venerdì 22 aprile 2016

Totti si consegna alla Storia in Roma-Torino. Poteva chiudere qui la sua carriera?

Sport

Totti, dal dramma alla favola a lieto fine

Mentre nei giornali si parlava solo della lite Spalletti- Totti, il capitano alla vigilia del Natale di Roma ha salvato la squadra ancora una volta. [Piero Montanari]

PIERO MONTANARI
giovedì 21 aprile 2016 15:07

Francesco Totti

Francesco Totti

di Piero Montanari

Spalletti vs Totti, Totti vs Spalletti, non si parla d'altro a Roma e non solo. Giornali, radio, televisioni, social, ogni organo d'informazione è sollecitato ad esprimersi e a parlare di questa che sembra essere una querelle infinita, con i due protagonisti che passano della tragedia sportiva e umana, alla farsa, per poi finire, dopo Roma Torino e i cinque minuti scarsi giocati da Totti, con i suoi due gol che hanno regalato la vittoria alla Roma, nella favola più edificante con la morale in fondo, come tutte le favole che si rispettino.
Eccoli i protagonisti: un grande Campione simbolo a fine carriera che vuole continuare a giocare, e un bravo allenatore chiamato a riassestare una squadra a pezzi, della quale possiede le chiavi da plenipotenziario quasi in esclusiva, che non considera più il Campione un giocatore importante, lo tratta da ex calciatore, gli fa giocare scampoli di partita a mo' di contentino. Una brutta favola, ma ci sono tutti gli elementi per immaginare un lieto fine.
E a Roma Torino, che la Roma a pochi minuti dalla fine stava perdendo, entra il Campione e la favola a lieto fine si compie, diventando una festa, la festa del Capitano, per il gol bellissimo dopo 26", per i suoi 5 minuti scarsi da giocare (nei quali ne segna anche un altro e salva la vittoria), per l'abbraccio dello stadio, fino a quel momento muto e sonnolento, e soprattutto per l'abbraccio dei compagni di squadra che lo hanno letteralmente sopraffatto.
Siamo vecchi abbastanza per ricordarci i 6 minuti finali di Rivera in Nazionale nei mondiali del 1970 (allora c'era il dualismo con Mazzola) nei quali però nulla accadde. Tutti si scandalizzarono per i pochi minuti concessi dal c.t. Valcareggi al bravo Gianni, le polemiche che seguirono furono infinite e riempirono per mesi pagine di giornali e trasmissioni come ora. Dobbiamo considerare che la Roma ha avuto un giocatore "storico", il suo più grande di tutti i tempi, tra i più famosi del mondo e ieri la sua partita sarà scritta negli annali, altro che Rivera!
La città è fatalmente divisa in due in tutta questa storia, da una parte chi ama Totti e dall'altra i "tottisti" che lo vorrebbero santificare. Una cosa è l'uomo Totti, quarantenne con i suoi limiti sportivi dovuti all'età, l'altra è l'dolatria di chi lo venera sopra ogni cosa, che lo vorrebbe sempre schierato, e che alla fine rischia di volere il male per lui e per la Roma.
Se Francesco gioca quarti d'ora così suggeriamo a Spalletti di non privarsene nel prossimo campionato, magari con un contratto "a gettone", se non altro perché, quando entra in campo, si svegliano i tifosi addormentati sugli spalti, e ritorna la luce e un po' di emozioni, la gioia e la fantasia, che fanno diventare il calcio bellezza e metafora della vita.

giovedì 7 aprile 2016

Muore il sassofonista Gato Barbieri, autore di Ultimo tango a Parigi

Culture

Addio Barbieri, da Sapore di sale a Ultimo tango a Parigi

Aveva 83 anni. Il sassofonista latin jazz, noto in Italia per le collaborazioni con grandi cantautori tra cui Pino Daniele e Antonello Venditti.

PIERO MONTANARI
domenica 3 aprile 2016 12:04

Leandro

Leandro "Gato" Barbieri

di Piero Montanari

E' morto ieri a New York, dove risiedeva da qualche tempo, il musicista e sassofonista argentino Leandro "Gato" Barbieri, uno delle voci di sax più intense della storia di questo strumento.
Nato a Rosario in Argentina, nel 1932 da un'umile famiglia, inizia da giovanissimo gli studi di clarinetto, sassofono e composizione a Buenos Aires per poi, poco più che ventenne e già grande talento, entrare nell'orchestra di Lalo Schifrin, un altro eccellente musicista argentino di Baires che si è fatto valere nelle musiche da film negli Stati Uniti.
L'amore per il girovagare e fare esperienze, porta Gato nel 1962 a Roma, e qui entra subito a far parte del grande giro dei musicisti della casa discografica "madre", la Rca, nella quale viene subito notato da un giovane Ennio Morricone, intento a regalarci i suoi primi bellissimi arrangiamenti per le canzoni, che lo ingaggia subito a suonare per lui. Infatti, ecco che Gato registra l'assolo storico di sax tenore di Sapore di sale di Gino Paoli, che rimarrà di fatto una delle sue prime bellissime incisioni italiane.
Continuando la sua straordinaria carriera nel nostro paese, Gato Barbieri collabora con grandi compositori per il cinema come Piero Umiliani, o jazzisti di fama come Giorgio Gaslini, o musicisti della sua terra come Angel "Pocho" Gatti.
Ma l'incontro fatale della sua vita sarà nel 1972 con il regista Bernardo Bertolucci, che gli affida la colonna sonora di Ultimo tango a Parigi, il discusso bellissimo film con Brando e Maria Shneider che gli farà vincere un Grammy Award e lo consacrerà nell'olimpo dei grandi musicisti nel mondo, grazie a quel suono di sassofono "graffiato" e la scrittura di quel bel tema, leitmotiv del film, che resta nell'immaginario di tutti.
Ma anche Antonello Venditti lo chiama a suonare in un suo album del 1979, Buona domenica, nel quale si può ascoltare il suono graffiato e pieno di di pathos di Gato nel brano più bello, Modena. Gato tornerà poi a collaborare col cantautore romano nel 2003, in Che fantastica storia è la vita. Così come fecero Pino Daniele, Carlos Santana e tanti altri, che si avvalsero della collaborazione di questo grande jazzista, che non ha mai disdegnato collaborazioni nella musica pop o in altri generi, regalando il suo talento e il suo suono di sax esasperato e graffiato, meraviglioso ed inquietante, alla gloria di molti artisti
Viveva a New York e si è spento a 83 anni per una polmonite. Diceva di sé: "La mia musica non è jazz. In realtà suono jazz ma in un modo diverso". E per questa diversità e il tuo immenso talento, caro Gato, te ne saremo per sempre grati

venerdì 1 aprile 2016

Lazio - Roma, il derby romano non interessa più i tifosi?

Sport

Lazio-Roma, tramonta il derby più bello d'Italia

Il derby della capitale non avrà più le straordinarie coreografie che lo avevano da sempre caratterizzato [Piero Montanari]

PIERO MONTANARI
mercoledì 30 marzo 2016 17:42

Stadio Olimpico

Stadio Olimpico


di Piero Montanari

Domenica si giocherà all'Olimpico forse il Lazio-Roma più triste della sua bellissima storia. Come sappiamo da più di un anno, dopo l'abbandono dei tifosi delle due curve romane per la costruzione di barriere divisorie volute dal prefetto Gabrielli, il derby della capitale non avrà più le straordinarie coreografie che lo avevano da sempre caratterizzato. Ma non solo, tutto questo (e molto altro) ha determinato una diaspora infinita di una grandissima parte di spettatori dallo stadio, che preferiscono il salotto di casa alle tessere del tifoso, ai tornelli e alle barriere in curva.

I sostenitori di Lazio e Roma, almeno stavolta, sono uniti nel distribuire le colpe in maniera ecumenica, in primis i presidenti delle due società come il latitante Pallotta o il solipsista patologico Lotito che poco fanno - secondo loro - per far si che la situazione evolva in favore del ritorno della tifoseria "curvarola".

Sovente il calcio viene avvicinato ai fatti della vita con uso di metafore legate ad esso, per rappresentare pensieri o cose diverse che si vogliono significare. E' facile sentire qualcuno esclamare frasi tipo "quello mi è entrato a gamba tesa" per dire di aver subito una scorrettezza, oppure, "ho fatto un gol" a significare di aver raggiunto un obiettivo. Non è a caso che accade questo: il calcio è davvero lo sport più sentito, più amato e più immaginato dalla gente. E' famosa la risposta che la teologa tedesca Dorothee Solle diede ad una giornalista che le chiese come spiegherebbe a un bambino cos'è la felicità. La Solle disse prontamente: " Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per farlo giocare".

Perché stia finendo questa felicità, (sta finendo, è sotto gli occhi di tutti), cosa ha determinato l'intristimento e l'imbarbarimento dello sport più bello del mondo, chi ha allontanato i tifosi dagli stadi e soprattutto, chi ha interesse che tutto questo finisca, sono le domande che dobbiamo farci tutti insieme serenamente, e cercare di dare risposte immediate, per far si che il triste viale del tramonto di Lazio-Roma, il derby più bello d'Italia, non si trasformi nel tramonto definitivo di tutto il calcio.