martedì 22 gennaio 2013

Lacrime di Obama all'Inno




di Piero Montanari

Washington, 21 gennaio 2013, Barack Obama alza la mano destra davanti al giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti e giura per il suo secondo mandato di presidente sulla bibbia di Lincoln e su quella di Martin Luther King, ritualità che fa parte della cerimonia. E poi il discorso, pieno di frasi toccanti e ricche di intenti: "La libertà è un dono di Dio, ma deve essere garantita dalle persone che vivono su questa terra".
Beyoncé Giselle Knowles, meglio conosciuta come Beyoncé, la grandissima cantante texana attacca l'inno americano The Star-Spangled Banner (la bandiera adorna di stelle) a suo modo, che è un modo bellissimo, ricco di blues e di melismi (la voce che si impenna in su e in giù, fa riccioli della nota, ci si sofferma e la rigira, la carezza e poi ritorna alla modulazione iniziale). Sfido anche i cuori più induriti a non commuoversi all'ascolto.

Cominciò Josè Feliciano il grande artista latino-americano che, al colmo del suo successo, pensò di modificare l'Inno Usa stravolgendolo completamente per la prima volta nella storia, scatenando l'ira dei benpensanti e dei conservatori, che ritennero la cosa al pari di un sacrilegio, se non addirittura un sorta di tradimento.
Era il 1968 e Josè venne invitato a cantare Star Spalgled Banner alla più importante finale USA di baseball, proprio nel periodo del forte scontro con il patriottismo americano durante la guerra del Vietnam, davanti a 50 milioni di telespettatori. La versione soul-blues che ne fece costò all'artista anni di confino mediatico, rifiuti dalle radio, che non trasmettevano più i suoi dischi, e dalle tv che smisero di invitarlo.

Jimi Hendrix, la mattina del 19 agosto 1969, allo storico festival di Woodstock, davanti a 500 mila ragazzi che lo aspettavano dalla notte prima, fece dell'inno americano una celeberrima trasfigurazione chitarristica che ancora oggi provoca brividi ad ascoltarla: Hendrix si accanì sull' inno in maniera selvaggia e drammatica, simulando, con la sola chitarra, bombardamenti mitragliamenti sui villaggi del Vietnam, sirene di contraerea ed altri rumori di battaglia.

Whitney Houston, la grande cantante di Newark morta lo scorso 11 febbraio, cantò spesso l'inno americano, addirittura ne fece un singolo che scalò le chart Usa, pubblicato a scopo di beneficenza per raccogliere fondi per i soldati e le famiglie coinvolte nella guerra del Golfo nel 2001. Suggerisco di cercare anche la sua versione su you tube, che è una delle più belle.
Ma altrettanti grandissimi artisti interpretarono l'inno americano, da Ray Charles, a Areta Franklin, da Marvin Gaye, a Christina Aguilera.

The Star-Spangled Banner, la "bandiera adorna di stelle", fu scritto da Francis Scott Key, un avvocato trentacinquenne e poeta dilettante, nel 1814. Il poemetto si chiamava "The Defence of Fort McHenry" dedicato alla bandiera a stelle e strisce degli Stati Uniti, sulla musica di "To Anacreon in Heaven", una popolare canzone del compositore inglese John Stafford Smith, e venne adottato come inno nazionale dal Congresso degli Stati Uniti il 3 marzo 1931.

Anche se di certo non lo vedrei come il male peggiore, ma non oso immaginare, se Berlusconi dovesse diventare Presidente della Repubblica italiana, una versione di Fratelli d'Italia cantata da Mariano Apicella.

venerdì 11 gennaio 2013

Si è spenta Mariangela Melato


Mariangela Melato
Mariangela Melato

di Piero Montanari

Questa mattina, in una clinica romana, si è spenta tradita da una lunga malattia Mariangela Melato. Nata a Milano, aveva 71 anni ed era considerata la più grande attrice italiana.
In forza al teatro stabile di Genova, così ha commentato il suo direttore questa mattina, appena saputa la triste notizia: "Sicuramente tutta la città di Genova è intorno a una donna, una grande donna oltre a un'attrice, che ha saputo dare tanto a Genova pur non essendo genovese. Credo che troveremo il modo per renderle onore nella maniera migliore".

Mariangela aveva attraversato con grande successo il teatro e il cinema italiano degli ultimi 40 anni: da "La classe operaia va in paradiso" e "Todo modo" di Petri nei primi '70, a "Caro Michele" di Monicelli e "Oggetti smarriti" di Giuseppe Bertolucci, solo per citare alcuni dei grandi registi con i quali aveva lavorato.
Voglio ricordarla, però, in tutta la sua straordinaria bravura e vis comica nel film della Wertmüller "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto", insieme ad un folgorante Giancarlo Giannini.

Anche la televisione la vide protagonista con fiction di successo, ma la sua grande passione era il il teatro, con il quale ci aveva regalato una straordinaria Filumena Marturano, la famosa commedia di Eduardo De Filippo, andata in onda su Rai1 il 1 gennaio 2013, coraggioso esperimento di teatro in prima serata, sia per Eduardo, assente da decenni in televisione, ma anche perché la commedia è stata recitata in italiano e non in "lingua" napoletana.
Un saluto a Mariangela e una carezza a sua sorella Anna che conoscevo bene.

mercoledì 2 gennaio 2013

Quattro cose da lasciare nel 2012


di Piero Montanari
Riflettevo sul 2013 che incombe nebuloso, ma finalmente nuovo. E lo facevo da sopravvissuto, non solo alla profezia dei Maya sulla fine del mondo, ma anche alla micidiale, sesquipedale, incommensurabile rottura di palle che ci hanno comminato per un intero anno, cinema compreso, tutti i proseliti delle sette new age, in allucinata attesa della fine. Per non parlare delle decine di documentari televisivi sui survivalisti nei bunker, o mentre comprano tonnellate di provviste per i day after, mentre sono nei negozi di armi a rifornirsi fino ai denti per difendere il loro misero posteriore da non si sa chi, visto che sono tutti morti meno loro. E poi sai che bella umanità che si ritrovano il giorno dopo la fine del mondo? Personalmente preferirei essere spazzato via dall'Armageddon, piuttosto che sopravvivere in un condominio di buche di cemento. E ancora, perchè il mondo si disintegra in un megascoppio e il loro bunker rimanere intatto? O è follia totale, o una enorme fiducia nel muratore che glielo ha costruito, misteri della stupidità umana. Chi ci ripagherà per tutto questo?

Quindi, da sopravvissuto, e in attesa di affrontare il 2013 nel buio totale, vedo però un passato ben retroilluminato tanto da mostrarmi chiaramente ciò che non vorrei portarmi dietro, oltre ai suddetti survivalisti. Provo a fare qualche nome, in attesa di conoscere i vostri:

1) Silvio Berlusconi: troppo facile, eh? Casualmente al primo posto, ma è a lui che ho subito pensato per una mia tara mentale. Il 2012 è stato un hannus horribilis per tanti motivi, Imu compresa, ma mi sono disintossicato dal comico di Arcore e vorrei continuare, anche se la vedo difficile.
Proponimento: basta con i comici.

2) Gagnam Style: il tormentone videomusicale del coreano Park Jae Sang, detto Psy per via del lavaggio del cervello. Ormai superato il miliardo di contatti sulla Rete, la danza della cavalcata dal far east si avvicina a battere ogni record e ad abbattere molti esseri umani, me compreso, con la peggiore delle torture, lo sfinimento da rottura di zibbidei. Il nostro pulcino Pio al confronto è Mozart.
Proponimento: ammazziamo tutti e due gli animali (il pulcino e il cavallo).

3) Roberto Carlino: insieme al suo patinato spot televisivo ("parola di Robbberto Carlino") l'immobiliarista che con la sua parola ci ammannisce che le case "bbisogna compralle" anche se le banche non danno più mutui e se non c'avemo più 'na lira.
Proponimento: parolacce a Robbberto Carlino.

4) Padre Corsi,il parroco di Lerici e i preti come lui: sinceramente, ne possiamo fare a meno per il 2013, e gli anni a venire, di uno che dice che le donne vengono uccise perché provocano. E non pago di questa ignobile sortita, augura a chi ha reso pubbliche le sue idee, incidenti stradali e morti improvvise.
Proponimento: inviarlo come ospite ad una manifestazione delle donne "Se non ora quando".

Con l'augurio più sincero e affettuoso per il nuovo anno, aspetto suggerimenti.