lunedì 28 aprile 2014

Dario Fo, dal Nobel alle televendite

di Piero Montanari

Vedo intensificarsi le presenze televisive di Dario Fo, in programmi che non avrebbero senso di ospitare un premio Nobel, come sempre viene presentato prima del suo nome e cognome il grande attore: "Ed ecco a voi il premio Nobel Dario Fo!" L'ho visto dappertutto, financo a "Glob" di Bertolino o a "Quelli che il calcio" di Nicola Savino, il simpatico conduttore anche del giochino per asili nido di Rai Due "Un minuto per vincere".

Fo pubblicizza il suo nuovo libro su Lucrezia Borgia "La figlia del Papa" e fin qui nulla da eccepire, però pensiamo che dovrebbe licenziare il suo ufficio stampa e scegliersi da solo le trasmissioni giuste, ammesso che non sia proprio lui a cercarsele, perchè crediamo che rischi, oltre al chissenefrega generale, anche un po' di ridicolo.

Il grandissimo personaggio teatrale che è stato non si discute, come non si discute l'autore di Mistero Buffo o Johan Padan, che sono pietre miliari della Commedia dell'Arte, opere che negli anni dell'impegno politico di Fo, hanno rappresentato una denuncia contro religione, luoghi comuni e società politica di quel periodo storico, all'insegna del più straordinario dei castigat ridendo mores.

Ora, il fatto che Dario Fo vada dappertutto a presentare il suo libro e non scelga contesti più consoni a trattare questi argomenti o ad accogliere come si conviene una personalità come la sua, proprio non si riesce a capire. Come non si riesce a capire la sua virata politica e l'appoggio ormai dichiarato a Grillo e al M5s, ora, in vecchiaia, dopo tutta una vita spesa, e spesso pagata a caro prezzo sia da lui che da Franca, nelle battaglie sociali e politiche, e nella coerenza di un percorso limpido.

Cos'è successo a Fo? Mi vergognerei di dire che tutto questo lo si debba attribuire alla decadenza dell'età che incombe e al conseguente rimbecillimento. Non lo diciamo, per il rispetto che abbiamo per il Maestro e per la sua testa che sembra essere ancora gagliarda. Ma allora?

Non possiamo permetterci e non vogliamo perderci per strada Maitre à penser della sua portata, quindi gli chiediamo, molto umilmente, di tornare presto tra noi.

domenica 13 aprile 2014

Franceschini, beccati i fischi e firma per gli autori


Dario Franceschini
Dario Franceschini

di Piero Montanari
Ho un ricordo indelebile anche se risale a più di quarant'anni fa, quando, con un cavetto bianco e uno rosso, mi copiavo dallo stereo al registratore a cassette, i dischi che mi piacevano, e me li riascoltavo in macchina. Una cosa tecnologica fantastica, pensavo, e al tempo stesso avvertivo un piccolo senso di colpa: stavo facendo un "furtarello" perché non mi compravo la cassetta originale ma copiavo un disco che avevo già acquistato.

Questa cosa poi venne in parte risolta con una legge sul diritto d'autore che applicava una royalty (e non una tassa, come impropriamente viene definita dai detrattori) sulle cassette vergini, che si chiama equo compenso da copia privata, il cui minimo importo andava a risarcire tutti gli autori in generale - a cui venivano distribuiti i ricavi con parametri diversi, ovviamente - per la copia delle musiche che uno faceva per consumo personale.

Ma poi arrivarono i cd e ancora dopo i floppy disk. Poi i dischi rigidi, i computer, le pen drive, le memorie di massa: da pochi mega siamo passati a centinaia di Terabyte e dentro questi "mostri" di memoria ci sta comodo lo sciibile dell'universo intero, compresa la musica fatta dall'Uomo col tamburo fino a quella che dovrà essere scritta nei secoli prossimi. Insomma, altro che cassettina con 10 brani!

Oggi molti vorrebbero non pagare più questa royalty che in seguito al progresso tecnologico è passata dalla cassettina vergine a tutti i device attuali, come smartphone, iPad, iPod, computer e via dicendo. Anzi, tanti non vorrebbero pagare proprio un bel fico secco e vorrebbero tutto gratis. E giù a scaricare milioni di brani e migliaia di film senza pagare un centesimo di diritti, piratando tutto con la spocchia di che se ne impippa delle regole e degli stessi Autori che, secondo loro campano d'aria, perché già fanno un bel mestiere non scavando carbone in miniera.

Il 23 aprile ci sarà un grande tavolo di discussione al ministero, dove il nostro ministro del Mibact Franceschini sentirà tutte le parti in merito alla firma che ha promesso più volte di apporre sul decreto di adeguamento della copia privata, fermo al 2009 e scaduto nel 2012 (buoni ultimi in Europa).
Qualche cifra di confronto? Sul prezzo dell'iPhone 16 giga (€ 729) in Italia la copia privata incide per € 0,90 - 0,12%. In Francia (€709) incide per €8 - 1,15%, e in Germania (€699) ben €36 - 5,15%.

Le pressioni delle Telecom e le lobby delle società produttrici di device che hanno pazzeschi interessi economici perchè Franceschini non firmi il decreto, si faranno sentire in modo molto forte, ma noi Autori confidiamo che il ministro mantenga le promesse fatte.

Questo ha dichiarato giorni fa: "Mi prenderò fischi da tutti, è naturale quando si devono prendere decisioni di questo genere mediando tra parti che non sono d'accordo. Ma c'è un obbligo di legge che è quello di rivedere quelle tabelle che dovevano essere già aggiornate nel 2012". E poi ancora: " Il diritto d'autore e' quello che consente la liberta' all'artista, quello che gli garantisce il suo spazio di creativita. Il diritto d'autore e' stato uno dei temi centrali dell'incontro della scorsa settimana dei ministri della Cultura dell'Ue ed e' in cima all'agenda europea, perche' tutte le nuove tecnologie comportano questioni attinenti il diritto d'autore", ha concluso Franceschi

martedì 1 aprile 2014

Quei pazzi, maniaci cercatori di dischi



di Piero Montanari

Il fatto di aver preso parte ad un pezzo di storia musicale italiana, con le mie partecipazioni ai tour e alle sedute di registrazione di molti Lp di artisti importanti, tra musica pop e jazz, mi fa spesso essere nel mirino di una folta schiera di nostalgici, che mi cercano sulla rete o attraverso facebook.

Dico questo senza nessuna presunzione ma di certo con una punta di orgoglio per il lavoro svolto, e per aver avuto la fortuna di esserci, in quel fantastico periodo che va dalla fine dei '60 a tutti gli anni '90, un tempo straordinariamente ricco di creatività e di artisti di sicuro valore.

Da un po' di tempo, però, noto un'inversione di tendenza, almeno per quanto mi riguarda: sono sempre meno i simpatizzanti del mio lavoro passato e sempre più quelli che cercano vecchi Lp da collezionare. Spesso mi succede che sconosciuti mi chiedano "l'amicizia" su facebook (questa cosa dell'amicizia su fb è un'altra delle scempiaggini dei social network: ma amico di che?) e poi, dopo avermi salutato, mi chiedono: "Hai Lp da vendere?" Generalmente li mando a quel paese, anche per salvare l'autostima.

La morte dei dischi in vinile ha creato, quindi, una schiera di maniaci e spesso compulsivi collezionisti, infaticabili ricercatori di vecchi Lp che vanno all'attacco di musicisti, giornalisti Rai, vecchi dj radiofonici, radio regionali, collezioni private, con la speranza di trovare le rarità rimaste nelle cantine o dimenticate negli scaffali di casa a prendere polvere, quei dischi che si sono salvati dall'implacabile mondezzaio dove quasi tutti noi li abbiamo destinati.

"Quanta meraviglia è stata buttata via - mi dice sconsolato uno di questi collezionisti divenuto mio amico, che frequenta i mercatini di mezzo mondo - intere collezioni di meravigliose rarità gettate nel cassonetto, dischi del valore di centinaia, ma anche migliaia di euro, ormai introvabili!"

E' una moda, quella della caccia al vecchio vinile, che ha spesso risvolti curiosi: non è difficile trovare sui portoni dei palazzi in zona Prati a Roma, vicino alla Rai di viale Mazzini e dintorni, dei post-it affissi con su scritto: "Cercasi vecchi Lp. Pago bene, contattare il numero etc."

Non capivo perché proprio e solo in quella zona trovassi quei bigliettini, e lo chiesi al mio amico collezionista. "Perché lì ci stanno tutti i giornalisti, programmisti registi e dirigenti della Rai che, per anni, hanno ricevuto dalle case discografiche montagne di Lp gratis per fare promozione radiotelevisiva ai loro artisti. Noi poveri collezionisti speriamo in qualche anima buona che non gli abbia cestinati."