione l'addio dato ai concerti da Rocco Tanica, tastierista e arguto animatore di Elio e Le Storie Tese, sul palco del Forum di Assago dopo l'esibizione del gruppo, non tanto perchè ha deciso di non suonare più dal vivo con gli Elio, ma per le motivazioni che ha raccontato, e che sono state raccolte durante la trasmissione televisiva Storie, in onda dalla tv svizzera RSI pochi giorni fa.

Rocco, al secolo Sergio Conforti, ha parlato di una vera e propria malattia che si manifestava con attacchi di panico e gravi stati di disagio psichico, che lo hanno portato spesso a pensare addirittura al suicidio.

"Tutto è iniziato - come racconta Rocco non senza un certo imbarazzo nell'intervista - dopo il Festival di Sanremo del 2013, quello dove presentammo La canzone monotona, e iniziai a soffrire di una forte depressione legata ad attacchi di panico e stati d'ansia, soprattutto quando salivo sul palco per suonare nei concerti". "Fu così - ha dichiarato in tv l'artista, poi sostituito alle tastiere da Vittorio Cosma - che decisi di smettere l'attività dei tour e iniziai subito a stare meglio, grazie anche a cure mirate alle quali mi sottoposi. Non ho il fisico per il rock: alle 9 e mezza mi viene sonno - prosegue Rocco con l'ironia che non l'ha di certo abbandonato - ho poche energie per questo, a differenza dei miei colleghi che sono locomotive da palcoscenico. Non farò più concerti e tour, ma continuerò a collaborare con il gruppo nel lavoro in studio e a quello in tv."

La verità è che la sindrome depressiva che ha colpito Rocco Tanica è molto diffusa tra gli artisti, anime fragili e sensibili forse più di altre, a volte al di là delle stesse apparenze che possono essere ingannevoli, almeno per chi banalmente li immagina navigare tra facili successi e gloriosi onori. Non è così, perchè sappiamo bene quanta sofferenza e quanto impegno ci vuole, quando raramente accade, per arrivare in cima e restarci, quanto stress si raccoglie nel percorso creativo, e quali sono le vie di fuga per superare tutto questo, vie che spesso conducono all'autodistruzione se non ci si ferma prima a riflettere e curarsi, come ha ben fatto il simpatico Rocco.

La morte di Piero Calabrese, produttore e autore

Culture

Addio a Piero Calabrese, produttore di Giorgia, Alex Baroni e Mengoni

Il 28 aprile è venuto improvvisamente a mancare a 58 anni, per un attacco cardiaco, Piero Calabrese, compositore autore e produttore tra i più attivi a Roma.

PIERO MONTANARI
sabato 30 aprile 2016 12:21

In foto, Piero Calabrese

In foto, Piero Calabrese

di Piero Montanari
Il 28 aprile è venuto improvvisamente a mancare a 58 anni, per un attacco cardiaco, Piero Calabrese, un compositore autore e produttore tra i più interessanti ed attivi dell'area romana. Nel corso della sua carriera, che iniziò molto presto insieme a suo fratello Massimo, aveva collaborato con importanti artisti della scena pop e rock quali: Alex Baroni, Giorgia, Marco Mengoni, per il quale scrisse "Credimi ancora", ma anche Franco Califano, Tiziana Rivale, gli Zero Assoluto e gli emergenti Julia Lenti, Giuliana Tecce, Lara Martelli e i Ragazzi Italiani.

I suoi esordi furono subito di grande successo quando, da giovanissimo, entrò a far parte del gruppo pop La Bottega dell'Arte, dove ricopriva i ruoli di tastierista e cantante, portando al successo brani melodici come Amore nei ricordi, Bella sarai, Come due bambini, Che dolce lei, scalando le classifiche dei dischi per molte settimane.

Con Piero ci conoscevamo da sempre, anche se le occasioni di incontro erano diventate rare, e di lui ti colpiva l'intelligenza vivace e non solo quella artistica. Era un uomo dolce e sensibile, pacato e mai banale, e le poche volte che ci parlavamo, o quando leggevo i suoi pensieri sui social, avevo sempre l'impressione di trovarmi davanti a concetti profondi, da ripensare e assimilare, anche quando si parlava delle cose più semplici.
Mancheranno a tutti queste doti di Piero, alla sua famiglia e soprattutto a suo fratello Massimo, bassista e suo inseparabile collaboratore, e mancheranno a tanti di noi, a tutte le persone che gli hanno voluto bene e che hanno trovato in Piero un uomo ed un artista impareggiabile.