mercoledì 26 gennaio 2011

Il Re Solo



di Piero Montanari

Ieri sera ho visto Ballarò dove, manco a dirlo, si parlava di Berlusconi con i soliti detrattori ed i soliti difensori, tra i quali spiccava il ministro per l’attuazione del programma, Gianfranco “Charlie Brown” Rotondi che, col suo bel faccione ed il suo accento avellinese, distribuiva panegirici al suo datore di lavoro. “Ecco – mi sono detto – un altro che almeno fisiognomicamente è coerente col suo cognome…”
Dopo questo pensierino minimo ho spento la tv ed è iniziata una notte non priva di incubi e di rimuginamenti televisivi, tra Ballarò, l’Infedele, Porta a Porta ed affini e la mattina mi ha consegnato, oltre a due belle borse sotto gli occhi, un convincimento che in questi giorni mi stavo già facendo: la drammatica,  pietosa, disperata solitudine di Berlusconi.
La conferma me l’ha data un articolo apparso sul “Corriere della Sera” di oggi, che fa il resoconto di un’intervista data da Gabriella Buontempo Bocchino, moglie di Italo, al settimanale “A” di Maria Latella, e dove racconta testualmente:
«Osservo quello che succede e provo tristezza. Per un uomo solo, infelice, che sembra vivere cercando soltanto adulatori, soltanto persone capaci di dire sì. Sa, una volta Italo mi disse: “Berlusconi vive come un barbone di lusso”».
Continuando l’intervista la Buontempo sostiene che il Presidente del Consiglio è «un uomo in balia della solitudine, terrorizzato dall’idea di diventare vecchio, accecato da uno smisurato narcisismo. E incapace di pensare al Paese». Aggiunge poi la signora Bocchino: «Spero vivamente che Berlusconi si faccia da parte» e gli dà anche un suggerimento filosofico, dicendogli che: «Liberandosi dal clichet dell’uomo invincibile ne guadagnerà in umanità, in dolcezza: è così bello ammettere le proprie debolezze e riconoscere le proprie sconfitte».
Sembra una fine triste ed annunciata, quella di Silvio, che riesce anche  a muovere nel mio animo  umana tenerezza, se mai è possibile provare per lui questo "cristiano" sentimento. E’ la stessa tristezza che ho sentito, ovviamente mutatis mutandis, quando ho pensato ad altre fini ingloriose e drammatiche di potenti della Storia, da Mussolini a Ceaucescu, ai quali di certo non paragono Silvio Berlusconi.
Cui, però, auguro una lunga, serena, tranquilla vecchiaia lontano dalla politica italiana.

martedì 18 gennaio 2011

Francesco Nuti e la Tv del dolore

di Piero Montanari

(E' notizia delle 14:30 di martedì 18 gennaio: pare che il programma Stasera che sera! sia stato soppresso, forse, e mi auguro con un pò di presunzione, grazie anche agli articoli come questo. Stai a vedere che il Garante del Buonsenso c'è davvero... ndr)

Stasera che sera!  è il nuovo programma di “Videonews”, se così si può  dire, di Barbara d'Urso, Rosanna Ragusa e Roberta Potasso, scritto con Gianni Tramontano e prodotto da Marina Benassuti. Per la cronaca, la D’Urso aveva ceduto la conduzione di Domenica 5 a Claudio Brachino e Federica Panicucci per poi approdare alla prima serata di Canale 5 con questo programma.
Mi rimane difficile chiamarle semplicemente “videonews’”, dopo aver dato uno sguardo ai contenuti. Gossip, attualità pruriginosa, Busi che fa balletti sexy e spara porcate, un’altra ballerina che si dimena direttamente dal Moulin Rouge de Paris, qualche blando tentativo di ricondurre a temi scottanti come la storia di Fiat, con  l’apertura della puntata fatta da un operaio, o un chiacchiericcio sull’ educazione sessuale, con un prete in studio che vede passarsi davanti ragazzette sculettanti in perizoma. E poi servizi caldissimi su case d’appuntamento in Olanda e in Germania e sesso sdoganato in tv in tutte le salse. Insomma, una bella mistura di “videotrash” (mi pare un nome più appropriato) rappresentativa del pessimo periodo che la nostra società attraversa. Ma tutto nella norma, se guardiamo gli "esempi" tutt'altro che edificanti che ci vengono dalle alte sfere politiche.
Però questo è nulla a confronto del fondo profondo che si è toccato, sempre nella serata del 16 gennaio, quando ho visto apparire il 'povero' Francesco Nuti sullo schermo gigante dello studio, per la prima volta dopo il drammatico incidente di quattro anni fa. Francesco, ricordo, cadde dalle scale di casa, forse dopo aver bevuto troppo, come spesso gli accadeva questi ultimi anni, ed andò in coma. Si procurò  una lesione al cervello molto grave, tanto da impedirgli, in seguito, di parlare e coordinare i movimenti.
Mentre la D’Urso raccontava la storia di Nuti, con testimonianze di amici - Pieraccioni che cantava una sua canzone e Benvenuti che esprimeva il suo sincero dispiacere - la telecamera indulgeva spietata su Francesco che piangeva con una terribile smorfia di dolore, ed un suo amico vicino che gli puliva la bava che scendeva impetosa sui vestiti. Insomma, non ce l’ho fatta a proseguire ed ho stramaledetto questo brutto modo di fare televisione, senza rispetto, senza pietà, senza un briciolo d’ anima.
E’ pur vero che Nuti sta cercando di rifarsi avanti, tant’è che lo si è visto alla fine di novembre, anche “Ai fatti vostri” da Magalli, con la ex moglie e madre di sua figlia Ginevra, ma faccio appello, se esiste, al Garante del Buon Senso, che ponga un limite a  chi fa questo lavoro, allo spiattellamento del dolore e delle miserie umane, che di certo andrebbero trattate con una sensibilità particolare.
Questa storia drammatica di Nuti mi ha colpito particolarmente perché ero un suo amico. Una sera di tanti anni fa, con Claudio Baglioni che lui adorava, andammo a casa sua in Via Pezzana a Roma e passammo una serata indimenticabile, a cantare e mangiare bistecche che Francesco ci cucinò sul terrazzo. Era ospite delizioso e di simpatia trascinante.
L’ho rivisto, nel corso degli anni, sempre più cupo ed infelice, preda di un’ansia che deve averlo divorato, portandolo ad un autolesionismo per me inaccettabile, soprattutto se penso che ha rovinato un talento genuino come il suo.
Auguri, Francesco, a rivederti presto e non in questi lidi!

mercoledì 12 gennaio 2011

Aiuto, torna il Festival di Sanremo!


Ineluttabile, come il Natale e fatalmente subito dopo, ecco appropinquarsi alle nostre ribalte televisive, subdolo ed immarciscibile, il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
Personalmente e pure da tanto del Festival di Sanremo mi frega assolutamente il giusto, e in pratica da quando ha cessato di essere il momento più atteso della nostra canzone pop (da non confondere con popolare) e da quando è diventato solo un discutibile evento televisivo, passerella di mondanità, mediocrità, lustrini e pochi contenuti artistici.
Da moltissimi anni, tolte alcune edizioni meno tediose per qualche buon pezzo e la sapienza e l’ironia di alcuni conduttori (parlo di Chiambretti o di Fazio o anche di Bonolis), Sanremo si è distinto per la sua pochezza e  per la sua inutilità, se si esclude il fatto che i discografici italiani lo hanno sovente atteso come una manna celeste per vendere finalmente qualche disco, cosa che riesce loro sempre più difficile.
Il Festival ha perduto da molto anche il piacere, un po’ snob, di scherzarci su, di blaterare sui cantanti, i loro abiti, sulle canzoni, sui conduttori e sparare raffiche di battute più o meno velenose.
Anni or sono lo si aspettava un pò come si aspetta il Natale, per riunirci in qualche casa di amici seppure col solito malvezzo di  sparlare, spettegolare e fare classifiche sceme ma, comunque, sempre per "celebrare" l'evento degli eventi di Rai1.
L’ultima volta che andai ad una di queste “riunioni Sanremo” fu qualche anno fa, a casa di Claudio Baglioni, nemico acerrimo del Festival, anche se vi partecipò come ospite nel 1985, cantando “Questo piccolo grande amore” da solo, al pianoforte e sbaragliando tutti con una magistrale interpretazione.
Quella sera, da Baglioni, indovinai la canzone vincitrice e vinsi una orrenda bottiglia di vino fatta come la Coppa Rimet dei mondiali di calcio, trofeo che custodisco gelosamente come il Santo Graal.
Ora il povero cronista, fedele alla consegna, guarderà Sanremo alla tv di casa, probabilmente da solo, facendo nevrotici zapping per non essere mortalmente stroncato dall’immancabile e cosiddetto “pezzo sanremese” o dal brano fintamente intenso o “colto” di qualche artista riesumato per l’occasione, o dalle battute nazional-pop dei comici e dei conduttori, bonazze di turno comprese.
Qualcuno mi dirà: aspetta e guardalo, prima di dire. Me ne dispiaccio, ma sono una persona piena di pregiudizi, soprattutto sul Festival di Sanremo.
P.d.d.c. (per dovere di cronaca):
Il Festival di Sanremo torna su Rai Uno, dal 15 al 19 febbraio 2011.
In diretta dal Teatro Ariston, Gianni Morandi, affiancato di Belen Rodriguez ed Elisabetta Canalis e dai comici Luca e Paolo.
I cantanti big: Madonia e Battiato, Anna Oxa, Max Pezzali, Roberto Vecchioni, Tricarico, Albano Carrisi, Nathalie, Emma e i Modà, Davide Van De Sfroos, Patty Pravo, Giusy Ferreri, Anna Tatangelo, La Crus, Barbarossa e Raquel, Madonia e Battiato
I cantanti giovani: Roberto Amadé Gabriella Ferrone, Serena Abrami, Anansi, Btwins, Raphael Gualazzi, Infrantimuri, Marco Menichini, Micaela, Neks, Le Strisce.
PPS: Claudio Baglioni, forse obnubilato dagli anni che passano, è in procinto di ritornare sui suoi passi e partecipare, come ospite d'onore, ad una delle puntate del Festival. Chi sopporterà vedrà.