martedì 25 novembre 2014

Marco Baldini e l'azzardo di vivere minacciato


Fiorello e Baldini
Fiorello e Baldini


di Piero Montanari
 


Si vede sempre più spesso l'ex alter ego dii Fiorello, Marco Baldini, andare in televisione a raccontare la sua drammatica storia della dipendenza da gioco d'azzardo e dei debiti contratti per questo suo vizio, che lo ha condotto ad un livello di disperazione tale, da costringerlo a scaricarne il peso, davvero insopportabile, dove e come può.

Sono già alcune settimane che va ospite a Domenica In ed ha un suo grande spazio nel quale, alla conduttrice Paola Perego (che sembra averlo preso in carico affettivo) e a tutti noi, racconta la sua storia personale col gioco. Baldini ci dice che da anni non gioca più, ma che i creditori continuano ad inseguirlo, spesso minacciandolo di morte per riavere i soldi, come quei tizi che gli fecero scavare una fossa solo per fargli pressione e terrorizzarlo (generalmente chi deve avere soldi non uccide il suo debitore, altrimenti con lui finirebbe la speranza di riavere la somma prestata). 

Quello che colpisce di questa storia, oltre al suo aspetto di profondo dramma umano che riguarda purtroppo migliaia di ludopatici disperati come Baldini, è la facilità con la quale Marco la racconta davanti a tutti, in televisione, sui giornali, attraverso le trasmissioni radio che conduce, molto contrito e consapevole, ma senza nessun pudore personale, senza nascondersi e nascondere nulla degli aspetti tristi e squallidi che lo hanno condotto a fare una vita da fuggitivo, nascosto da amici compiacenti, lontano dai suoi affetti più cari, col rischio costante di essere travolto da chi reclama i soldi prestati, spesso persone poco raccomandabili.

Racconta che si alza alle cinque del mattino per passare due ore apparentemente serene, prima che dalle sette e fino a notte alta il suo telefono inizi a squillare minaccioso, che passa il resto della giornata a cercare soldi e ad occuparsi di qualche lavoro, come la trasmissione che conduce quotidianamente sull'emittente romana Radio Radio, che di certo non gli può risolvere i grossi problemi economici.

Ovviamente la sua carriera, come la sua vita privata, è irrimediabilmente compromessa, almeno per ora, dovendo Marco rinunciare alla conveniente collaborazione con Fiorello per ovvie ragioni di opportunità, e ad altre situazioni vantaggiose che gli si potrebbero prospettare. Ma chi dà lavoro ad un ex giocatore incallito pieno di debiti?

Al tempo stesso, mi sento di ammirare il coraggio del personaggio Marco, che ammette pubblicamente le sue debolezze e i suoi errori senza infingimenti, e a cui auguro di mettere presto una pietra enorme su questa terribile storia con buona pace di tutti. 

Sebbene l'outing di Marco Baldini possa certamente essere d'aiuto ad altri che vivono nell'ombra drammi di ludopatie ed altre dipendenze, provo un sincero fastidio nel vedere come si indulga in maniera speculativa sul suo dramma per fare ascolti o vendere giornali, in una sorta di continuo sciacallaggio che non risparmia nessuno, neanche i morti e gli scomparsi.

sabato 15 novembre 2014

La rivolta di Tor Sapienza e la teoria dei vetri rotti




di Piero Montanari

Il dramma umano e urbano che si sta svolgendo in questi giorni nella vecchia periferia di Tor Sapienza a Roma, con la rivolta dei residenti contro un gruppo di immigrati, ha innescato una pericolosa miccia che è facile immaginare a quale deflagrazione condurrà, se non si troveranno immediatamente soluzioni efficaci.
 


Qualcuno parla purtroppo di repressione, esercito armato, polizia, presidi di fantomatiche ronde, Casepound e affini mentre, al grido di "cacciamoli tutti, damoje foco" e orrori del genere, Matteo Salvini gongola e si inserisce nel vulnus, con la sua politica forcaiola e ormai dichiaratamente più fascista del Msi di Rauti.

Lo Stato ha però una responsabilità imperdonabile in tutto questo, e cioè l'aver lasciato che il degrado si impossessasse sistematicamente delle periferie dei grandi centri urbani, permettendo in maniera selvaggia pericolosi insediamenti all'interno di pentole che già ribollivano di loro, innescando le cosiddette guerre tra poveri disgraziati, delle quali quella di Tor Sapienza è la punta dell'iceberg. 

Eppure un esperimento di psicosociologia trent'anni fa negli Stati Uniti, dimostrò palesemente che la repressione non serve, ma che basterebbe investire nella cura e nel decoro delle periferie per migliorare la qualità della vita dei residenti e la loro disponibilità alla convivenza civile e al rispetto degli altri.

L'esperimento fu davvero interessante. Parcheggiarono due automobili uguali, una nel Bronx e l'altra in un quartiere di lusso a Palo Alto, in California. Quella del Bronx in poche ore fu depredata e il resto distrutto, mentre l'auto di Palo Alto non venne toccata. I ricercatori decisero in seguito di rompere un vetro all'auto in California e sapete che successe? Fece la stessa identica fine dell'automobile del Bronx, depredata e distrutta.

Ergo, il degrado porta degrado, e se si trasmettono segnali di deterioramento, di incuria dell'ambiente, di assenza dello stato, non esistono fasce sociali nobili o ignobili, ma i comportamenti umani saranno sempre gli stessi, tendenti all'imitazione e al vuoto morale.

Faccio mio un pensiero di Moni Ovadia rispetto a questa storia che sta accadendo a Tor Sapienza di Roma: la bellezza ed il tasso di civiltà delle grandi città si vedono dalle loro periferie, che son di gran lunga più importanti degli stessi centri storici, che ne sono sempre la parte più attenzionata. Fino che non riqualificheremo dalle fondamenta le nostre periferie, ci dovremo purtroppo aspettare questo scempio. E speriamo sinceramente non qualcosa di peggio.

lunedì 3 novembre 2014

Addio ad Augusto Martelli, fu musicista e compagno di Mina


Augusto Martelli
Augusto Martelli


di Piero Montanari
 


Apprendo della morte di Augusto Martelli da un caro amico che ha pubblicato la notizia sulla sua pagina di facebook. L'amico è Cristiano Minellono, autore di testi di tante canzoni popolarissime, alcune scritte proprio insieme a lui che di queste ne era il compositore.
 


La fama di Martelli risale ad alcuni decenni fa, quando iniziò prima una collaborazione e poi una relazione amorosa con Mina, dopo che lei si separò da Corrado Pani e dopo il loro incontro alla Ri-Fi Records, la casa discografica per la quale lavorava e che vedeva la cantante di Cremona artista nella sua scuderia. 

Il successo vero Martelli lo raggiunse per aver composto le musiche di un film erotico girato nel 1970 da Piero Vivarelli, con la allora giovanissima e seducente Nadia Cassini, Il dio serpente, il cui tema principale, Djamballà, scalò addirittura le classifiche italiane ed europee.

Nella prima metà degli anni settanta, Augusto Martelli iniziò una strettissima collaborazione con la nascente Mediaset per i cui programmi compose molte sigle diventate poi famose: Grand Prix, Ok il prezzo è giusto, Il pranzo è servito e Casa Vianello, che rimane per almeno vent'anni la colonna sonora dei due grandi attori, col suo divertente e brioso tema esposto dal pianoforte.

Di Martelli, autore anche dell'inno ufficiale del Milan, si ricordano collaborazioni con molti importanti artisti degli ultimi decenni: Iva Zanicchi, Ornella Vanoni, Gaber, Dorelli e canzoni per bambini scritte per lo Zecchino d'oro.

Un ombra tragica calò nella sua vita quando, nel 2001, subì una perquisizione per un'indagina partita dalla Procura della Repubblica in merito alla detenzione di materiale pedopornografico, che fu poi effettivamente rinvenuto nel suo computer. Martelli si difese dicendo che aveva raccolto quel materiale per farne un'inchiesta contro lo sfruttamento della prostituzione e contro la pedofilia. Ma non fu creduto, e fu condannato ad un anno e sei mesi di reclusione con pena sospesa, condanna che fu poi ribadita dalla Cassazione in via definitiva. 

Lo scossone anche mediatico di questa brutta storia, segnò definitivamente la fine della carriera del bravo musicista, sul cui capo pesò per tutto il resto della sua vita questo insostenibile e odioso fardello.