lunedì 28 settembre 2015

Roma - Carpi 5 a 1 e buon compleanno a Totti

SPORT ROMA
Roma - Carpi diem, magari sempre così
La Roma dilaga col Carpi. Partita esagerata segnata però dai numerosi infortuni, compreso quello preoccupante di Totti
(di Piero Montanari)
Se non fosse per i numerosi infortuni subiti dalla Roma, compreso quello piuttosto serio di Totti al flessore, che lo vedrà costretto ad uscire nel secondo tempo dopo solo sei minuti e un gol sfiorato, la partita dei giallorossi contro gli emiliani del Carpi non avrebbe una straordinaria storia da essere raccontata.
Il punteggio rotondo, 5 a 1 per la Roma, e almeno altrettanti gol mancati, parla di due squadre di alcune categorie di differenza, anche se il Carpi era riuscito in precedenza a far soffrire Napoli e Palermo. Sappiamo bene che il calcio riserva sempre sorprese, come quella occorsa alla Roma contro la Sampdoria a Genova dove, nonostante gli attacchi continui, i giallorossi hanno lasciato tre punti importanti. Ma questa volta il pronostico non è stato smentito.
La Roma, già sul 3 a 0 dopo pochi minuti di gioco, riesce a prendere pure il banale gol dell'ex, un bel colpo di testa di Marco Borriello, e De Sanctis anche a respingere due volte un rigore generosamente regalato dall'arbitro su fallo inesistente di Maicon, dopo anni che non gli accadeva di pararne uno. Per il portiere della Roma, fischiato sonoramente al suo ingresso, una bella soddisfazione e una prova convincente.
Sono queste le classiche partite dove si possono riconquistare i favori del tifoso romanista, capace di innamoramenti improvvisi e di subitanee delusioni. Ad esempio Gervinho, oggi a segno con il gol del tre a zero ma anche autore di una bella gara, è stato molto applaudito dallo stadio. Lo stesso Olimpico si riconcilia anche con Manolas, che apre le marcature della Roma segnando un gol di rapina stavolta nella porta giusta, e si fa perdonare l'autogol costato i 3 punti a Genova. Prova davvero egregia di tutta la squadra di Garcia, che ha giocato il suo calcio spumeggiante, d'attacco e propositivo, ricco del talento di tutti i suoi giocatori, Pjanic e Salah sopra tutti.
Una piccola curiosità sui nomi di alcuni giocatori del simpatico Carpi: Letizia e Di Gaudio, considerato come si chiamano, hanno dichiarato di essere molto "felici", nonostante la cinquina, del loro debutto all'Olimpico, e Kevin Lasagna, entrato nel secondo tempo, non smentisce la tradizione culinaria degli emiliani.

venerdì 25 settembre 2015

Con la prima sconfitta per la Roma, si rivedono vecchi fantasmi

La Roma, sconfitta e vecchi malanni

Scotta la sconfitta della Roma fuori casa con la Sampdoria. Il commento di Piero Montanari.

PIERO MONTANARI
giovedì 24 settembre 2015 09:12


di Piero Montanari

E arriva la prima sconfitta per la Roma, che perde a Genova contro la Sampdoria una partita che l'ha vista manovrare tutto sommato discretamente, possedere la palla per il 65% del tempo e battere (male) una serie innumerevole di calci d'angolo (ne abbiamo contati 18, un record), segno di un'azione quasi sempre condotta nell'area sampdoriana.

Diciamo subito che la Roma stavolta non meritava di perdere, che Viviani ha parato l'impossibile e la selva di gambe dei doriani, sempre davanti al loro portiere almeno in nove, hanno fatto muro impedendo che la palla finisse nella rete più e più volte.

Un fortino che crolla solo dopo che la Roma prende il gol dell' 1 a 0 su punizione di Eder, con una barriera giallorossa messa alla bell' e meglio, che si apre come il mare davanti a Mosè. Infatti ci pensa Salah finalmente a pareggiare ma, proprio nel finale del match, una serie di rimpalli davanti al portiere della Roma, trafitta dal solito contropiede, favorisce una sfortunata deviazione di Manolas, che voleva rinviare, ma che segna il suo primo gol in campionato nella porta sbagliata, la sua.

Non c'è altro da aggiungere se non che i giallorossi, a cui si deve rimproverare di essere sempre troppo scoperti con le squadre catenaccio come la Sampdoria, dovranno mettersi a vincere le partite che dominano come questa, se vogliono raggiungere i traguardi che si sono prefissi e che dicono di meritare, per qualità e numero di giocatori, per impegno agonistico e per il favoloso monte ingaggi.

I campionati, lo ricordiamo a Garcia e a tutto il "cucuzzaro", si vincono battendo le squadre piccole, quelle che non ti fanno giocare e che schierano difese da incubo come ha fatto la Sampdoria, ripartendo con i giocatori veloci in contropiede. Sarà bene che il tecnico transalpino corra immediatamente ai ripari se vuole continuare a guidare la Roma.

lunedì 21 settembre 2015

Garcia sbaglia formazione contro il Sassuolo

Sport

Garcia stravolge la Roma 

Ieri, per Roma Sassuolo pareggiata con un 2 a 2 all'Olimpico, l'allenatore ha determinato, lui da solo secondo noi, questo risultato.

PIERO MONTANARI
lunedì 21 settembre 2015 15:53


di Piero Montanari
Si dice che l'allenatore nel calcio conti tra il 10 e il 20% per quanto concerne il risultato di una partita. Ieri, per Roma Sassuolo pareggiata con un 2 a 2 all'Olimpico che sta stretto al Sassuolo, Rudy Garcia ha di certo stravolto questa percentuale in maniera esponenziale, determinando, lui da solo secondo noi, questo risultato, parente stretto di una sconfitta per una squadra che ha gli obiettivi alti della Roma.
Costretto ad un turn over bizzarro "Perchè si gioca ogni quattro giorni e noi abbiamo la rosa per poterlo fare", Garcia sceglie un tridente davanti davvero anomalo, con Totti al centro dell'attacco insieme a Iturbe e Salah, non Florenzi bensì Maicon, rientrato dopo sette mesi di assenza e poi il generoso Torosidis dal primo minuto.
Si sa, le belle partite di Champions come quella disputata dalla Roma pochi giorni fa lasciano il segno: possono portare 'a mille' le endorfine dei giocatori, tanto da non sentire la stanchezza, ma anche mal consigliare questi cambi esasperati, che Garcia ha poi dovuto sconfessare in corsa, reinserendo Florenzi, Dzeko e Iago Falque.
Partita "toppata" dall'allenatore, si diceva, con il rischio addirittura di perdere in casa con la "bestia" Sassuolo, ottima squadra in grado di fare il terzo risultato positivo all'Olimpico, se l'arbitro avesse annullato il 300° gol di capitan Totti vistosamente in fuorigioco di rientro. Per onestà bisogna dire che, un atterramento in area Sassuolo da rigore netto di Rüdiger non viene concesso dall'arbitro, forse assalito da un senso di colpa per l'errore precedente.
Lo straordinario gol al volo di Salah che regala il pareggio alla Roma, non giustifica affatto la prestazione di tutta la squadra, che di certo non ha brillato come col Barcellona o con la Juventus. Questa volta crediamo che la percentuale di incidenza negativa di un allenatore nel risultato di una partita sia salita ben al di sopra del famoso 20%.

sabato 19 settembre 2015

Alessandro Florenzi e il suo gol capolavoro al Barcellona

Sport

Florenzi 'bello de nonna' e la Roma intelligente

Il barcellona, i marziani del pallone, e la rivincita della Roma in Champions League [Piero Montanari].

PIERO MONTANARI
giovedì 17 settembre 2015 10:10


di Piero Montanari

Eccolo il Barcellona, i marziani, i mostri, i Campioni d'Europa, gli Harlem Globe Trotters del pallone, quelli che ti girano intorno con la palla, quelli che te la nascondono, quelli che se perdi con due gol di scarto fai festa nello spogliatoio e se pareggi, come ieri, è come se avessi vinto e stappi lo champagne, quello buono.

La Roma dal Bayern Monaco, altri mostri assurdi, lo scorso anno ne prese sette e hai voglia a dire no, ma quei sette gol in casa pesarono come un macigno sul resto della stagione giallorossa: la Roma ovviamente uscì dalla champions e finì poi il campionato con più di venti punti di scarto dalla Juve.

Ma i marziani, si sa, possono pure diventare terrestri se giochi come ha giocato ieri la Roma, compatta, la testa giusta, chiusa nella sua trequarti, ripartendo con il Trans Egitto Express Salah, che correva in contropiede sul binario destro e creava scompiglio alla difesa del Barcellona.

Che però al 21' segna uno dei suoi gol fantastici che nasce da quei giochetti che quei mostri sanno fare meglio di tutti nell'area piccola avversaria: rete fitta di passaggi, Messi che salta l'uomo in un fazzoletto, Neymar che si sovrappone e porta via mezza squadra, Rakitic che regala a Suarez la facile palla dell'uno a zero.

Ma i conti si fanno sulle scale, come diceva un amico pokerista, e i conti li pareggia Alessandro Florenzi dieci minuti dopo. Proprio lui, Alessandro "bello de nonna", chiamato così perchè quando segnò il 21 settembre di un anno fa il secondo gol a Roma Cagliari, andò ad abbracciare sua nonna che era sugli spalti e che non l'aveva mai visto giocare, neanche da ragazzino: una di quelle cose che fa simpatia e bene al calcio.

E il gol di Bello de Nonna vale doppio, perchè è un capolavoro di balistica, di fantasia e di coraggio, perchè solo un matto in contropiede sulla destra, che vede a metà campo Terstegen un po' fuori dai pali, può immaginare di segnare al "capo dei portieri" da 50 metri. Incurante, prende la mira e tira fuori dal cilindro un coniglio che si insacca nell'angolo alla destra del portiere, dopo aver colpito il palo lontano.

Un gol storico da defibrillatore che è già leggenda, che sarà cliccato e ricliccato da tutto il mondo che ieri ci guardava, e che ha fatto sicuramente di Florenzi un eroe simpatico ed un campione meritatamente ambito.

Non sappiamo se questa Roma, intelligente e concreta, riuscirà ad andare avanti nella Champions, ma sappiamo che quel gol di Alessandro "de nonna sua", passerà certamente alla storia.

domenica 13 settembre 2015

L'Homo Naledi ci insegna la stupidità del razzismo

Scienza

L'Homo Naledi ci insegna la stupidità del razzismo

Questa straordinaria scoperta infonda un po' di sale nel cervello dei tanti Homo Sapiens che osteggiano i movimenti delle masse umane nel mondo. [Piero Montanari]

PIERO MONTANARI
venerdì 11 settembre 2015 12:07

Homo Naledi (1)

Homo Naledi (1)
di Piero Montanari

L'Homo Naledi, l'ominide scoperto in una grotta del Sudafrica qualche giorno fa, incuriosisce scientificamente per tante nuove caratteristiche, soprattutto per quelle che morfologicamente lo differenziano da ogni altro ominide scoperto fino ad oggi, come l'Homo erectus, l'Homo abilis, l'Australopiteco, il Sinantropo o i recenti Uomo di Neanderthal e Homo Sapiens.

Alto un 1mt. e 50, di circa 45, 50 chili diventerà, con tutta probabilità, il nostro cugino più anziano. Ad un primo tentativo di datazione degli oltre 1.550 resti ritrovati a 30 metri in quella zona che viene considerata dall'Unesco patrimonio dell'umanità, per la immensa ricchezza dei reperti archeologici, l'Homo Naledi dovrebbe avere tra i centomila e i due milioni e mezzo di anni.

Un cervello piccolo, un corpo miracolosamente eretto, mani prensili ma piedi che già suggeriscono la possibilità di muoversi e fare lunghi spostamenti, cosa che ominidi e uomini, da quando esiste la nostra razza fanno da sempre ed in ogni era, in ogni epoca.

Gli uomini si spostano da sempre nel mondo, attraverso i continenti, viaggiano, seminano se stessi, si fermano, costruiscono, ripartono, creano razze. Noi siamo da sempre razze mescolate, asiatici, indoeuropei, gialli, rossi, neri, alla faccia di chi si danna, da vero pericoloso ignorante, a sbandierare la purezza di questa o quella genia umana.

La scoperta dell'Uomo Naledi ci riporta improvvisamente alla realtà, con il suo piccolo cervello, ma con il suo corpo già così ben eretto e suoi bei piedi piantati sulla terra e pronti al balzo verso nuove avventure e nuove mescolanze etniche, cosa che di sicuro avrà fatto.

Un cervello piccolo, si diceva, ma seppelliva i suoi morti, segno di una stilla di civiltà che lo iniziava ad illuminare. Ci piacerebbe che questa straordinaria e, in fondo, tenera scoperta del vecchio cugino Naledi, potesse infondere un po' di sale nel cervello ben cresciuto ma così poco funzionale di tanti che temono e osteggiano i movimenti delle masse umane nel mondo.