mercoledì 26 marzo 2014

Eugenio Finardi contro la Siae


di Piero Montanari
Per primi su queste pagine abbiamo dato conto della drammatica chiusura del Fondo di Solidarietà della Siae, che elargiva un piccolo assegno mensile "di professionalità" agli autori, scrittori, compositori che avessero, col raggiungimento dei sessant'anni, ottenuto questo diritto. La fine di questa dazione, voluta dai commissari straordinari nel 2011, in ordine ad un risanamento della Società su indicazione del governo e preso troppo alla lettera dagli stessi, secondo noi, ha gettato panico tra gli ex soci e sul "lastrico" molti che con questo assegno ci campavano. la Siae chiuse l'erogazione del vitalizio (615 €) e non avvisò nessuno, se non con un sibillino trafiletto sul suo sito. Una vera iniquità che denunciammo subito.

Consideriamo le persone anziane che non sono più nel mercato del lavoro in questo difficile settore, mai protetto da nessun paracadute sociale, senza garanzie, punta estrema di un precariato che, al di là di grandi artisti che hanno fatto successo i cui nomi tutti sappiamo, colpisce la gran parte di loro che vive di pochi diritti d'autore e che su questo assegno faceva conto prima con una promessa, e poi con una certezza di percepimento.

Ora, a distanza di più di due anni, la Siae si è data un nuovo assetto sociale, con nuovi organi dirigenti, addirittura due: il Consiglio di Sorveglianza e il Consiglio di Gestione, senza contare il neo presidente eletto dall'assemblea, il Maestro Gino Paoli, che ha promesso di voler risolvere il problema degli autori anziani ma che auspica la costruzione di una Siae del terzo millennio, con uno sguardo volto anche ai giovani autori, per i quali si sta pensando di costituire una cassa di previdenza complementare che dovrà, di fatto, sostituire il vecchio e cancellato assegno di professionalità.

Paoli sente la sfida delle nuove società di collecting che si stanno affacciando sul mercato e sa benissimo che dovrà tenere insieme tutti gli Autori italiani per far si che la sfida venga vinta dalla vecchia e nobile Siae, quella di Verdi e Carducci, di Arrigo Boito e Giovanni Verga, che di certo quando la fondarono a Milano il 23 aprile 1882 a Palazzo Marino, non immaginavano di abbandonare i vecchi autori al loro destino.



Oggi raccontiamo sul video lo sfogo di Eugenio Finardi, grande "rocker" milanese che, ospite alla trasmissione di La7 Omnibus il 22 marzo scorso, ha avuto parole dure nei confronti della Siae e la storia della fine del piccolo "assegno di professionalità" e verso qualche collega, togliendosi anche dei sassolini dalle scarpe.

sabato 22 marzo 2014

I quattromila amori di Mick Jagger, il Rolling solo



di Piero Montanari

È di appena poche ore la drammatica notizia dello spettacolare e incomprensibile suicidio di L'Wren Scott, la 47enne compagna di Mick Jagger, impiccatasi con una sciarpa all'ottavo piano del loro lussuosissimo appartamento di Chelsea, al centro della New York miliardaria, mentre il vecchio Rolling Stone era in tour in Australia. Il tragico avvenimento fa sensazione, perché nessun presagio funesto nella vita della stilista americana e di Mick aveva fatto immaginare questo dramma. Mick e L'Wren erano insieme da 12 anni e i loro amici li definivano felici e innamorati.

Al fascinoso Mick le donne sono sempre piaciute e lui a loro, complice di certo la forza erotica prorompente sprigionata dal cantante, che trasforma i suoi concerti in kermesse erotiche, con movimenti pelvici degni del grande maestro Elvis.

Infatti i sette figli del 71 enne Jagger, avuti da tre donne delle quali solo due regolarmente sposate, sono solo un pallido risultato della sua intensa attività sessuale, che sembra non avere soluzione di continuità, anche se con la povera Scott pareva avesse trovato, se non la pace dei sensi, senz'altro la serenità della coppia.

Già, perché a Mick sono stati attribuiti migliaia di flirt, alcuni dei quali con le donne più affascinanti e famose del pianeta, a cominciare dalla bellissima ed intensa Marianne Faithfull nei '60, compositrice e cantante famosa 50 anni fa. Ma il palmarès erotico di Mick prosegue con amori di donne straordinarie e famosissime, come Madonna, Angelina Jolie, Uma Thurman, Carla Bruni (ante première dame), la moglie del primo ministro del Canada Pierre Trudeau che perse letteralmente la testa per lui.

Come la perse la principessa Margaret d'Inghilterra che però fu costretta a rinsavire velocemente per doveri regali. Poi si parla di storie con tantissime colleghe artiste con le quali Mick imbastiva prima una collaborazione musicale, un disco, una canzone insieme, e poi si finiva a letto, come con Tina Turner o Linda Rostandt e la ex di James Taylor, la bellissima Carly Simon.

Non mancano in questa classifica i sex symbol, come la sirena di Manhattan, Daryl Hannah, o le modelle fascinose come Sophie Dahl e Bianca (che sposò) o le fidanzate dismesse dagli altri del gruppo, come Pamela Des Barres e Anita Pallemberg, che stava con Brian Jones, il chitarrista asmatico dei Rolling che morì affogato nella sua piscina agli albori dei loro successi.

Quattromila gli amori attribuiti a Mick Jagger, una roba da far impallidire il nostro caro estinto play boy Franco Califano, il quale ha portato molto in alto la bandiera italiana dei tombeur des fammes, ma che, con i suoi "appena" 1.500 amori dichiarati, diventa un dilettante al confronto di Mick Jagger.

Simpatico e fortunato, ora l'immarcescibile ultrasettantenne Mick dovrà confrontarsi con un dolore che forse non conosceva, causatogli da questa tragica morte della sua ultima compagna, una morte non annunciata e per questo ancor più drammatica e lancinante.

lunedì 10 marzo 2014

Medea, l'assassina dei suoi figli.

di Piero Montanari

"Le mie figlie sono tutta la mia forza" scriveva sul suo profilo Facebook la madre assassina di Lecco solo pochi giorni fa, una didascalia tenera e agghiacciante sotto una foto che ritraeva le sue tre bellissime ragazze di 3, 10 e 13 anni.

E invece Edlira Dobrushi da Durazzo ha preso un coltellaccio e le ha sgozzate, come se fosse la cosa più normale del mondo. Simona, Keisi e Sidny non hanno avuto scampo: due morte accoltellate nel sonno e la terza, la più grande, dopo aver resistito lottando. L'abbandono del marito, che aveva scelto di separarsi per un'altra donna deve aver fatto scattare in lei la terribile sindrome di Medea.

Medea è una tragedia di Euripide che faceva parte di una tetralogia della quale rappresentava il capolavoro assoluto del grande drammaturgo greco. La storia è questa.

Moglie di Giasone, lo aiuta a conquistare il vello d'oro, per poi trasferirsi a vivere a Corinto, insieme al marito e ai due figli, abbandonando così il padre per per seguirlo. Dopo alcuni anni però Giasone decide di ripudiare Medea per sposare la figlia di Creonte, re di Corinto e mirare al trono della città. Medea dapprima simula condiscendenza, ma poi attua il suo folle piano di vendetta e gli uccide i figli, privandolo così anche della discendenza regale.

La tragedia di Medea e la sua sindrome perversa rivive nella follia della donna albanese, che ci ripropone questo dramma in chiave moderna duemilacinquecento anni dopo Euripide. La donna abbandonata che uccide i figli come ultimo gesto di una terribile vendetta nei confronti del loro padre. Una profonda depressione, la totale anestesia di sentimenti materni in un cortocircuito maledetto e il distacco dalla realtà in quell'incomprensibile gesto finale.