lunedì 28 marzo 2016

Paul Mc Cartney vuole riappropriarsi dei diritti delle canzoni dei Beatles

Culture

Paul McCartney va all'attacco delle sue canzoni

Paul McCartney, ha dato mandato ai suoi avvocati di avviare un'azione legale negli Usa per riappropriarsi dei diritti delle canzoni dei Beatles. [Piero Montanari]

PIERO MONTANARI
giovedì 24 marzo 2016 10:27

Paul McCartney

Paul McCartney
Mentre il 13 aprile il 74enne sir Paul McCartney, l'ex Beatle più prolifico, si prepara a partire con un nuovo tour mondiale, ha dato mandato al suo studio di avvocati per avviare un'azione legale negli Stati Uniti al fine di riappropriarsi dei diritti delle canzoni dei Fab Four, da decenni fuori dal controllo del suo storico gruppo.

I Beatles, giovani e ubriacati dal successo senza limiti di quel periodo, cedettero alla fine dei '60 il 50% dei diritti alla britannica Associated Television Corporation (ATV), che a sua volta - nel 1985 - li rivendette a Michael Jackson che se li aggiudicò ad un'asta da capogiro per 41,5 milioni di dollari, battendo proprio Sir Paul.

Ma ecco, pochi giorni fa, uscire allo scoperto Sony, la casa discografica di Michael Jackson, che vuole controllare l'intero pacchetto delle canzoni degli ex scarafaggi, e sottoscrive un accordo con gli amministratori dei beni del cantante per comprare il 50% della Sony/Atv Music Publishing (ecco che torna la vecchia ATV) che controlla i diritti di oltre 3 milioni di canzoni, compreso il catalogo della Motown e i brani dei Beatles.

Un affare da 750 milioni di dollari che vede il colosso mondiale assestare un colpo magistrale alla discografia anche in prospettive future, con l'accaparramento dei cataloghi più importanti della storia della musica pop. Ma Sir Paul non ci sta.

Forse addolorato per la morte del suo straordinario producer e mentore George Martin, o forse ancora amareggiato per aver perso l'asta nel 1985 contro Jackson, ecco che Sir Paul parte all'attacco, avvalendosi di una legge americana del 1976, il "copyright act", che consente agli autori dopo 56 anni dalla prima pubblicazione, di richiedere i diritti esclusivi sulle loro opere.

Il catalogo sarà disponibile quindi tra due anni, nel 2018, e forse, almeno negli Usa, Paul McCartney potrà finalmente tornare in possesso dei diritti dei suoi brani e di quelli degli altri Beatles, cosa che mi sembra buona e giusta, considerando lo straordinario sfruttamento e arricchimento dei discografici in tutti questi anni col lavoro e la creatività di questi grandi artisti.

Forza Paul!

sabato 12 marzo 2016

Keith Emerson morto suicida a Santa Monica

Ci mancherà Keith Emerson, il più grande tastierista del mondo

Tra gli anni '60 e '70 è stato uno dei massimi interpreti del progressive rock, fusione dei generi più diversi tra cui rock and roll, classica, jazz e world music. [Piero Montanari]


PIERO MONTANARI
sabato 12 marzo 2016 10:49

Keith Emerson

Keith Emerson
di Piero Montanari
Keith aveva compiuto 71 anni il 2 novembre e le sue mani, che correvano velocissime sulle tastiere, da un po' di anni gli davano problemi, le articolazioni non erano più così fluide, le dita gli si inceppavano ogni tanto mentre suonava, facendogli mancare qualche nota di quel flusso costante e musicalmente magniloquente che riusciva a generare con la sua teoria di keyboards della quale si circondava ai concerti.

Non era più come quando, da ragazzo dello Yorkshire, ascoltando i grandi pianisti jazz e studiando la classica, iniziava a creare un genere che, fondendo virtuosismo tecnico e repertorio classico, jazz e rock, prese il nome di "progressive music" un'invenzione giornalistica che cercava in qualche modo di significare quella valanga di note che fluivano potenti dalle dita di questo biondo ragazzino inglese.

Ed ecco l'esigenza di formare una band che potesse in qualche modo condividere e portare in giro per il mondo questa meravigliosa mistura di generi musicali che Keith aveva così abilmente messo insieme. Nascono i Nice, basso batteria e tastiere e che tastiere! Keith si avvale dei primi sintetizzatori, il famoso Moog, difficile da accordare perchè si stonava continuamente. Il successo dei Nice arriva folgorante a cavallo dei '70 con gli album Ars Longa, Vita Brevis ed Elegy , ma l'ingresso nella Storia per Keith avverrà tre anni più tardi, quando fondò, con il bassista e cantante dei King Crimson Greg Lake e il batterista degli Atomic Rooster Carl Palmer, il supergruppo che adottò semplicemente i cognomi dei tre ed un acronimo poi divenuto storico, gli E.L.P.

I tre divennero i numeri uno del rock degli anni '70 con l'album omonimo che già faceva già intravedere la magia della loro musica, ma è con il secondo Lp, Tarkus, che i suoni diventano stellari ed assistiamo all'apparizione del Moog, che Keith si fece costruire dall' ingegnere elettronico americano Robert Moog, una vera epifania sonora che avrebbe condizionato tutta la musica a venire.

Emerson Lake and Palmer furono innovatori sia musicalmente che scenicamente, e noi di quell'epoca non avevamo mai ascoltato né suonare così, né mai visto tante tastiere attorno ad un uomo, tanti pezzi di batteria circondarne un altro, coltellate all'organo Hammond che Keith vibrava per scena, e un mostro di cartapesta che arrivava sul palco tra fuochi, fumi e e sonorità pazzesche. Un delirio musicale dove però la musica era la regina indiscussa della qualità.

I tre registrano otto album uno più bello dell'altro, dove dentro c'è anche Modest Mussorgsky con i suoi Quadri ad un'esposizione, a significare come generi musicali diversi potessero interagire tra loro semplicemente e trovare nuova linfa, ma questo solo grazie al genio alchimista di Keith Emerson.

Le cose belle però finiscono, per far posto, in questo caso, ad altre cose belle che però non gli faranno più bissare il grande successo degli E.L.P. Il gruppo si scioglie dopo otto dischi e Keith inizia una sua carriera solista. Nel 1980 firma la bellissima colonna sonora di Inferno di Dario Argernto e poi quel fantastico brano di Mead Lux "Honky Tonky Train Blues" che diventa, sotto le magiche dita di Keith, la sigla di una vecchia e bella trasmissione televisiva di Brando Giordani, Odeon, e consacra la fama del tastierista al grande pubblico televisivo italiano.

Nulla tornò più come ai tempi di Emerson, Lake & Palmer, ma il pianista di Tomorden continuò la sua carriera con la consapevolezza di una qualità che tutto il mondo gli ha sempre riconosciuto, quella di essere stato il musicista che più ha reso popolari le tastiere, e colui che ha contribuito con più forza alla nascita del rock progressivo, genere musicale amatissimo anche dalle nuove generazioni.

Viveva a Santa Monica, in California e stava partendo per un nuovo tour in Giappone, quando è stato ritrovato cadavere dalla sua compagna. Le agenzie parlano di suicidio e sinceramente non immaginiamo i motivi di questo gesto, se non pensare che le sue dita, straordinario medium per suonare la sua straordinaria musica, non funzionavano più bene, e questo "il più grande tastierista del mondo" forse non lo ha potuto accettare.



giovedì 10 marzo 2016

Real Madrid - Roma 2016 ritorno al Bernabeu

Gli audaci della Roma mancano l'impresa

La storia di Real Madrid-Roma è nelle occasioni mancate e nei gol sbagliati: l'impresa era difficile, ma non impossibile. [Piero Montanari]

PIERO MONTANARI
mercoledì 9 marzo 2016 12:05



di Piero Montanari

Finisce due a zero per il Real contro la Roma nella partita di ritorno valevole per il prosieguo in Champions, in una serata di spettacolo calcistico al Bernabeu, dove gol mancati, coraggio e rimpianti costituiscono le parole chiave della partita.

La Roma è arrivata a giocare nella capitale spagnola con un pesante zainetto di due gol presi in casa, quindi ribaltare il risultato in uno dei sancta sanctorum del calcio mondiale avrebbe costituito un'impresa di grande difficoltà che poche volte è riuscita ai giallorossi, come la storica semifinale di Champions del 1984 contro il Dundee, nella quale ribaltò il due a zero dell'andata e si aprì le porte per la finale. Sapevamo tutti che contro il Real di Ronaldo sarebbe stato difficile.

E difficile è stato, e lo sapevano Spalletti & Co. che hanno trovato davanti una squadra accorta e coperta, mentre il tecnico di Certaldo ha pensato di osare in attacco, schierando Salah, Perotti e El Shaarawy alle spalle di Dzeko con due soli mediani.

Sappiamo bene che i "se e i ma" nel calcio contano meno di zero, e quello che conta è buttare la palla nella rete avversaria. Per tre volte i giallorossi si sono trovati da soli a tu per tu con Navas e hanno addirittura mancato lo specchio della porta, una volta Dzeko, due volte Salah ma con i loro piedi deboli, a parziale risarcimento del dolore dato ai tifosi.

La storia di Real Madrid - Roma è tutta qui, nelle occasioni mancate, nei gol sbagliati (ricordiamo anche un palo di Perotti ma si era già alla fine e sul 2 a 0 per loro), nelle situazioni difficilmente ripetibili, anche se la difesa dei blancos non sembrava così imperforabile. I due gol di Cristiano Ronaldo e James Rodriguez poi chiudono il conto, e tutti a casa, tra rimpianti e opportunità mancate, con un bottino al passivo - tra andata e ritorno - di 4 a 0 per il Madrid che conforta se non altro per le buone prestazioni della Roma.

Da rimarcare ancora due cose: Spalletti che fa entrare Totti su risultato irribaltabile, e gli regala quella che probabilmente sarà la sua ultima apparizione nelle Coppe Europee, con tutto il Santiago Bernabeu in piedi a tributare al capitano giallorosso quello che mestamente ha l'aria di essere un ultimo applauso. La seconda cosa è stata la conferenza stampa di Spalletti, che ha praticamente detto di non crogiolarsi su una eccellente prestazione e che il calcio è solo questo: loro hanno vinto in totale 4 a 0, pesa, incarta e porta a casa. Dice un assunto che medico pietoso fa la piaga purulenta e Spalletti sembra proprio essere il medico giusto per questa Roma.

mercoledì 2 marzo 2016

Utero in affitto: in Italia ancora pregiudizi e moralismi

Utero in affitto: in Italia ancora pregiudizi e moralismi

Piero Montanari ci dice la sua sull'argomento: vantiamo civilizzazione e pensieri illuministi ma abbiamo ancora pregiudizi verso gli omosessuali

PIERO MONTANARI
martedì 1 marzo 2016 15:52


di Piero Montanari

L'utero "in affitto" non mi piace proprio come idea e l'ho espresso più volte ma andrei cauto a stigmatizzare chi comunque - anche se con modalità non condivisibili - fa nascere una creatura che di certo amerà e accudirà, al contrario di madri o padri che maltrattano, vilipendono, picchiano, inducono al furto, alla prostituzione, allontanano, disamorano, anaffettivi genitori di merda, figli colpevoli di essere nati solo nella famiglia sbagliata. La pratica è errata ma molte coppie eterosessuali che non possono avere figli la adottano...

Vi siete chiesti dentro, ma proprio dentro, se il vostro disappunto non nasca dal fatto che Vendola e partner siano omosessuali? Vantiamo civilizzazione e pensieri illuministi ma siamo ancora carichi di pregiudizi e moralismi. Pensiamo anche a questo povero piccolo Tobia Antonio, che nasce già con un spada sulla testa pronta a trafiggerlo.

Veronesi suggerisce anche di vedere questa cosa delicatissima con gli occhi di un bambino che, se non fosse stato per questo, non sarebbe mai nato.

martedì 1 marzo 2016

UTERO IN AFFITTO, ARGOMENTO SPINOSO


L'argomento è molto delicato, volevo non parlarne ma, dopo aver letto tanto, troppo astio intorno a questa cosa, mi preme rispondere. 

L'utero "in affitto" non mi piace proprio come idea e l'ho espresso più volte ma andrei cauto a stigmatizzare chi comunque - anche se con modalità non condivisibili - fa nascere una creatura che di certo amerà e accudirà, al contrario di madri o padri che maltrattano, vilipendono, picchiano, inducono al furto, alla prostituzione, allontanano, disamorano, anaffettivi genitori di merda, figli colpevoli di essere nati solo nella famiglia sbagliata. La pratica è errata ma molte coppie eterosessuali che non possono avere figli la adottano... 
Vi siete chiesti dentro, ma proprio dentro, se il vostro disappunto non nasca dal fatto che Vendola e partner siano omosessuali? Vantiamo civilizzazione e pensieri illuministi ma siamo ancora carichi di pregiudizi e moralismi. 
Pensiamo anche a questo povero piccolo Tobia Antonio, che nasce già con un spada sulla testa pronta a trafiggerlo. 
Veronesi suggerisce anche di vedere questa cosa delicatissima con gli occhi di un bambino che, se non fosse stato per questo, non sarebbe mai nato.